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Serie A, perché Mancini e Salvini sbagliano sui troppi stranieri nel…

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Serie A, perché Mancini e Salvini sbagliano sui troppi stranieri nel nostro campionato

(Reuters)
(Reuters)

Dopo una lunga estate passata a guardare i primi Mondiali di calcio dal 1958 senza gli Azzurri, ieri sera la nostra Nazionale è tornata finalmente in campo. La neonata UEFA Nations League non è iniziata con una vittoria. Il pareggio con la Polonia, con gol su rigore dell'oriundo Jorginho, ha messo in mostra una squadra che fatica a costruire gioco. Non solo, si è visto anche un ambiente ancora scosso per la mancata partecipazione all'ultima Coppa del Mondo. Pochi giorni prima della delicata doppia sfida contro Polonia e Portogallo il CT Roberto Mancini ha lanciato l'ennesimo attacco “contro i troppi stranieri che giocano in Serie A e che vanno in campo al posto dei nostri giovani più bravi”.

In sintonia con il CT, il vice-premier Matteo Salvini ha rincarato la dose spiegando che “occorre un limite al numero di giocatori stranieri in campo per poter dare spazio e fiducia a tanti giovani italiani che altrimenti vengono sacrificati”.

Diciamoci la verità: sia Mancini che Salvini sbagliano. Il dibattito dei troppi stranieri in Serie A è una polemica sterile. Parafrasando il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è il classico dibattito portato avanti da coloro che vorrebbero cambiare tutto per non cambiare niente.

Osservando i dati, infatti, si può notare come non esista nessuna causa-effetto tra la percentuale dei giocatori stranieri all'interno dei vari campionati di calcio europei ed i risultati delle rispettive squadre nazionali.

Ad oggi, la Serie A ha il 57,6% di giocatori stranieri, la Premier League il 67,9%, la Bundesliga il 52,5% di stranieri, la Ligue 1 francese il 49,1% di stranieri, la Liga spagnola il 41,2% di stranieri e la Jupiler Pro League belga il 63,6%. La media di giocatori stranieri presenti nei 10 campionati di calcio europei principali (leghe che hanno un valore totale superiore ai 500 milioni di euro) è pari al 52%, poco meno della percentuale di giocatori stranieri presenti in Serie A.

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*Giovanni Caccavello è dottorando in International Business and Strategic Management presso la University of Strathclyde. In precedenza ha lavorato come Google Fellow presso l'Istituto Bruno Leoni e come European Policy Fellow presso l'Institute of Economic Affairs. Ha ottenuto un Master in economia dello sviluppo presso la University of Glasgow e ha studiato presso altre importanti università come la London School of Economics e la Otto Beisheim School of Management. È contributor di Econopoly - Il Sole 24 Ore.

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