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Rifugiati, arriva la direttiva Salvini. Più navi in Libia con un…

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Rifugiati, arriva la direttiva Salvini. Più navi in Libia con un decreto

Rifugiati, Libia, Rom: Matteo Salvini va avanti inarrestabile. Se deve fare marcia indietro, comunque non si ferma. Parla nel pomeriggio con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Poi dichiara: «Nessuna crepa nel governo, l’intesa è granitica. Il censimento nei campi Rom non è una priorità. Ma lavoreremo con i sindaci, i controlli ci sono da anni con amministrazioni di tutti i colori». A scanso di equivoci, è lo stesso Conte a chiarire: «Nessuno ha in mente di fare schedature o censimenti su base etnica, discriminatori e incostituzionali. Vogliamo individuare e contrastare l’illegalità, tutelare la sicurezza dei cittadini e per le comunità Rom verificare l’accesso dei bambini ai servizi scolastici».

Si affianca il vicepremier Luigi Di Maio: «Censimenti su base razziale non si possono fare. Mi fa piacere che Salvini abbia corretto il tiro, sull’immigrazione siamo compattissimi». Gli attacchi al vicepresidente del Consiglio ormai non si contano. «Raggelante» per il commissario Ue Pierre Moscovici. «No al modello Usa in Italia» protesta Matteo Renzi. «Stop a provvedimenti speciali» avverte Ruth Dureghello, presidente Comunità ebraica. «Affermazioni contrarie alla fede» sottolinea la Caritas. «Un censimento etnico viola i diritti umani» ricorda il Consiglio d’Europa. Precisa in serata il ministro dell’Interno: «A me basta vedere chi ci sta in quei campi, se i bambini vanno a scuola e come sono spesi i soldi». In mattinata esultava per l’abbattimento a Carmagnola (Torino) di una casa abusiva in un campo di Sinti: «Dalle parole ai fatti, prima gli italiani».

IL TREND DELLE RICHIESTE DI ASILO
Domande presentate e esito delle decisioni (Fonte: ministero dell'Interno – Commissione nazionale per il diritto d'asilo)

Il capitolo Rom sembra per ora accantonato. Ma non è detto. Di certo, il Salvini segretario della Lega lancia in resta cambia musica quando mette i panni di ministro dell’Interno: dall’allegro con fuoco passa all’andante con moto. Si è visto ieri alla Scuola superiore dell’amministrazione dell’Interno dove il ministro ha salutato i 250 nuovi funzionari delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale. Chi attendeva un intervento severo sul rilascio dei permessi ai rifugiati è rimasto deluso se non sorpreso. Ha chiesto semmai tempi più rapidi nei giudizi «a tutela di coloro che hanno veramente diritto all’asilo» come recita un comunicato del Viminale. I suoi uffici, in realtà, stanno per ultimare una direttiva/circolare alle commissioni incentrata soprattutto sulla protezione umanitaria: oggi rappresenta il 28% dei permessi rilasciati (dati maggio 2018) contro il 7% di rifugiati in senso stretto e il 4% di protezione sussidiaria.

Numeri troppo grandi sull’umanitaria, dice Salvini con toni pacati. La direttiva/circolare farà riferimento a una recente sentenza della Cassazione (n. 4455/2018): la protezione umanitaria non può essere data se lo Stato d’origine non è un Paese insicuro per il migrante o non ci sono rischi di pregiudizi per i suoi diritti. La quota del 28% di quei permessi potrebbe scendere parecchio.

All’Interno, poi, viaggia spedito il programma per l’incontro di Salvini con Serraj la prossima settimana in Libia. Si confrontano e si valutano i possibili contributi di unità navali, a sostegno per i libici, ipotizzati da Marina Militare, Guardia Costiera, Guardia di Finanza, Dipartimento Ps e Arma dei Carabinieri. La Marina, in particolare, potrebbe dare fino a quattro corvette classe Minerva oggi non operative. Mentre con i fondi europei è prevista una consegna a breve di 20 gommoni da undici metri. Agli inizi di luglio, dopo l’incontro Salvini-Serraj, si riunirà il comitato tecnico italo-libico per dare seguito alle prime indicazioni politiche del vertice di Tripoli. Oltre le imbarcazioni finanziate con i fondi Ue, se l’Italia deciderà di cedere, con una donazione, propri mezzi, sarà necessario un decreto legge. Ieri Salvini ha visto il collega olandese Mark Harbers, oggi incontra quello austriaco Herbet Kickl.

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