Tra dietrofront dell’ultimo minuto e spaccature interne, il crollo del ponte Morandi di Genova ha messo sul piatto l’ipotesi di (ri)nazionalizzazione della rete autostradale. Se i grillini sono compatti nel voler riportare allo Stato la gestione, la Lega è divisa (con il leader Matteo Salvini che sembra aver fatto marcia indietro rispetto a una prima apertura), mentre il premier Giuseppe Conte prova a mediare. Contrarissima all’ipotesi è Fi, mentre il Pd è andato un po’ in ordine sparso, tra aperturisti e contrari. Sì alla nazionalizzazione sia a destra che a sinistra, con Fratelli d’Italia e Leu.
Dietrofront di Salvini
«Studiando i bilanci di Autostrade, sì». Così il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, intervenendo ad Agorà
Estate il 20 agosto, aveva risposto a chi gli chiedeva se fosse d’accordo con la nazionalizzazione di Autostrade. Poche ore fa quella che ha tutta l’aria di essere una retromarcia: «Io non sono per le nazionalizzazioni ma per un sano rapporto tra pubblico e privato, una sana competizione; non sono un ultrà del tutto pubblico o tutto privato ma il pubblico deve controllare».
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Le divisioni della Lega
Le oscillazioni di Salvini riflettono i diversi orientamenti nel Carroccio. Il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi (Lega), intervistato dal QN affermava il 21 agosto che nazionalizzare le autostrade «dopo quello che è successo non è più un tabù. Una posizione venuta il giorno dopo che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio (e, come Rixi, fedelissimo di Salvini)
Giancarlo Giorgetti aveva detto di non essere «molto persuaso che la gestione dello Stato sia di maggiore efficienza» rispetto a quella dei privati.
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M5S compatti per il ritorno allo Stato
Il Movimento 5 Stelle è compatto per la nazionalizzazione. Il principale alfiere è il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: la nazionalizzazione, ha detto intervistato dal Corriere della Sera, «sarebbe conveniente. Pensi a quanti ricavi e margini tornerebbero in capo allo Stato attraverso i pedaggi, da utilizzare non per elargire dividendi
agli azionisti, ma per rafforzare qualità dei servizi e sicurezza delle nostre strade».
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La mediazione del premier Conte
Di fronte alle oscillazioni della Lega e la posizione granitica pro-Stato dei 5 stelle, il premier Conte si è mosso con cautela: «Valuteremo con attenzione – ha risposto a domanda precisa sulla nazionalizzazione – la modalità migliore per soddisfare l’interesse pubblico. Va senz’altro
trovata un’alternativa a cattive privatizzazioni e a un sistema concessorio mal realizzato».
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Fi contro l’addio ai privati, FdI favorevole
Tutti gli esponenti di spicco di Fi si sono finora espressi contro l’addio ai privati. Il M5S «come nell’Urss di Breznev,
crede di poter mettere nelle mani pubbliche la gestione dei servizi. Evidentemente fanno gola le tante poltrone che si renderebbero disponibili». ha affermato in una nota Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera. La nazionalizzazione di interi settori è «nostalgico, antistorico, e soprattutto inutile, se non dannoso per il Paese»,
ha aggiunto il governatore forzista della Liguria, Giovanni Toti. Diametralmente opposta la posizione degli alleati di FdI: «Meglio procedere con la nazionalizzazione delle nostre reti e dei nostri asset», ha dichiarato Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di FdI.
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Pd: Martina possibilista, ma non mancano i no
Il segretario del Pd Maurizio Martina sulla ipotizzata nazionalizzazione di Autostrade non ha chiuso la porta: «Mi muoverei con grande delicatezza su questo tema,
non escludo che si possa tornare ad un gestione diretta da parte dello Stato». L’ex segretario Matteo Renzi non si è espresso sulla questione, ma alcuni esponenti renziani hanno criticato l’addio ai privati. Intervistato da Radio
Radicale, l’ex viceministro all’Economia e braccio destro di Pier Carlo Padoan, Enrico Morando è stato chiaro: «È improponibile» un ritorno al controllo e alla gestione statale delle autostrade. «Esiste già una rete stradale gestita direttamente dallo
Stato, è la Salerno-Reggio Calabria...», ha concluso.
Sì alla nazionalizzazione dalla sinistra di Leu
Nell’opposizione al governo giallo-verde, c’è anche la sinistra di Leu a schierarsi sul ritorno dello Stato nelle autostrade.«Siamo stati fra i pochi a continuare a batterci per la nazionalizzazione dei settori strategici per la vita di un Paese. E oggi non c’è alcuna altra soluzione possibile, ha detto il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoiannidi Liberi e Uguali.
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