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Pace fiscale, pensioni e ticket, ma resta il nodo coperture

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Pace fiscale, pensioni e ticket, ma resta il nodo coperture

Nella manovra ci saranno le “misure di bandiera” di M5S e Lega, ma senza forzature sul deficit come chiesto dal ministro dell’Economia Giovanni Tria. Lo hanno assicurato il ministro dell’Interno Salvini e il premier Conte dopo il lungo vertice di ieri sera a Palazzo Chigi sulla legge di bilancio. Con Di Maio a sottolineare che «vanno tagliati tutti gli sprechi», «non deluderemo le promesse, perchè siamo pronti a fare scelte coraggiose».

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Ma i toni rassicuranti non risolvono le difficoltà nel far quadrare i conti sulle due “bandiere” della maggioranza, ovvero il reddito di cittadinanza targato Cinquestelle e la “pace fiscale” spinta dalla Lega, su cui l’accordo tecnico e politico appare ancora arduo. In ogni caso, con una nota in tarda serata Conte ha assicurato che «il vertice si è svolto in totale armonia» e che si punta al «rilancio della crescita attraverso i punti qualificanti del contratto».

Sul tavolo di ieri sera c’erano i tre tasselli della manovra: il numero di pensioni minime da aumentare, il calendario del reddito di cittadinanza, i limiti alla “pace fiscale”. Misure da realizzare tenendo, però, il deficit entro l’1,8%, come chiesto dal Mef contro le ipotesi di arrivare fino al 2% messe in campo dalla maggioranza.

Reddito di cittadinanza e “pace fiscale”
Sul fronte del reddito di cittadinanza, M5S spinge per anticiparlo a marzo, dopo l’aumento delle pensioni minime a 780 euro che dovrebbe scattare a gennaio e la riforma dei centri per l’impiego. Mentre sul fronte della “pace fiscale” voluta dalla Lega si continua a discutere sull’ipotesi del tetto fino a 1 milione di euro, con i Cinquestelle che insistono sull’indisponibilità a «votare alcun condono», perchè «dobbiamo aiutare le fasce più deboli, non premiare chi si è portato i soldi all’estero e vuole farli rientrare».

Dalle pensioni alla pace fiscale: le due manovre contrapposte di Lega e M5S sul tavolo di Conte (di M. Perrone)

Il nodo previdenza
È non meno di 6-8miliardi il costo stimato dalla Lega per garantire la pensione a tutti i lavoratori quota 100 vincolata a due soglie, ovvero 62 anni e 38 di contributi. Risorse che rappresentano uno dei punti più delicati del confronto sulla manovra, tanto che tra le ipotesi circolate potrebbe esserci l’introduzione di alcuni paletti, come il ricorso alla contribuzione figurativa limitato a 2 anni.

Padoan: uscita a 62 anni mette in discussione sistema
Ma «l’uscita a 62 anni mette in discussione il nostro sistema previdenziale, è in gioco la sostenibilità della finanza pubblica» dice l’ex ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, commentando le previste misure sulle pensioni. Secondo l’ex ministro, poi, nella legge di bilancio in discussione «la flat tax non è più la flat tax, il reddito di cittadinanza rinomina semplicemente il reddito di inclusione. Ma la cosa più preoccupante è smantellare le riforme già fatte, come la Fornero». E «se si introduce un condono fiscale si fa un danno grave alle istituzioni e al Paese», aggiunge Padoan.

Sanità, si punta a ridurre i ticket
A fronte del lavoro sui tagli, ci sono anche le richieste di spesa. Come quella della ministra della Salute, Giulia Grillo, che chiede una riduzione dei ticket su farmaci e visite, risorse per il rinnovo del contratto dei medici e investimenti in edilizia sanitaria.

Conte: vertice in armonia, crescita attraverso punti contratto
Ieri sera dopo l’incontro è arrivata la nota del premier Conte a rassicurare non solo sui contenuti della manovra, ma anche sul clima dell’incontro, che - dice - «si è svolto in totale armonia». «Nel corso del vertice ci siamo soffermati sull’analisi degli sprechi da tagliare ai fini della riqualificazione della spesa pubblica - scrive il presidente del Consiglio - e sulle possibilità di un rilancio della crescita attraverso i punti qualificanti del contratto di governo: flat tax, reddito di cittadinanza, superamento della legge Fornero e un quadro organico di tagli alle spese improduttive». Conte ha poi spiegato che c’è «l’obiettivo condiviso di provvedere a una profonda revisione della spesa, volta a massimizzarne l’efficienza attraverso il taglio degli sprechi» e che «è stato affrontato anche il tema delle riforme strutturali in via di formulazione definitiva, con l'obiettivo di valutare l'incidenza di queste sulla crescita economica».

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