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Dossier | N. 63 articoliGenova, tutto sul crollo del ponte Morandi

Strade, autostrade e ferrovie: tutte le opere finanziate dall’Europa in Italia

A poche ore dal disastro di Genova, il vicepremier e ministro degli Interni, Matteo Salvini, non ha perso l'occasione per fare campagna elettorale e ha addossato «ai vincoli europei» la colpa del crollo del viadotto Morandi per la presunta impossibilità dello Stato italiano di spendere i soldi necessari alla manutenzione straordinaria del ponte.

Salvini è stato smentito prima di tutto dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, che ha ricordato come gli investimenti pubblici in infrastrutture siano già inclusi nel bilancio e rientrino nei tendenziali. Dunque non ci sono vincoli alla spesa, se non – spesso, secondo Tria - la capacità progettuale che limita l'utilizzo delle risorse disponibili. Soprattutto, gli investimenti per la manutenzione del ponte sulla A10 non spettavano allo Stato ma sarebbero stati a carico di Autostrade per l'Italia, il gestore della tratta che a maggio aveva avviato un bando di gara.

Giova ricordare, poi, che proprio la Commissione europea ha costretto l'Italia a limitare i ripetuti prolungamenti delle concessioni alla società del gruppo Benetton, per evitare distorsioni del mercato per aiuti di Stato.
Ma contro le parole del vicepremier ci sono anche i numeri. Bruxelles non solo non impedisce all'Italia di realizzare investimenti in infrastrutture, ma anzi li favorisce e li finanzia. Nella programmazione 2014-2020, il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) assegna all'Italia 2,44 miliardi di euro per trasporti e infrastrutture. Più dell'11% della dote complessiva del Fesr è destinata all'Italia. A questo importo occorre aggiungere circa 1,2 miliardi di cofinanziamento nazionale, importo che l'Italia è obbligata a spendere per assicurarsi il finanziamento europeo. Una parte di queste risorse è gestita dal Programma operativo nazionale (Pon) Infrastrutture e reti di cui è responsabile il ministero dei Trasporti. Le altre rientrano nella gestione dei programmi operativi regionali (Por). Anas e Ferrovie sono tra in principali beneficiari dei fondi.

Ma il contributo che l'Europa destina all'Italia per le infrastrutture comprende un'altra voce importante, la Connecting Europe Facility (Cef) che, nel periodo 2014-2020 ha assegnato all'Italia 1,481 miliardi di euro per i trasporti, che diventano 3,8 miliardi di investimenti complessivi nei sette anni. Da questo capitolo del bilancio europeo arrivano i finanziamenti per la Tav Torino-Lione (481 milioni per l'Italia e altrettanti alla Francia), infrastruttura sul cui completamento l'esecutivo Lega-5stelle sembra un po' ingolfato, tra le promesse elettorali, le esigenze delle imprese e il realismo e le responsabilità dell'azione di governo. Ancora più rilevante (590 milioni) è il finanziamento Cef destinato all'Italia per il nuovo tunnel del Brennero.

Tra Fesr e Cef, in sette anni, all'Italia arrivano più di 3,9 miliardi di contribuiti europei solo per le infrastrutture nei trasporti, senza contare i prestiti ottenuti dalle imprese attraverso il “Piano Juncker”, il Fondo per gli investimenti strategici di cui l'Italia è tra i principali Paesi utilizzatori.
In un momento così drammatico per Genova e per tutto il Paese, l'ennesima uscita sovranista di Salvini contro i “vicoli europei” è stata una nota molto stonata. Guardava troppo apertamente alla imminente campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, agitando senza scrupoli lo spauracchio del “nemico” sbagliato.

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