Italia

Dossier Totopremier, ore decisive. Di Maio punta ancora a Palazzo Chigi

  • Abbonati
  • Accedi
    Dossier | N. 19 articoliIl contratto di governo M5S-Lega

    Totopremier, ore decisive. Di Maio punta ancora a Palazzo Chigi

    Compiuto il rito per l’approvazione del contratto di governo, domani Luigi Di Maio e Matteo Salvini si presenteranno al Quirinale per offrire a Sergio Mattarella il nome del candidato premier dell’esecutivo giallo-verde. Dopo il via libera della piattaforma Rousseau a cui hanno partecipato circa 45mila iscritti, oggi arriverà il sì dei voti raccolti nei gazebo allestiti in tutta Italia dalla Lega («oltre 100mila i partecipanti» secondo il Carroccio). L’attenzione resta però concentrata sulla premiership. Di Maio e Salvini sono in contatto praticamente costante e torneranno a vedersi in queste ore. «Sono giorni decisivi ma la settimana prossima parte il governo del cambiamento», dice il leader pentastellato.

    Il tempo ormai sta per scadere ma il nome ancora non c’è. Salvini ha anticipato che si tratta di «una figura che va bene a entrambi, con una esperienza professionale incontestabile e che condivida e abbia contribuito alla stesura del programma». Il leader della Lega esclude che la scelta possa coinvolgere lui o Di Maio («Questo mi sembra chiaro»). Non invece che sia un esponente pentastellato, come ha confermato ieri anche il numero due del Carroccio Lorenzo Fontana. Le parole di Salvini lascerebbero intendere che il candidato vada rintracciato tra uno dei partecipanti al tavolo per il contratto. A rappresentare i 5 Stelle sono stati Alfonso Bonafede, Vincenzo Spadafora e Laura Castelli, oltre al capo della comunicazione Rocco Casalino. Bonafede però sembra indirizzato verso la Giustizia e Castelli allo Sviluppo economico mentre su Spadafora ci sarebbe una resistenza di parte dei gruppi parlamentari. Il «contributo» al programma potrebbe quindi essere avvenuto dall’esterno. Ecco perchè continuano a ballare i nomi di tecnici come il giurista Giuseppe Conte, già indicato come ministro della pubblica amministrazione nella squadra di governo M5s presentata alla vigilia delle elezioni. Ma anche quelli di parlamentari di peso come Riccardo Fraccaro o Danilo Toninelli.

    L’ultima parola spetta però al Presidente della Repubblica. Sergio Mattarella ha anticipato che non si limiterà a fare il «notaio». E chissà che non sia proprio questa la speranza residua in cui confida Di Maio, per arrivare a Palazzo Chigi . «Non lo so se personalmente andrò a fare il presidente del Consiglio o entrerò nella squadra di Governo», ha chiosato ieri il capo politico del M5S sostenuto anche da Davide Casaleggio («Il premier ideale è Di Maio»). Il leader M5S ieri era in Piemonte, dove ieri si è tenuta una manifestazione dei No-Tav a cui hanno partecipato anche esponenti pentastellati tra cui Laura Castelli. Di Maio ha confermato che il contratto di governo sancisce il blocco della Torino-Lione, definita «un’opera inutile che non serve più». Posizione fortemente criticata da Fi. La Capogruppo al Senato Anna Maria Bernini attacca: «Bloccare la Torino-Lione significa disattendere un trattato con la Francia, significa prelevare circa tre miliardi di penali direttamente dalle tasche degli italiani, significa intaccare la credibilità» Posizione condivisa anche da FdI che con Guido Crosetto rilancia: «Come si può pensare di far ripartire l’economia e creare occupazione dimenticandosi di parlare di impresa e cancellando le grandi opere strategiche». Mentre per la capogruppo di Fi alla Camera, Mariastella Gelmini, sta per nascere «il governo dei “no”, a trazione grillina. “No” alla Tav, “no” all’Ilva, “no” a politiche differenziate e più incisive per il Sud».

    La distanza tra la Lega e gli (ex?)alleati del centrodestra si fa sempre più marcata. L’invito a tornare a casa rivolto da Berlusconi a Salvini è stato respinto al mittente. «Ci sono zero possibilità», ha confermato Fontana mentre il segretario della Lega assicura che il contratto giallo-verde darà risposte a tutti gli elettori del centrodestra. Quanto alle perplessità manifestate dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia su alcuni contenuti del contratto Stefano Buffagni, deputato M5s molto vicino a Casaleggio, ha invitato l’associazione degli industriali «a collaborare e non a criticare».

    © Riproduzione riservata