È una vittoria che per il centrodestra va oltre le previsioni: tutte le roccaforti rosse sono cadute. Non solo quelle toscane, Pisa-Massa-Siena, ma anche Sondrio dove da decenni governava il centrosinistra che perde anche città simbolo in Emilia come Imola conquistata dal M5s. È la conferma che l'onda partita il 4 marzo alle elezioni politiche continua a crescere. E che a cavalcarla è soprattutto Matteo Salvini, assoluto protagonista in queste ultime settimane e di conseguenza il vero vincitore di questa tornata amministrativa.
Anche i 5 stelle hanno votato a destra
Un risultato non scontato perchè da allora è cambiato lo scenario: la Lega ora governa con il M5S e ha il resto della coalizione di centrodestra, Forza Italia e Fdi all’opposizione. Una rottura che tuttavia non ha modificato le scelte dell’elettorato. Al contrario: è probabile che ai ballottaggi non solo il centrodestra è riuscito a riportare al voto i suoi elettori ma probabilmente ha anche potuto contare sul sostegno di una parte dell’elettorato pentastellato.
Una conferma dell'alleanza di governo
É la conferma che l'alleanza di governo è apprezzata dagli elettori. E non era affatto scontato. Perché la sovraesposizione di Salvini in queste ultime settimane avrebbe potuto provocare una reazione di rigetto tra i sostenitori grillini. E in particolare tra quelli che guardano a sinistra. Invece non è andata così. Segno che la bandiera della sicurezza e contro l'immigrazione ha fatto breccia anche in quella parte di cittadini che un tempo faceva parte dello zoccolo duro della sinistra. Solo così si spiega la sconfitta di Pisa e anche di Massa e Siena.
Berlusconi e Meloni junior partners
Per Salvini è più che una bella notizia. Perché non c'è dubbio che è il leader della Lega il vero grande vincitore di queste amministrative. Non solo ai danni del Pd ma anche degli alleati, tanto quelli del centrodestra che di governo. È vero che il contributo di Berlusconi e Giorgia Meloni è stato determinante per assicurare la vittoria ai ballottaggi. Ma la distanza dei voti presi dalla Lega rispetto agli alleati consegna questi ultimi al ruolo di junior partners. Che dovranno continuare a fare buon viso a cattivo gioco. A tenersi stretti Salvini anche a costo di finire completamente fagocitati.
Una vittoria che pesa nei rapporti con Di Maio
Anche per il M5S il risultato di ieri suona come una conferma non proprio confortante in prospettiva. La capacità mostrata dal leader della Lega di essere credibile verso un elettorato trasversale, compreso quello grillino, inevitabilmente finisce per indebolire il partito di Luigi Di Maio, aumentando le tensioni all'interno del governo e tra i due vicepremier. Il capo pentastellato finora si è accontentato di giocare di rimessa, recuperando spazi dopo che il suo omologo leghista aveva già occupato media e social. Ma finora si è trattato solo di una battaglia sulla comunicazione. Tra non molto (a settembre) si dovrà di discutere cosa finanziare e a quel punto per tenere assieme gli interessi dei rispettivi elettorati non basterà un post su facebook.
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