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Salvini: manovra non cambia, meno tasse a chi investe su titoli in…

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doppia bocciatura da ufficio bilancio e bankitalia

Salvini: manovra non cambia, meno tasse a chi investe su titoli in Italia

Stime troppo ottimistiche, impatto modesto sulla crescita, rischi di incremento del debito. Upb, Bankitalia e Corte dei Conti criticano il Def e, nelle audizioni in Parlamento, spiegano perché. Alle obiezioni formulate da Upb risponderà domani in Parlamento il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, convocato anche in Commissione bilancio dall’opposizione. Ma i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio non arretrano: «La manovra non cambia, andiamo avanti». Concetto ribadito al termine del vertice di maggioranza:
«Stiamo limando, aggiungendo, migliorando. Legge Fornero, pace fiscale, riduzione delle tasse» ha detto il vicepremier Matteo Salvini all'uscita da Palazzo Chigi al termine del vertice sulla manovra. «Le riunioni - aggiunge - le facciamo a prescindere da quello che dicono a Bruxelles perché da persone serie stiamo
limando al centesimo».

Intervistato poi ad Agorà su Rai Tre, il leader leghista dichiara: «Non vogliamo certo chiedere l'oro per la Patria. Ma aiutare chi investe nei titoli italiani è nostra convinzione da anni e c'è nel contratto di Governo. È possibile pensare a nuove emissioni di titoli facendo pagare meno tasse a chi investe nel proprio Paese».

Di Maio e Salvini: spread a 400? Non accadrà
Arrivando a Palazzo Chigi per il vertice sulla manovra con il premier Giuseppe Conte, il ministro Tria e il sottosegretario Giancarlo Giorgietti, i vicepremier confermano dunque il tetto di deficit al 2,4% e Salvini si dice certo che l’innalzamento dello spread fino a 400 «non accadrà». E la bocciatura del Def da parte dell'ufficio parlamentare di bilancio? «Ascoltiamo tutti ma gli italiani ci chiedono di tirare dritto», dice Salvini aggiungendo: «Tiriamo tranquillamento e orgogliosamente dritto: un'Italia che torna a crescere è una buona notizia, per l'Europa, per i mercati e per il mondo. Andiamo avanti. Cancellare la legge Fornero non è un diritto ma un dovere». E Di Maio afferma che «cambiare» l’impostazione della manovra «sarebbe tradire i cittadini».

Salvini: cresceremo più del 2%. Conte: manovra si rafforza con investimenti
«Non contesto quelli che sono stati in silenzio per anni», ha detto ancora Salvini commentando la bocciatura dell’Upb, «è curioso che Bankitalia, Commissione, Corte dei Conti indichino la strada del ritorno al passato: le ricette del passato hanno portato al disastro. Quindi mi domando dove tutti questi economisti erano mentre l'Italia si impoveriva e si precarizzava». «Noi andiamo avanti e secondo me cresceremo anche di più del 2%, non dell'1,5%», assicura il leader leghista. Gli fa eco il premier Conte: «I numeri della manovra di bilancio non sono assolutamente in discussione, anzi la manovra stessa si rafforza con il piano di investimenti per il Paese di cui discuteremo con le principali aziende di Stato nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi».

Upb nega la «validazione»
L'Ufficio parlamentare di bilancio ritiene che «non sia possibile validare» le previsioni macroeconomiche relative al 2019 nella NaDef 2018, perchè le previsioni di crescita su cui si fonda la manovra sono «troppo ottimistiche», e ci sono «forti rischi al ribasso» per la congiuntura debole e le «turbolenze finanziarie». E lo spread degli ultimi mesi costa complessivamente 17 miliardi in più dal 2018 al 2021. Il giudizio è stato comunicato in audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

Violento post del M5S su Facebook l’Upb.
«Ricordiamo bene chi ha nominato Giuseppe Pisauro, Alberto Zanardi e Chiara Goretti, rispettivamente Presidente e consiglieri dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio, organismo teoricamente indipendente che valuta le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del governo. Furono Pietro Grasso e Laura Boldrini nell'aprile 2014, durante il governo Renzi. Cosa potevamo aspettarci da un organismo che risponde ancora ad una ex maggioranza oggi ridotta a rabbiosa opposizione?». È quanto si legge in un post del M5S su facebook.

Bernini (Fi): bocciatura Upb gravissima
«L’Upb, organismo indipendente, certifica che il Def si poggia su previsioni macroeconomiche inattendibili - dichiara la capogruppo di Forza Italia, Anna Maria Bernini - un provvedimento che impatta drammaticamente sulla vita e sui risparmi degli italiani». «Il governo dichiarando la volontà di persistere e andare avanti se ne assumerà tutta la responsabilità di fronte al Paese», aggiunge.

I rilievi di Bankitalia
Il reddito di cittadinanza e gli sgravi fiscali? Hanno impatti modesti e graduali sulla crescita del Pil. Per non parlare dello stop all’aumento dell’Iva, che sarebbe dovuto scattare dall’anno prossimo: potrebbe essere nullo, in quanto già incorporato nelle aspettative delle famiglie. Sono alcuni dei passaggi dell’intervento del vicedirettore generale di Bankitalia Luigi Federico Signorini, in audizione sulla Nota di aggiornamento del Def davanti alle Commissioni Bilancio. Signorini è intervenuto dopo il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.

GUARDA IL VIDEO / Manovra, Salvini: dico a nome governo che non torneremo indietro

Quanto alle pensioni, secondo l’istituto di Via Nazionale non c’è bisogno di tornare indietro, in quanto le riforme promosse in passato, a cominciare da quella Fornero, hanno reso il sistema più sostenibile dal punto di vista finanziario. In generale, Bankitalia ha esortato a evitare coperture temporanee su misure permanenti.

Di Battista: mettere mano a governance Bankitalia
Su Facebook il cinquestelle Alessandro Di Battista commenta i rilievi di Via Nazionale al Def. «Mi sono fatto il culo per 5 anni girando tutte le piazze italiane - scrive - mettendo in guardia i cittadini italiani dal capitalismo finanziario, dai conflitti di interesse tra Dipartimento del Tesoro e banche d’affari e spiegando quanto sia urgente, proprio per difendere i loro risparmi, una modifica
della governance di Bankitalia». E «mi auguro che il governo, passata la legge finanziaria, metta mano a tutto questo», aggiunge.

I rilievi della Corte dei Conti
Il quadro macroeconomico programmatico «appare ottimistico alla luce delle attuali tendenze del ciclo economico internazionale». È quanto tiene a rilevare la Corte dei conti nel corso dell'audizione in Parlamento sulla Nadef. «La traiettoria disegnata « non appare rassicurante» e «il profilo di riduzione del rapporto debito/Pil non è linea con la regola del debito».

PENSIONI, TASSE, REDDITO DI CITTADINANZA: TUTTO SUL DEF

Da reddito di cittadinanza e sgravi impatti modesti e graduali su Pil
Il reddito di cittadinanza, ha detto l’esponente dell’istituto di Via Nazionale, «come aumento di trasferimenti correnti, così come gli sgravi fiscali, tendono ad avere effetti congiunturali modesti e graduali nel tempo. Stimiamo che il moltiplicatore del reddito associato a questi interventi sia contenuto». Il reddito di cittadinanza «non deve disincentivare l’offerta di lavoro. Determinante a questo fine è il livello del beneficio rispetto al salario potenziale che il lavoratore sarebbe in grado di guadagnare sul mercato».

L’impatto stop Iva potrebbe essere nullo
Se reddito di cittadinanza e sgravi fiscali avranno effetti modesti sulla crescita del Pil, quello dello stop all’aumento dell’Iva, che sarebbe dovuto scattare l’anno prossimo, potrebbe essere addirittura nullo. «Nelle nostre valutazioni, basate sul modello econometrico trimestrale della Banca d’Italia, l’effetto espansivo» della disattivazione delle clausole Iva nel 2019 «dovrebbe essere limitato, in linea con le stime del Governo. L’impatto potrebbe essere ancora inferiore o nullo, se fosse già stato incorporato nelle aspettative delle famiglie».

In attuali condizioni debito/Pil sotto 100% tra 18 anni
«Utilizzando i tassi di oggi e ipotizzando una ripresa del consolidamento posticipata al 2022, come annunciato nella Nota, si vedrebbe che il tempo necessario per raggiungere» un livello di debito/Pil sotto il 100% «si allungherebbe di altri sette o otto anni» rispetto ai 10 precedentemente ipotizzati. Signorini ha fatto riferimento all’esercizio fatto sul Def a maggio, nel quale si postulava «una convergenza dell’avanzo primario verso il 4% del Pil e un'assenza di shock di mercato». Nelle attuali condizioni che aprono a questa prospettiva «la fiducia dei risparmiatori nella credibilità del processo di rientro richiederebbe di essere intaccata».

In Nota non c'è scenario debito con shock Pil o tassi
«L’andamento dei tassi d’interesse ha effetti considerevoli» sul rapporto debito/Pil, ha continuato l’esponente di Bankitalia. «A differenza dell’anno scorso la Nota non contiene un’analisi di sensibilità della dinamica del rapporto a fronte di shock alla crescita e ai tassi d’interesse, né scenari alternativi di medio periodo».

Non tornare indietro su pensioni
Quanto alla decisione del governo di superare la Fornero puntanto su quota 100 per l’uscita dal lavoro, Signorini ha fatto presente che «la Nota sottolinea giustamente che le riforme pensionistiche introdotte negli ultimi vent’anni hanno significativamente migliorato sia la sostenibilità sia l’equità intergenerazionale del sistema pensionistico italiano. È fondamentale non tornare indietro su questi due fronti», ha sottolineato Signorini. La sostenibilità del sistema, ha aggiunto, è «un fondamentale elemento di forza delle finanze pubbliche italiane». Non solo: «Le analisi disponibili sugli effetti delle riforme pensionistiche del passato non consentono di sostenere che nel medio-lungo periodo un aumento del tasso di occupazione dei lavoratori più anziani peggiori le prospettive occupazionali dei giovani, soprattutto nel settore privato».

Di Maio a Bankitalia: se vuole Fornero si candidi
Immediata la replica del governo giallo verde. «Se Bankitalia vuole un governo che non tocca la Fornero, la prossima volta si presenti alle elezioni con questo programma. Nessun italiano ha mai votato per la Fornero. È stato un esproprio di diritti e democrazia che viene rimborsato. Giustizia è fatta. Indietro non si torna», ha scritto il vicepremier e ministro del lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio su twitter.

Coperture siano stabili, no ad anticipi entrate
Nelle coperture, ha avvertito Signorini, bisognerà «evitare che a misure espansive permanenti facciano fronte anticipi di entrate, coperture temporanee o clausole di incerta applicazione. Ogni miglioramento conseguito sul fronte del reddito e della sua distribuzione sarà tanto più solido quanto più fondato su stabili coperture di bilancio, quanto più accuratamente disegnato per tener conto degli incentivi a creare reddito e lavoro, la via più certa per combattere la povertà».

Istat: prospettive a breve non favorevoli, crescita contenuta
«Le prospettive a breve termine dell’economia in base ai segnali forniti dall’indicatore anticipatore Istat non risultano favorevoli e lasciano prevedere il prolungamento della fase di crescita contenuta» ha detto il presidente facente funzione dell’Istat, Maurizio Franzini in audizione in Parlamento. «Questi elementi risultano compatibili con l'ipotesi, contenuta nella Nota, di una crescita nel secondo semestre su ritmi analoghi al secondo trimestre», dell'anno, ha aggiunto.

Corte Conti: stime ottimiste, Def non rassicurante su debito
«Il quadro macroeconomico programmatico appare ottimistico alla luce delle attuali tendenze del ciclo economico internazionale». Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema nell'audizione sulla nota di aggiornamento aal Def. «La traiettoria disegnata nel quadro programmatico della Nota - ha aggiunto - non appare rassicurante» e «il profilo di riduzione del rapporto debito/Pil non è linea con la regola del debito». Non solo. Interventi a favore dei trattamenti previdenziali e delle politiche di assistenza che «puntino al contrasto della povertà devono essere adottati senza mettere a rischio la sostenibilità finanziaria del sistema»

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