Il governo non usi il crollo del ponte Morandi a Genova per avere la scusa per nazionalizzare. L’appello arriva dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che a margine di un evento del quotidiano La Stampa a Cortina d’Ampezzo ha detto che «dobbiamo uscire da una dimensione pregiudiziale ideologica in cui il pubblico è la purezza e il privato è la negatività». «Occorre fare le cose nel rispetto delle funzioni dello Stato. La magistratura - ha aggiunto - intercetti le responsabilità penali, e si faccia quanto prima il ponte a Genova. Ma usare questa questione per un'idea di nazionalizzazione, cioè una sentenza politica prima di quella giudiziaria, è un errore».
Sul fronte dei rapporti con l’esecutivo giallo-verde, Boccia ha assicurato che «Confindustria non vuole far cadere il governo», ribadendo di aver solo parlato di difficoltà nel dialogare con i suoi esponenti. E ricordando come gli imprenditori siano stati attaccati duramente: “Ci hanno confuso per un partito politico che non siamo noi», ha sottolineato,
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Boccia ha parlato anche di legge di bilancio, augurandosi che «abbia attenzione per industria e crescita». E di decreto dignità, considerato dal numero uno di Confindustria una vicenda ormai superata: «È inutile accanirsi terapeuticamente, tanto non
aumenterà né diminuirà l’occupazione». Interrogato suullo scontento del mondo produttivo rispetto all’azione di governo, Boccia ha detto di star «contenendo» gli imprenditori dallo scendere in piazza e di essere impegnato nell’esortare ad attendere di verificare i
contenuti della prossima legge di bilancio. E ha aggiunto: «Spero di non arrivare a dover dialogare con il governo attraverso
la piazza. Se i ceti sociali devono esprimersi in questo modo siamo alla frutta». In ogni caso «non so che tipo di paese abbia in mente questo Governo - ha Boccia -non ho capito se puntino ad una disintermediazione totale e quale idea di politica economica abbiano».
Genova: importanti i tempi, non chi rifarà ponte
Per Boccia dopo il crollo del viadotto Morandi la cosa più importante sono i tempi della ricostruzione, non chi la realizzerà.
«Il ponte lo deve ricostruire chi riterrà di farlo, nella logica di un governo che deve arrivare a soluzioni anche per dare
risposte certe dal punto di vista temporale agli operatori economici e alla di Genova», ha dichiarato Boccia. «Senza pregiudiziali,
si trovi una soluzione e si dia un tempo certo entro il quale il ponte sarà realizzato. È una questione di credibilità del
Paese, oltre che di rispetto verso i cittadini di Genova e gli operatori economici di Genova», ha ribadito.
Governo, Tria sta esprimendo saggezza
Per Boccia il ministro dell’Economia, Giovanni Tria «sta esprimendo molta saggezza. Invita a moderare i toni». Alla una
domanda su quale consiglio darebbe a Tria per la politica economica del Paese, Boccia ha replicato che «bisognerebbe partire
da un paradigma di pensiero diverso. Cioe' decidere cosa vuoi realizzare, per esempio piu' occupazione - quindi ridurre i
divari - poi individuare gli strumenti e poi ragionare sui saldi di bilancio». In questo modo, per Boccia, «forse anche l'Europa
capirebbe». Infatti per Boccia «se si dice che si vuole aumentare il deficit per creare piu' occupazione», magari l'Europa
non sarebbe cosi' contraria, mentre «se andiamo in Europa a dire che vogliamo aumentare il deficit solo per aumentare la spesa
pubblica, non credo troveremo l'accordo dei partner europei». Per il presidente di Confindustria, «altra cosa e' fare infrastrutture,
altra cosa e' investire sulla crescita», aumentando il deficit, rispetto a un aumento senza crescita.
Infrastrutture: serve grande piano, non dibattiti su cantieri aperti
All’Italia «serve un grande piano infrastrutturale» e «non avere dibattiti su cantieri aperti», ha detto Boccia, citando
esplicitamente la Tav Torino-Lione. «Che diciamo ai francesi? Che tutti i lavori che hanno fatto non servono a nulla, al di
la' delle penali», ha affermato Boccia. Per il numero uno di Viale dell'Astronomia, un dibattito sulle infrastrutture nel
Paese può essere utile, concordando con il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sull’importanza delle infrastrutture regionali.
Ma «una cosa è il futuro del Paese, una cosa è aprire un dibattito su cantieri aperti», ha ribadito, sottolineando che «quando
il dogma prevale sul pragmatismo si aprono dibattiti che creano incertezza e nervosismo».
Ilva: ancora non ho capito obiettivo del governo
«Sull’Ilva non ho ancora capito che fine ha in testa il ministro» ha detto Boccia, augurandosi che quelle sul polo siderurgico
di Taranto «siano tattiche negoziali del ministro, che porti a casa miglior risultato possibile ma chiuda la questione prima»
che esploda «un problema sociale per Taranto e per l'indotto».
Pil: rallentiamo perchè in contesto internazionale difficile
Secondo il numero uno di Viale dell’Astronomia la crescita dell’Italia è più lenta rispetto a quella degli altri grandi Paesi
industrializzati perchè in un contesto internazionale difficile, «con i dazi e il protezionismo Usa e la Cina aggressiva sul
fronte economico», «noi siamo più deboli degli altri e rallentiamo». Inoltre, ha continuato Boccia, «dobbiamo stare attenti
a non dare un’idea di aumento del deficit», perchè agli investitori internazionali «preoccupa l'incertezza» e noi abbiamo
una «politica economica chiara nei titoli ma non nei contenuti. Una cosa e' dire che arrivi a flat tax e reddito di cittadinanza
in 4-5 anni, usando i proventi della crescita. Una cosa e' dirlo che ci arrivi in 6 mesi», senza chiarezza su percorso e risorse.
Il presidente si augura poi che domani dall’agenzia di rating Fitch - che farà una review sull’Italia - arrivino buone notizie,
spiegando che se saranno cattive non va data la colpa ai «poteri forti».
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