Italia

Torino, Milano o Cortina: la vera sfida olimpica? Battere i veti…

  • Abbonati
  • Accedi
verso la scelta del coni

Torino, Milano o Cortina: la vera sfida olimpica? Battere i veti incrociati

Mercoledì prossimo 1° agosto inizierà ufficialmente il sogno olimpico dell’Italia. Il Coni sceglierà chi tra Cortina, Milano e Torino (in rigoroso ordine alfabetico) rappresenterà il Paese nel percorso che dovrà determinare quale città ospiterà i Giochi invernali del 2026.

Già il 6 luglio scorso il Governo italiano ha compiuto il passo fondamentale, garantendo il suo sostegno alla candidatura italiana. Il 10 luglio poi il Consiglio nazionale del Coni ha deliberato all’unanimità di inviare al Cio (il Comitato olimpico internazionale) la candidatura italiana per l’evento.

Tra le priorità indicate dal governo, come presupposto nel dare il suo disco verde, ci sono il contenimento dei costi, la sostenibilità del progetto a livello sociale e ambientale nonché l’eredità positiva che i giochi saranno in grado di garantire alla città prescelta, al Paese e alle «future generazioni».

GUARDA IL VIDEO / Olimpiadi 2026, il governo valuta le tre candidature

E saranno parametri assolutamente tecnici quelli che guideranno il Coni nella sua scelta. Intanto, il presidente del Coni Giovanni Malagò - che aveva espresso il «sogno» di unire le tre città nella candidatura - ha invitato i sindaci di Cortina, Milano e Torino a un incontro congiunto che si svolgerà domani al Foro Italico. Alla riunione i sindaci potranno essere accompagnati dai presidenti di Regione. La sfida tra le tre città ha però assunto anche una sfumatura politica, con la nascita del governo giallo-verde. Da una parte ci sono i grillini, divisi tra favorevoli e contrari a Torino (città guidata dalla pentastellata Chiara Appendino), dall’altra il Carroccio che guarda a Milano e in alternativa a Cortina (nelle due città sono in campo i governatori leghisti Attilio Fontana, Lombardia, e Luca Zaia, Veneto).

Una volta scelta la città candidata, ci si inserirà nel percorso che dovrà portare il Cio a decidere la località che ospiterà i giochi invernali 2026 alla riunione dell’organismo il 10 settembre 2019, che si terrà a Milano. Prima di tutto alla sessione Cio di Buenos Aires dell’ottobre prossimo verranno ufficializzate le candidate. Oltre all’Italia, hanno manifestato l’interesse il Canada (con Calgary), il Giappone (Sapporo), la Svezia (Stoccolma) e la Turchia (Erzurum), dopo che altre due nazioni, Austria (Graz) e Svizzera (Sion), si sono ritirate. Già a gennaio 2019 le città dovranno inviare un primo file con le garanzie del governo, mentre a febbraio ci sarà la visita degli esperti del Cio. Tra le altre tappe fondamentali ci sarà a giugno il report della commissione valutazione del Cio sulle singole località, per poi arrivare a luglio, quando a Losanna (Svizzera) si terrà una riunione dove saranno ascoltati dagli esperti del Cio i rappresentati delle candidature.

Al Coni sono convinti che una volta trovata unità attorno alla città prescelta, l’Italia sarà il paese con le chance maggiori. A Calgary non sono poche le incertezze: si dovrebbe tenere un referendum a novembre sulla candidatura (un sondaggio Cbc a inizio luglio ha evidenziato un calo di 7 punti rispetto a marzo dei favorevoli all’evento). Incertezze anche in Svezia, dove a settembre ci saranno le elezioni politiche e nessuno può prevedere cosa succederà. Erzurum dovrà offrire molte garanzie sulla sicurezza, mentre Sapporo è svantaggiata dal fatto che gli ultimi giochi invernali sono stati proprio in estremo oriente, a Pyeongchang, nella Corea del Sud.

Sul fronte della possibile crescita economica aggiuntiva garantita dall’aggiudicazione dell’evento, nelle stanze del Coni circola uno studio che parla di 45mila addetti in più e un incremento del valore aggiunto pari a 2,7 miliardi. Stime forse un po’ ottimiste, se il calcolo fatto dal Ceis di Tor Vergata nel 2016 per la candidatura di Roma 2024 alle olimpiadi estive (con una risonanza ben maggiore rispetto a quelle invernali) indicava un valore aggiunto di 3,9 miliardi. Di certo, la città prescelta avrà la possibilità di sfruttare la risonanza mediatica: dopo le olimpiadi invernali Torino 2006 il Piemonte ha visto crescere gli arrivi del 41,7% nei dieci anni successivi.

© Riproduzione riservata