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Raggi ai pm: Lanzalone suggerito da Bonafede e Fraccaro

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Raggi ai pm: Lanzalone suggerito da Bonafede e Fraccaro

L’avvocato Luca Lanzalone era diretta espressione dei vertici del M5S: «Mi fu suggerito dagli attuali ministro Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro dopo l’arresto dell’ex dirigente e mio collaboratore Raffaele Marra», assicura Virginia Raggi. Per questo gli aveva dovuto attribuire pieni poteri nella gestione dell’affaire Nuovo Stadio della Roma, anche se «non prese nessuna autonoma decisione».

A chiarirlo è stata la sindaca della Capitale, ascoltata ieri dai pm di Roma nell’inchiesta sull’associazione capeggiata dall’imprenditore Luca Parnasi, sospettato di corruzione nell’ambito della vicenda che riguarda la costruzione del Nuovo Stadio della As Roma. Un progetto che è congelato in attesa della due diligence concordata ieri in Campidoglio tra la sindaca e il Dg del club giallorosso, Mauro Baldissoni, anche lui ascoltato ieri dai pm per i rapporti con Parnasi.

Raggi: non sono responsabile
All’audizione di ieri con i pm, Raggi ha negato ogni sua responsabilità, chiarendo il motivo per il quale all’inizio del 2017 l’Amministrazione decise di cambiare la propria posizione fino ad allora ferma nel voler revocare la dichiarazione di pubblico interesse per il nuovo impianto giallorosso. Con l’arrivo di Lanzalone, uomo forte del Movimento e corrotto, per i pm, dal costruttore Parnasi, cambia tutto. Raggi ha spiegato che «chiesi un approfondimento sul concordato preventivo per alcune partecipate del Comune, Fraccaro e Bonafede, mi suggerirono l’avvocato Lanzalone. Lui ci ha aiutato tantissimo a capire come stavano le cose sulla cubatura (del Nuovo Stadio della Roma, ndr)». Ieri è stato sottoposto a interrogatorio di garanzia lo stesso Lanzalone. Al giudice per le indagini preliminari ha spiegato: «Nella mia vita non ho mai compiuto nulla di illecito, respingo con forza ogni addebito». Il professionista ha cercato di smentire i fatti come ricostruiti dalla Procura della Repubblica di Roma, che ne ha chiesto e ottenuto l’arresto ai domiciliari. Della facoltà di non rispondere, invece, si è avvalso Parnasi. Tuttavia i suoi legali hanno voluto precisare che l’imprenditore - detenuto nel carcere milanese di San Vittore - è disponibile ad essere interrogato direttamente dai pubblici ministeri.

Nomine con Di Maio e Bonafede
I documenti d’indagine contengono numerosi nuovi spunti. Lanzalone era in contatto soprattutto con i vertici del Movimento, come ha confermato la stessa Raggi. Il 2 giugno, data in cui si forma il Governo M5S-Lega, ne parla con un suo collega di studio, Luciano Costantini. Negli atti c’è il riassunto della conversazione. «Luciano afferma che Alfonso (Bonafede, ndr) gli ha detto che vorrebbe portarlo ovunque e aspetterà che Luciano gli indichi la posizione che vuole assumere. Luciano gli ha chiesto cosa serve ed Alfonso gli ha risposto che non ha ancora capito come funziona il ministero». Lanzalone afferma «di aver detto a Luigi (Di Maio, ndr) che è interessato alla nomina a commissario in qualche amministrazione straordinaria piuttosto che Cassa Depositi e Prestiti. Luca dice di aver chiesto l’incarico anche per Luciano». Infine c’è un presunto riferimento al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Parnasi dice che gli hanno presentato Conte da cui una volta insediato avrà bisogno della firma sui fanghi».

Lo sponsor con Spadafora
Nei documenti ci sono anche riferimenti a richieste di «sponsor» che Parnasi fa a Lanzalone per arrivare al sottosegretario alle Pari opportunità Vincenzo Spadafora. «Parnasi - si legge - seguita a dispensare consigli a Lanzalone su come proporsi a Spadafora e agli altri esponenti del M5S per sponsorizzare il suo nome. Parnasi ribadisce a Luca Lanzalone di fargli sapere cosa gli ha detto Vincenzo Spadafora».

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