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Spread, ecco come i fatti politici ne influenzano l’andamento

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Politica & mercati

Spread, ecco come i fatti politici ne influenzano l’andamento

Le incertezze sulla formazione del nuovo governo si riflettono anche sull'andamento dei titoli di Stato causando un sensibile aumento dello spread rispetto al Bund e ai bond europei. Questa, oggi, non è più soltanto la previsione condivisa dagli operatori finanziari subito dopo il voto del 4 marzo, ma un vero e proprio dato di fatto. Per rendersene conto basta analizzare l'andamento dello spread BTp/Bund nell’ultima settimana e “associarlo” alle notizie politiche: fino al 9 maggio veleggiava intorno ai 130 punti base; oggi ha toccato un picco di 150. Ma che cosa è successo in questi giorni? Sono due, in particolare, le date chiave che testimoniano l’aggravarsi del rischio Italia per i mercati: giovedì 10 e mercoledì 16 maggio, cioè oggi.

Giovedì 10, il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, e quello della Lega, Matteo Salvini, pensavano a un nome terzo da proporre al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, come possibile premier del governo giallo-verde. In quelle ore stava prendendo forma anche la nuova versione di flat tax da inserire nel contratto di governo. Due le aliquote ipotizzate: 15% per i redditi fino a 80mila euro; 20% per i redditi superiori. Assieme alla flat tax erano circolate anche le prime indiscrezioni sulla riforma della previdenza, con il superamento della legge Fornero e la possibilità per tutti i lavoratori di accedere alla pensione con almeno tre anni di anticipo rispetto alle regole attuali. E agli onori della cronaca era tornata anche l’introduzione del reddito di cittadinanza, con nodo costi annesso. Più che abbastanza, insomma, per innervosire i mercati: con Piazza Affari che, peggiore in Europa, ha perso quel giorno quasi l’1% e lo spread che, risalendo velocemente, ha superato quota 140 punti, circa 10 in più di poche ore prima.

Anche oggi Piazza Affari è stata la peggiore d’Europa, sia in mattinata sia nel pomeriggio, ignorando i segnali di stabilità di altri mercati. Il Ftse MIb, che era arrivato vicino a un -3%, ha sì cercato di arginare le perdite, ma ha chiuso comunque intorno a un -2,3%. Stesso discorso per lo spread Btp/Bund, tornato in area 145 punti dopo essersi spinto anche al di sopra dei 150 punti, livello che non vedeva da gennaio. A pesare, anche in questo caso, sono state ancora le incertezze sulla formazione del nuovo Governo e soprattutto le indiscrezioni sulla bozza di accordo tra Lega e M5S circolate ieri, in cui tra le altre cose si ipotizzava la cancellazione di 250 miliardi di debito alla Bce e la creazione di un fondo con 200 miliardi di immobili pubblici da cartolarizzare. A poco è servito, per tranquillizzare i mercati, che M5S e Lega abbiano subito definito «superata», e dunque non veritiera, quella bozza di contratto.

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