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Juventus-Brescia, fase difensiva meglio di quella offensiva

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spareggio calcio femminile

Juventus-Brescia, fase difensiva meglio di quella offensiva

(Cecilia Salvai)
(Cecilia Salvai)

Bella partita al Piola di Novara tra Juventus e Brescia, con la prima che si è aggiudicata lo scudetto. Per me, con una figlia di 12 anni calciatrice, l’estate 2017 accompagnata dalla visione in tv delle partite dell’europeo nei Paesi Bassi e una sola partita femminile vista di persona, un under 19 a Sesto San Giovanni (Milano), era tanta la curiosità di vedere giocare le donne.

Premesso, anche, che chi scrive è solo uno dei 60 milioni di ct viventi in Italia, mi permetto di dire che lo spettacolo è stato di altissimo livello. Entrambi i centravanti, per cominciare, hanno fatto il loro intenso dovere, molto anche in fase difensiva, con Franssi della Juventus che si è creata anche una limpida occasione da gol ma poi, non tirando dal limite, ha vanificato l’accelerazione con cui si era liberata dalla marcatrice.

Ci sono state poche occasioni per la Juventus - che ai punti avrebbe meritato la vittoria - perché il Brescia ha dimostrato di avere una fase difensiva molto accurata, lasciando di fatto occasioni alla sola Bonansea.

Il giudizio sul Brescia si può considerare esaurito avendo fatto tutto quello che la partita richiedeva, anche se non ha creato neanche un’occasione, se la memoria non mi tradisce, con l’unico tiro dalla distanza non pericoloso. Migliore in campo Giugliano, poi Girelli.

Della Juventus su tutte il nome che faccio è Salvai; bene le altre con citazioni per Bonansea e Hyyrynen e tiratina d’orecchie, ma solo perché si pretende la perfezione da una campionessa, a Rosucci perchè nella parte finale, in due occasioni, ha tenuto palla con una compagna libera di rendersi pericolosa.

Ora passo ad antipatici distinguo tra calcio femminile e maschile.

È incredibile come le atlete si accalchino sui rinvii del portiere dalla stessa parte del campo. Chi ha negli occhi in campo maschile i giocatori di Sacchi, del Barcellona ma anche quelli di Sarri, obbligati a calpestare la linea laterale deve dire che il calcio femminile sia un altro sport. O si tratta di una strategia voluta e strana - nel primo corner a proprio favore tutte le giocatrice del Brescia erano sulla linea di porta della Juventus - o potrebbe dipendere dal fatto che le donne non hanno la capacità di cambiare il gioco come gli uomini.  

2) Il numero dei falli laterali è infinito al punto che per sfinimento, da entrambe le parti, si sono registrati controfalli, peraltro con buffe dinamiche. Certamente non c’è in campo l’Atletico Madrid i cui giocatori l’altra sera, nella finale di Europa league, hanno giocato lungo la linea destra del fallo laterale come fossero in mezzo la campo, riuscendo spesso ad andare via dopo 4-5 palleggi.

3) Non si è capito perché i due allenatori non abbiamo fatto cambi, solo uno a testa e tardi. Il grave errore di Allegri - tra infiniti meriti - che a Madrid nel ritorno dei quarti di Champions 2017-18 non ha fatto cambi nel finale credo che vada trasformato in un comandamento per le e i mister. Le svirgolate finali, per fortuna non dannose, hanno mandato segnali forti sulla necessità di lavorare in prospettiva sui cambi. Ieri si trattava di una finale ed è stato giusto così: tenere in campo chi era in trance agonistica e evitare ingressi a freddo.

4) Mai visto tante volte buttare la palla in fallo laterale di proposito da parte dei difensori. Quando impareranno a giocare con il portiere sarà un altro sport.

5) Infine, siccome quasi sistematicamente la giocatrice che entra in area poi viene chiusa in calcio d’angolo, al lordo che ieri la difese sono state impeccabili, forse è meglio che si provi a fare un tocco in meno e un cross a rientrare in più.

Termina qui il commento che termina con un 10 e lode comune ai due mister perché anche un non tecnico come me capisce che dietro a entrambe le squadre c’è tanto lavoro.

L’impressione ultima è che con i mezzi, l’entusiasmo e l’organizzazione della Juve potrebbe essere anche in campo femminile il primo di sette scudetti consecutivi. Ieri ad assistere alla partita c’erano tutte le giovanili del club che di sicuro sono tornate a Torino con grande entusiasmo.

Voto alle tifoserie: Juventus 10 (7 Brescia), con un decisivo cambio al megafono delle zebre: dopo 90 minuti di capi ultras maschi, infatti, una tifosa al megafono che sembrava la Ricciarelli ha dato un supporto decisivo.

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