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La corsa di Di Maio a riequilibrare la maggioranza

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I RAPPORTI DI FORZA NEL GOVERNO

La corsa di Di Maio a riequilibrare la maggioranza

Due vittorie significative (ad Avellino «storico feudo Dc», a Imola «storica roccaforte emiliana») del Movimento 5 Stelle ai ballottaggi di ieri danno ossigeno al capo politico pentastellato Luigi Di Maio nella competizione interna al Governo. Dove resta, però, evidente la maggiore abilità di Matteo Salvini nel saper sfruttare la visibilità che il ruolo di ministro garantisce. È una questione di competenze - l’immigrazione e la sicurezza sono temi a presa immediata sull’elettorato - ma anche di toni, con il ministro dell’Interno che fa incursioni su materie a lui “estranee” (per esempio i vaccini) e non presenti nel contratto di governo che dovrebbe essere, invece, la mappa che l’esecutivo giallo-verde ha concordato di seguire.

Negli scorsi giorni i sondaggi parlavano di un sorpasso della Lega rispetto al M5s e oggi è evidente che i rapporti di forza all’interno della coalizione appaiono diversi se non rovesciati rispetto a quanto fotografato dal voto politico del 4 marzo, quando il Movimento 5 Stelle raccolse il 32,7% e la Lega poco più della metà con il 17,4%. Lo spostamento dell’asse del governo su una linea leghista è fonte di preoccupazione all’interno del Movimento, soprattutto in quella parte che fa riferimento al presidente della Camera Roberto Fico. Il quale, negli ultimi giorni, non si è tirato indietro per contrastare quella che, agli occhi dell’ala cosiddetta “ortodossa”, è considerata una deriva conservatice e di destra: è intervenuto a difesa di Roberto Saviano cui Salvini minaccia di revocare la scorta e ha criticato lo slogan leghista dei migranti che «non fanno la pacchia», per citare due esempi. Sentimento che alimenta le voci (smentite) di contatti tra i pentastellati “delusi” con il Pd e, specularmente, la speranza tra i democratici che una parte del Movimento possa finire per “ribellarsi” all’alleanza con Salvini.

Di certo per ora c’è l’intenzione di Di Maio di riequlibrare l’alleanza. Dopo aver rilanciato l’iniziativa sulla “gig economy”, nei prossimi giorni il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro punterà su un tema iper-grillino come la cancellazione retroattiva dei vitalizi (in ufficio di presidenza a Montecitorio) e soprattutto sul “decreto dignità” che sarà presentato anche in chiave di lotta alla burocrazia.

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