«Tutti i giornalisti sono, per via del loro mestiere, degli allarmisti: è il loro modo di rendersi interessanti», diceva Arthur Schopenhauer. A quanto pare il detto vale per professionisti, praticanti, pubblicisti e pure per gli iscritti all’albo che nella vita fanno altro, tipo il politico. E il ministro dell’Interno: Matteo Salvini è in carica da due settimane e, da due settimane, è tutto un lanciare allarmi e un dichiarare guerre: ai migranti («È finita la pacchia»), alle Ong che li soccorrono («Chiudiamo i porti»), alla tracciabilità del contante («Via i limiti») e adesso anche al riso cambogiano, al grano canadese, al Parmesan e alle Mozzarille.
Migranti, «crociere» e Ong straniere
Il settore «core», per le strategie di comunicazione dell’artefice della svolta sovranista della Lega, neanche a dirlo è il fronte dell’immigrazione. Domenica 10 giugno sono in corso le amministrative in 761 comuni e il vicepremier con delega all’Interno incrocia il fioretto con l’Aquarius, nave Ong che trasporta migranti: l’Italia chiude i porti, ne nasce un caso internazionale, l’Aquarius dovrà attraccare a Valencia dopo un’odissea di nove giorni. Che, per Salvini, è stata una «crociera». E, a proposito della solidarietà mostrata in questa vicenda dalla Spagna, il ministro è provocatorio: «Ringrazio il governo spagnolo ma mi auguro che ne accolga altri 66mila. E spero arrivino anche i portoghesi, i maltesi e gli altri», dice nel corso di un comizio per i ballottaggi.
Se i migranti sono il problema, le Ong - secondo il Salvini pensiero - contribuiscono in maniera decisiva alla determinazione di questo problema: e vai con il tweet della foto del ragazzone della organizzazione non governativa Lifeline. «Questo signore è nell’equipaggio della nave della Ong tedesca che, in attesa di caricare immigrati, mi dà del “fascista”... Rassicurante direi!».
Questo signore è nell’equipaggio della nave della Ong tedesca che, in attesa di caricare immigrati, mi dà del “fasc… https://twitter.com/i/web/status/1008030378978938882
– Matteo Salvini(matteosalvinimi)
All you need is cash
Qui in Italia fa il giro delle associazioni di categoria. Parla all’assemblea di Confesercenti e il tema diventa il cash: «Non ci dovrebbe essere nessun limite alla spesa: ognuno è libero di pagare come vuole e quanto vuole». Ovazione dei commercianti in sala, non certo del Movimento 5 Stelle, altro azionista di riferimento del governo Conte che attraverso Luigi Di Maio, altro vicepremier con delega al Lavoro e allo Sviluppo economico e altro dioscuro dell’italico populismo. Che ha immediatamente sottolineato: «Nel contratto questo punto non c’è, lavoriamo su altri fronti: per esempio quello che vivono tanti commercianti in Italia, nel pagamento elettronico, dobbiamo eliminargli i costi». Come dire: già è tanta la carne al fuoco...
Guerra al Parmesan (e alle mozzarille)
A proposito di carne al fuoco, il meglio di sé Salvini lo dà alla corte di Coldiretti che lo invita al «Bistecca Day», organizzato al «Villaggio dei contadini» appositamente allestito a Torino, in piazza Castello. «La verità è che abbiamo finito di fare gli zerbini», dirà parlando a margine ai giornalisti il ministro dell’Interno. «Dopo le navi delle Ong, potremmo fermare anche quelle che arrivano nei nostri porti cariche di riso cambogiano». Tema caldissimo, per l’uditorio agricolo, è quello del Ceta, il trattato di libero scambio con il Canada. A proposito del quale il ministro dell’Agricoltura, il leghista Gian Marco Centinaio, ha annunciato l’intenzione di chiedere al Parlamento di non provvedere alla ratifica. Salvini, neanche a dirlo, sta dalla sua parte: «Il Ceta, tanto per cominciare, legittima l’Italian sounding, la contraffazione dei prodotti italiani. Apre il mercato ai Parmesan e alle Mozzarille. E apre il mercato al grano canadese, sulla cui qualità è legittimo qualche dubbio». Ma i toni più forti sono quelli nei confronti delle importazioni dall’Est: «Siamo assolutamente a fianco della Coldiretti. Siamo pronti a bloccare le navi cariche di riso asiatico». Come dire: giusto quest’altro fronte ci mancava per il vicepremier con delega all’Interno. L’ennesima guerra da combattere ai comizi, nelle interviste televisive e sui social network. Perché è l’aratro che traccia il solco, ma è Twitter che lo difende.
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