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il pressing su tria

Pensioni, reddito di cittadinanza, flat tax: a che punto è il cantiere manovra

A un mese dal varo della legge di bilancio il puzzle delle misure ancora non è composto. E con il nodo coperture ancora da sciogliere si fa sempre più insistente il pressing di Movimento 5 Stelle e Lega sul “guardiano dei conti”, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, per ottenere tutte le risorse necessarie - portando a esempio l’asticella del deficit dall’1,6 al 2% - per avviare i tre capisaldi del contratto di governo: flat tax, riforma della legge Fornero sulle pensioni e reddito di cittadinanza. Senza dimenticare però che sulla legge di bilancio gravano le clausole Iva che da sole valgono 12,5 miliardi. Ecco a che punto è il cantiere della legge di bilancio.

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Reddito di cittadinanza
Per il reddito di cittadinanza il Movimento Cinque Stelle punta ad ottenere 10 miliardi per partire nel 2019
. L’idea di base resta quella utilizzare le risorse già presenti in bilancio per il Rei, circa 2,6 miliardi. Il primo passo imprescindibile sarà comunque il potenziamento dei centri per l'impiego. A disposizione ci sono 750 milioni che si punterebbe a raddoppiare, utilizzando anche i fondi europei.

Pensioni di cittadinanza
Il Movimento punta anche alla pensione di cittadinanza, portando le minime a 780 euro. Anche questa misura però comporta oneri pesanti, se si considera che, dai primi calcoli degli esperti, per alzare l'assegno sociale a 800mila pensionati servirebbero 4 miliardi, mentre per alzare quello di circa 1 milione di invalidi civili (assegno a 282 euro) ne servirebbero almeno altri 6. Sulla platea dei destinatari che in primo momento sembrava comprendere anche gli stranieri il vice-premier Di Maio ha chiarito: spetterà solo agli italiani.

Flat tax
Gli interventi sul Fisco sono il cavallo i battaglia della Lega. Che punta a inserire da subito un assaggio di flat tax
destinato ai professionisti e mettere in cantiere poi un taglio drastico della prima aliquota Irpef per tutti dal 2020. Per i primi il forfait esiste già ed è al 15% per tutti quei professionisti con ricavi fino a 30mila euro e per le altre categorie con ricavi fino a 50mila euro. L’obiettivo è estendere la platea ad autonomi, Snc, Sas e Srl che optano per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65mila euro. Dai 65mila ai 100mila euro si pagherebbe un 5% addizionale. Per start up e attività avviate da giovani under35 resterebbe lo sconto al 5%. Il costo è di circa 1,5-1,7 miliardi.

Taglio dell’Ires
Nel pacchetto, messo a punto dalla Lega, anche un taglio di 9 punti dell’Ires
(l'aliquota al 24% scenderebbe al 15%) sugli utili reinvestiti in azienda per ricerca e sviluppo, macchinari e assunzioni stabili. Confermata anche l'intenzione di estendere la tassa fissa sugli affitti al 21% agli immobili commerciali. Se introdotta per i soli nuovi contratti potrebbe essere 'a costo zero', se comprenderà anche quelli in essere l'asticella sale a 900 milioni. Resterebbe un regime opzionale.

Una manovra da 28-30 miliardi

Pace fiscale
C’è poi il capitolo della cosiddetta pace fiscale che non piace ai pentastellati.
Su questo fronte il segretario federale della Lega Matteo Salvini preme per chiudere da subito tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100 mila euro. La formula utilizzata è quella della “Pace fiscale”. La misura non convince M5s, che la legge come una forma di condono. L'ennesimo.

Cancellazione della riforma Fornero
In pensione con quota 100 e minimo 62 anni di età anagrafica già dal 2019.

Sul piano delle pensioni la Lega, uno dei due azionisti di maggioranza del governo giallo-verde, propone di reintrodurre i pensionamenti di anzianità, cancellata dalla riforma Fornero. La proposta dovrebbe rientrare in manovra. In particolare, la soluzione è «quota 100», come somma di 62 anni minimi di età anagrafica e 38 di contributi pensionistici versati, già dal 2019, mentre l’obiettivo finale dovrebbe essere l'adozione di questa soluzione “senza limiti”. La quota 100 con 62 e 38 consentirebbe l’uscita nel 2019 di 500mila persone. I costi per la finanza pubblica oscillano tra i sette e gli otto miliardi nel primo anno di applicazione.

Come coprire questa misura? Secondo il Carroccio, si può puntare su una «pace contributiva» per chi volesse utilizzare questo canale di uscita anticipata. Chi ha buchi di versamento contributivo dopo il 1996, ovvero l'anno in cui è stato introdotto il sistema di calcolo attuale, potrebbe colmarli attraverso ratei volontari, e beneficiando di sconti per il recupero. Alberto Brambilla, esperto di previdenza vicino alla Lega, propone come forma di finanziamento di ricorrere a fondi di solidarietà e fondi esubero.

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