Forza Italia e Lega: distanti in Europa e ora anche in Italia. Ma ancora insieme in 6 regioni a guida centrodestra e alleati in più della metà dei 37 capoluoghi guidati dal centrodestra. È la fotografia del difficile stato dei rapporti tra i due partiti, entrati in fibrillazione nelle ultime settimane dopo la chiusura dell’accordo politico e programmatico tra M5s e Carroccio. Un accordo reso possibile solo dopo il tormentato via libera del Cavaliere all’ipotesi di astensione, arrivato il 9 maggio, rispetto a un’esecutivo giallo-verde.
Le distanze in Europa
A Bruxelles, mentre Forza Italia fa parte della famiglia dei Popolari europei insieme alla Cdu di Angela Merkel, la Lega appartiene al gruppo L’Europa delle Nazioni e della Libertà (Enl), del quale fanno parte le formazioni della destra euroscettica, tra cui il Front National di Marine Le Pen e il Partito per la libertà olandese (Pvv) di Geert Wilders e il partito della libertà austriaco (la destra del Fpö) di Heinz Christian Strache (al governo di Vienna insieme ai popolari). Una differenza di collocazione politica di non poco conto, che non ha mai rappresentato però un ostacolo in passato in Italia ad esecutivi caratterizzati da un asse tra Lega e Forza, presentatisi in coalizione alle elezioni del 4 marzo.
La divisione a livello nazionale
Ma dopo il via libera di fatto di Berlusconi a un governo M5s-Lega, si è di fatto rotta l’alleanza tra i due partiti a livello nazionale. Del resto nel 2011 fu Berlusconi a lasciare Salvini all’opposizione e ad appoggiare il governo tecnico Monti, mentre oggi, con l'ipotesi di governo M5S-Lega, è il Cavaliere a dover fare un passo di lato per fare strada al nuovo esecutivo. Il partito di Silvio Berlusconi si avvia dunque a votare no alla fiducia riservandosi la valutazione dei singoli provvedimenti qualora siano in linea con il programma presentato alle elezioni dal centrodestra unito. Il Cavaliere ha sottolineato che ciò «non segna la fine dell'alleanza di centro-destra» a livello locale. Ma è chiaro che non è possibile escludere ripercussioni.
Le 6 giunte regionali di centrodestra
Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise e Sicilia. Sono sei le regioni italiane governate dal centrodestra in base a un'alleanza Lega-Forza Italia. Lombardia, Veneto e Friuli sono a trazione leghista con il Carroccio che esprime il presidente (rispettivamente Attilio Fontana, Luca Zaia, Massimiliano Fedriga). La Liguria è l’unica regione guidata da un presidente azzurro, Giovanni Toti, considerato uomo di cerniera tra Forza Italia e Lega. Anche se il governatore del Molise Donato Toma è ritenuto un moderato vicino a Forza Italia. In Sicilia il governatore Nello Musumeci è invece espressione di Fratelli d'Italia, che si è presentata in un'unica lista con “Noi con Salvini”, la versione sudista del Carroccio.
Alleanza Lega-Fi in 21 capoluoghi di provincia
La situazione è più articolata a livello comunale. Su 37 capoluoghi di provincia appannaggio del centrodestra in 21 casi i due partiti governano insieme: da Udine, (espugnata recentemente dal centrodestra), a quelli conquistati nella primavera dell’anno scorso. Emblematico il caso di Genova, città storicamente amministrata dal centrosinistra, fino a una serie di capoluoghi al Nord: Piacenza, Gorizia, La Spezia, Como, Lodi, Monza, Alessandria, Asti e Verona. Ma l’intesa tra azzurri e Carroccio si è estesa anche al centro: oltre l’Aquila, è stata conquistata la rossa Pistoia. La città va ad aggiungersi a Grosseto e Arezzo, già vinte dall’intesa Lega-Fi nel 2015 e nel 2016.
Forza Italia da sola soprattutto al Sud
In tre casi però (Chieti, Matera e Potenza) i due partiti hanno presentato candidati contrapposti. Stesso di discorso a Venezia, dove però alla fine la Lega è confluita nella maggioranza. Ma vanno ricordati anche i casi dei capoluoghi di provincia (soprattutto del centrosud) dove la Lega non si è presentata. Così, ad esempio, a Foggia, Frosinone, Perugia, Cosenza, Benevento Forza Italia governa con l’appoggio di una serie di liste locali. Caso opposto a Savona dove è Forza Italia a non essersi presentata e la Lega governa con il sostegno di due liste civiche.
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