Tra un paio di settimane scatterà un nuovo sciopero degli esami proclamato finora da oltre 7mila professori universitari. A rischio un appello della sessione estiva che partirà il 1 giugno. I docenti chiedono di rivedere il sistema degli scatti di stipendio che li vedrebbe penalizzati rispetto al resto della Pa a cui si aggiungono altre rivendicazioni più generali sul rilancio del sistema universitario. Ma gli studenti ora chiedono anche attraverso una fotopetizione - che raccoglie gli scatti dei ragazzi con cui spiegano perché saranno danneggiati da questo sciopero - di sospendere la protesta perché visto lo stallo del Governo difficilmente i professori avrebbero una risposta entro le prossime settimane. Ma i prof insistono: «Scioperiamo lo stesso per mandare un messaggio al futuro Governo in vista della prossima manovra».
Di fronte alla concreta possibilità di esami estivi a rischio, l’Udu - l’Unione degli Universitari - «considerato il perdurare dello stallo di oltre due mesi nella formazione del governo» ha chiesto all’Autorità di Garanzia sugli scioperi di invitare i docenti a sospendere lo sciopero della sessione estiva «per evitare un danno inutile agli studenti». E nel frattempo ha lanciato una fotopetizione. «Abbiamo chiesto alla Commissione di Garanzia - spiega Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Udu - di attivarsi per chiedere la sospensione dello sciopero». «Ribadiamo la nostra vicinanza al merito delle rivendicazioni della docenza ma - aggiunge l’Udu - continuiamo a essere fortemente contrari ai metodi di protesta individuati, che hanno come unico effetto quello di danneggiare gli studenti. Lo pensavamo prima e ancor più ora col realizzarsi dello stallo nella formazione di un governo: a due settimane dall’inizio dello sciopero, i promotori non hanno alcun interlocutore con cui negoziare pertanto lo sciopero sarebbe davvero una inutile e ingiusta punizione per gli studenti». Nella situazione attuale - concludono gli studenti - «è palese che non ci sarà una risposta dal governo nei tempi utili per sospendere lo sciopero prima che questo abbia i suoi effetti negativi sulla pelle degli studenti».
I docenti del Movimento per la dignità della docenza universitaria si sono interrogati sull’ipotesi di sospendere il prossimo sciopero visto lo stallo politico. Ma di fronte all’ipotesi sia di un Governo politico M5s-Lega che di un eventuale Governo del presidente che si insedierà comunque a sciopero avviato non hanno dubbi: si sciopera lo stesso. «A meno di eventi eclatanti nei quali si deve sempre sperare ma che sono altamente improbabili - avverte una lettera circolata in questi giorni tra chi aderisce allo sciopero - andremo allo sciopero senza esitazione. Il Governo (quale che sia) avrà bisogno di una forte sollecitazione per muoversi e noi - spiega la lettera - dobbiamo dargliela». Il prossimo Esecutivo quale che sia (politico o del presidente) dovrà infatti occuparsi della prossima legge di bilancio dove dovrebbero essere trovate le risorse per gli stipendi dei prof e per l’università.
A meno che - avverte il documento - non arrivi lo stop della Commissione di garanzia degli scioperi che nelle scorse settimane ha approvato la sospensione degli esami estivi nelle università italiane con alcune garanzie (i docenti devono garantire almeno cinque appelli l’anno). «Ma se, viceversa, la Commissione non interverrà - conclude la lettera -, sciopereremo tranquilli». Il primo sciopero dei docenti universitari, nella scorsa sessione autunnale, coinvolse 10.580 professori ordinari e associati e ricercatori di settantanove università.
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