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Grandi opere, da oggi in vigore le regole sul dibattito pubblico

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trasparenza e partecipazione

Grandi opere, da oggi in vigore le regole sul dibattito pubblico

Dopo una lunghissima ricorsa, pronto al debutto in Italia il “dibattito pubblico” sulle grandi opere, una delle novità più discusse del Codice degli appalti (Dlgs 50/2016). Venerdì 24 agosto entra infatti in vigore il Dpcm n. 76/2018 che introduce nel nostro ordinamento il «Regolamento recante modalità di svolgimento, tipologie e soglie dimensionali delle opere sottoposte a dibattito pubblico». In pratica, le norme - ispirate al débat public sperimentate positivamente in Francia dal '95 e sponsorizzate in Italia dal precedente ministro delle Infrastrutture, Graziano Del Rio - che disciplinano la partecipazione delle comunità locali nella realizzazione delle opere pubbliche e delle infrastrutture strategiche.

Soglie alte per strade, autostrade e aereoporti
Il decreto stabilisce i criteri per l'individuazione delle opere, distinte per tipologia e soglie dimensionali, per le quali è obbligatorio il ricorso alla procedura di dibattito pubblico, e le modalità di svolgimento e il termine di conclusione della medesima procedura. Questa si applicherà a tutte le opere indicate dall'allegato 1 del Dpcm per le quali l'affidamento dell'incarico di redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica sia stato deciso dopo il 24 agosto. Si va da Autostrade e strade extraurbane «che comportano una lunghezza del tracciato superiore ai 15 chilometri» o comunque con valore di investimento «pari o superiore ai 500 milioni di euro (la controversa ricostruzione del ponte Morandi, a Genova, potrebbe forse costituire il primo test di applicazione del debat alla francese) o tronchi ferroviari sopra i 30 km o investimenti da 500 milioni.

Le altre opere da sottoporre alla procedura
Come si vede, tutte soglie particolarmente elevate (uno degli aspetti più controversi nel lungo iter di approvazione del provvedimento) che scendono per le altre opere previste dall'allegato: aeroporti (piste da almeno 1,5 km e 200 mln di investimento), porti e terminali marittimi (estensione da 150 ha/200 mln). Debat obbligatorio anche per gli interventi per la difesa del mare e delle coste, gli interporti, gli impianti di regolazione delle acque, Sono soggetti al dibattito pubblico anche le infrastrutture ad uso sociale, culturale, sportivo, scientifico o turistico e impianti e insediamenti industriali, che comportano investimenti complessivi superiori a 300 milioni di euro. I parametri di riferimento sono ridotti del 50% quando si tratti di interventi che ricadono, anche parzialmente, su beni e aree iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Unesco, nelle addicenti “zone tampone”, o nei parchi nazionali e regionali e nelle aree marine protette.

Decreto Mit entro l’8 settembre per la Commissione
Il decreto fissa anche le modalità di monitoraggio sull'applicazione della procedura del «dibattito pubblico» e disciplina il funzionamento della Commissione nazionale istituita, senza oneri per l'erario, presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il compito di raccogliere e pubblicare informazioni sui dibattiti pubblici in corso di svolgimento o conclusi e di proporre raccomandazioni per migliorare l'utilizzo di questo strumento di trasparenza e partecipazione dei cittadini. Per la piena operatività del Dpcm, si dovrà attendere un decreto del Ministero delle infrastrutture, che dovrà definire il funzionamento della Commissione per il dibattito pubblico. Il termine per questo adempimento ministeriale è l'8 settembre.

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