Una partita nella partita. È quella che vede di fronte Forza Italia e Lega ai prossimi ballottaggi. Formalmente alleati in 15 dei 20 comuni capoluoghi interessati da questa tornata elettorale, i due partiti sono anche in competizione, dato che il Carroccio è alleato dei 5 stelle a livello nazionale, mente gli azzurri sono all’opposizione. Le città al ballottaggio da tenere sotto la lente sono otto, al netto di quegli enti dove è stato schierato un candidato civico scelto da tutte le forze della coalizione: Massa, Pisa e Terni (aspiranti primo cittadino in quota Lega); Siena, Viterbo, Brindisi (quota Fi); Teramo e Ragusa (quota FdI).
La Lega punta su Pisa, Massa e Terni
Il Carroccio punta tutto su Pisa, Massa e Terni. Nella città della torre il partito di Salvini intravede una vittoria storica, con la possibilità di strappare alla sinistra una città governata dagli anni ’70: il centrodestra a trazione leghista ha preso al primo turno il 33,4%, superando il candidato Pd fermo al 32,3%, e spera ora di calamitare anche il 9% preso dai grillini. Più in bilico la situazione a Massa: l’aspirante primo cittadino del Pd Alessandro Volpi al primo turno si è piazzato primo con il 33,9%, il candidato del centrodestra Francesco Persiani, vicino alla Lega, ha ottenuto il 28,2%. Ma c’è da conquistare il 15% di voti grillini del primo turno. A Terni, invece, il duello tra centrodestra a trazione leghista (49,2% al primo turno) è con il M5S (25%), su cui però potrebbero convergere i voti della sinistra per evitare che il loro ex feudo venga travolto dalla «marea nera».
Fi guarda a Brindisi e Viterbo
Gli azzurri guardano soprattutto a Viterbo e Brindisi, dove i loro candidati hanno buone possibilità di affermarsi. Nella cittadina laziale, il centrodestra unito attorno al forzista Giovanni Arena ha superato il 40% il 10 giugno, e se la dovrà vedere con un candidato civico, Chiara Frontini (17,6%). A Brindisi, il candidato forzista Roberto Cavalera ha sfiorato il 35% e dovrà vedersela con il centrosinistra (23,5%). Nonostante il mancato apparentamento, potrà inoltre sperare sul 18% dell’aspirante primo cittadino del duo Lega-Fdi, che è si è piazzato quarto il 10 giugno dietro il M5S (21,3%).
Corsa in salita per Fi a Siena
Più difficile a Siena: il candidato di centrosinistra si è piazzato primo il 10 giugno, con il 27,4%, e al ballottaggio si è apparentato con la lista di Pierluigi Piccini (già sindaco dal 1993 al 2001 con Pds e Ds), che al primo turno aveva preso il 21,3%. Più dietro il candidato del centrodestra unito (vicino a Fi), che non è andato oltre il 23,2%.
FdI in gioco a Teramo e Ragusa
A Teramo corre tutto il centrodestra con un uomo di Fratelli d'Italia come candidato sindaco: Giandonato Morra, coordinatore regionale del partito di Giorgia Meloni. Al Primo turno Morra ha preso il 34%, mentre il candidato del centrosinistra si è fermato al 21%. Anche a Ragusa corre un candidato civico sostenuto da Fdi, Peppe Cassì (20,8%), ma la Lega non ha presentato la lista e Fi aveva un altro candidato rimasto fuori dal ballottaggio. Cassì se la dovrà vedere contro il candidato grillino, che è in vantaggio (22,7%), tuttavia potrebbe contare anche sul sostegno della sinistra in chiave anti-M5S.
Il bilancio (quasi) equilibrato del primo turno
Al primo turno il centrodestra ha già conquistato quattro capoluoghi. Due in quota Fi, uno Lega e uno FdI. A Barletta ha vinto il candidato di Fi (qui addirittura la Lega si era presentata con un aspirante primo cittadino suo proprio), come pure a Catania dove si è affermato l’eurodeputato e coordinatore provinciale di Fi Salvo Pogliese (su cui si è ritrovato tutta la coalizione). A Treviso il centrodestra unito ha vinto attorno al candidato leghista Mario Conte. A Vicenza la coalizione unita ha conquistato la città con la vittoria del candidato per primo indicato da FdI, Francesco Rucco. Per Fi, tuttavia, pesa la sconfitta di Brescia, vinta al primo turno dal centrosinistra: qui candidato sindaco del centrodestra era la forzista Paola Vilardi.
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