La forza di Matteo Salvini è frutto della debolezza o difficoltà dei suoi alleati. Vale per Silvio Berlusconi ma anche per Luigi Di Maio. Il Cavaliere lo invita a casa sua per trovare un’intesa sulle partite che scottano (Rai, prossime regionali e soprattutto le misure anti-Mediaset ipotizzate dai pentastellati) salvo sentirsi dire, prima ancora di varcare l’uscio di Arcore e per di più nel salotto domenicale di Canale 5, che la sua è una visita di carattere privato e non un vertice politico. Parole che vorrebbero in qualche modo rassicurare anche i Cinque stelle e soprattutto il loro capo politico che deve fare i conti con i malumori della base e di una pattuglia di parlamentari che, dopo aver subito il sorpasso del Carroccio nelle preferenze degli italiani, non vuole perdere ulteriore terreno a causa dall’abbraccio soffocante con la Lega. Di Maio però non ha alternative. Lo spauracchio di tanto in tanto agitato da qualcuno di un possibile ritorno di fiamma con il Pd costringe Salvini a mettersi la mano davanti alla bocca per nascondere la sua risata, visto la frammentazione di quello che nella scorsa legislatura era il principale partito di governo.
I due «forni»
Il leader della Lega sfrutta la situazione e finché avrà il vento in poppa giocherà su entrambi i fronti o, come si diceva
un tempo, su entrambi “i forni”. Quello con Berlusconi è un forno a vapore, a cottura lenta: da marzo a oggi Fi ha perso quasi
metà dei suoi consensi transitati sulla sponda leghista (vale anche per Fdi, il partito di Giorgia Meloni, che stando ai sondaggi
attuali rischia alle Europee di non superare la soglia di sbarramento del 4%). Eppure nonostante Salvini cannibalizzi il suo
stesso partito, Berlusconi non può far altro che tenersi stretto al leader della Lega. Alternative infatti non ce ne sono.
O meglio, sono assai rischiose visto che, piaccia o meno, Salvini è l’unico interlocutore che l’ex premier ha nel governo
e non non può permettersi di rinunciarvi. Ecco perché alla fine Berlusconi sarà costretto a rimangiarsi anche il veto messo
su Foa alla presidenza della Rai.
La nomina di Foa
Domani ci sarà un vertice (stavolta ufficiale) tra Salvini, Berlusconi e Meloni per decidere le alleanze in vista delle amministrative
e sulla partita Rai. Già mercoledì Lega e Cinque stelle presenteranno alla riunione della Vigilanza una risoluzione in cui
si invita il cda di viale Mazzini a nominare alla presidenza uno dei suoi componenti, Foa compreso. Indicazione che nelle
ore successive sarà confermata dal consiglio e ratificata giovedì dalla vigilanza grazie al voto decisivo di Forza Italia.
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