«Avete la mia parola qui a Confcommercio che l'Iva non aumenterà e le clausole di salvaguardia saranno disinnescate». Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, interviene all'assemblea di Confcommercio prendendo un impegno solenne dopo l’appello del presidente Carlo Sangalli e di molti settori produttivi. Con un ulteriore messaggio che va nella direzione di sedare certe preoccupazioni diffuse. «Quando parliamo di turismo parliamo di infrastrutture, in cui alcune Regioni strategiche neanche ce ne sono, in altre ci sono luoghi bellissimi e neanche un treno che porta i turisti fino a lì. Chi sta raccontando l'idea che questo sia il governo del no alle infrastrutture sbaglia».
«Sui conti trattiamo con l’Ue, diremo anche dei no»
Più di qualche fibrillazione sta producendo a Bruxelles la nascita dell’esecutivo giallo-verde, ansia verso cui l’atteggiamento rimane improntato al massimo della rassicurazione. Ma fatta la premessa di tenere alla tenuta dei conti, «se vogliamo bene all'Italia, e noi le vogliamo bene, se vogliamo portare avanti progetti economici dobbiamo contrattare con l’Europa le condizioni che l'Italia non può più sostenere, dicendo anche dei no» tiene a sottilineare Di Maio che si sofferma anche sui cambiamenti necessari alle imprese. «C'è una questione importante che riguarda l'innovazione, il programma Industria 4.0 va sempre di più semplificato nel suo accesso». Per il leader del M5S bisognerà intervenire anche sul fronte dell'istruzione perché «in tanti ci chiedono di rimettere in sesto i vecchi istituti tecnici e commerciali». «Dobbiamo prenderci qualche rischio per fare ripartire il paese» a partire «dall'eccessiva burocratizzazione. Bisogna agevolare e semplificare», le modalità «per accedere anche ad altri programmi, al fondo garanzia, a tutto il sistema degli incentivi, per esempio gli sgravi sull'energia per le imprese. Tante persone hanno i requisiti poi mollano perché c'è troppa certificazione da compilare».
«Non credo a spesometro e split-payment»
«Sono state fatte delle norme antievasione che però rendono tutto troppo complicato e trattano tutti come fossero evasori, finiscono col perseguitare i cittadini che le tasse le hanno sempre pagate. Non credo a spesometro, redditometro o split-payment: sono strumenti che dovevano servire a punire i disonesti e premiare gli onesti, ma in realtà si impiegano ancora cento giorni l'anno per tutti gli adempimenti». Per cambiare questo stato delle cose l'intenzione di «incrociare le banche dati della Pa e invertire l'onere della prova che deve essere a carico dello Stato».
Sangalli: sull’ Iva non si tratta e non si baratta
«Sull'Iva non si tratta e non si baratta!». Così il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli rivolgendosi ai ministri presenti all'assemblea dell’associazione avava ripreso la battaglia per evitare le clausole di salvaguardia e l'aumento dell'Iva. Le chiamano “clausole di salvaguardia». Ma «cari amici, la vera salvaguardia per imprese e cittadini è difendere i loro redditi, il potere d'acquisto, la competitività diffusa delle imprese».
Il contratto di governo per il cambiamento per Sangalli«dovrà ora misurarsi con il banco di prova della tenuta dei conti pubblici. Flessibilità di bilancio, contenimento della spesa pubblica improduttiva, recupero di evasione ed elusione sono oggi, del resto, condizioni necessarie per il blocco degli aumenti Iva. Dopo una campagna elettorale all'insegna di “meno tasse per tutti, gli aumenti Iva pari nel 2019 a circa 200 euro a testa per ogni italiano, finirebbero per essere una beffa, oltre che la fine certa delle già modesta prospettiva di ripresa».
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