Per l’Italia la partita sulla Libia torna a farsi complessa. A fare il gioco della Francia e a frenare il tentativo italiano di assumere la regia della stabilizzazione del Paese del Nord Africa, dopo l’investitura ottenuta dagli Usa, è l’uomo forte della Cirenaica, il generale Khalifa Haftar, interlocutore - oltre che dello stesso Eliseo - di Egitto, Russia ed Emirati Arabi Uniti. A capo dell’Esercito nazionale libico, è avversario del premier libico Fajez Serraj, riconosciuto dalla comunità internazionale a seguito degli accordi di Skhirat del 2015 e interlocutore di riferimento di Roma. Il governo di Tobruk, del quale Haftar ha il controllo, ha dichiarato “persona non gradita” l’ambasciatore italiano Giuseppe Perrone. L’Italia, va ricordato, è l’unico paese che ha mantenuto una sede diplomatica nel paese, a Tripoli.
Haftar dichiara l’ambasciatore italiano “persona non gradita”
Comandante delle forze armate che fanno capo al Parlamento di Tobruk, Haftar è stato accanto a Gheddafi nel golpe del 1969. Capo di Stato Maggiore delle forze libiche fino al 1987, dopo la guerra del Ciad ha preso le distanze
dal Colonnello. Dopo aver vissuto negli Usa, è tornato in Libia nel 2011, l’anno della rivolta contro Gheddafi. Nel 2014 ha
avviato l’Operazione Dignità a Bengasi, che gli ha consentito di sradicare la presenza di islamisti in quei territori.
Il generale preme per andare alle elezioni in tempi stretti
Al generale non sono piaciute le ultime dichiarazioni del diplomatico italiano. L’ambasciatore ha detto che la Libia, allo stato attuale, non è in grado di garantire uno svolgimento democratico delle elezioni, pertanto ha bisogno di tempo per andare al voto. Haftar è convinto che uno slittamento della data delle elezioni - si tratta
di quelle presidenziali e parlamentari - ad oggi fissata al 10 dicembre da un vertice che si è tenuto a Parigi nel maggio scorso sotto la regia del presidente francese Macron, non vada nel suo
interesse.
Il rischio che la conferenza sulla Libia faccia slittare il ritorno alle urne
L’uomo forte della Cirenaica ha la sensazione che se si andasse ora a votare, otterrebbe la maggioranza. Vede nella decisione italiana, peraltro sostenuta dagli Usa e non osteggiata dall’Egitto, di organizzare una conferenza
sulla Libia a novembre un modo per far slittare la data delle elezioni.
Libia importante per migranti e risorse energetiche
La stabilizzazione della Libia ha un’importanza strategica. In primo luogo dal punto di vista dei flussi migratori che dal Nord Africa spingono per raggiungere l’Europa, attraverso l’Italia. Un altro aspetto rilevante è di carattere economico:
il paese ha ingenti risorse di petrolio e gas. A giugno Haftar ha bloccato quattro terminal petroliferi nella parte orientale del paese, con conseguente crollo della produzione
nazionale.
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