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Il dilemma della Bce sulle operazioni dei titoli in scadenza

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la riunione del consiglio

Il dilemma della Bce sulle operazioni dei titoli in scadenza

La riunione odiera della BCE ha un punto in più (ma non scritto) all’ordine del giorno: il «Progetto Twist». Secondo autorevoli indiscrezioni trapelate da Francoforte, il comitato esecutivo della Bce avrebbe deciso infatti di affrontare nella riunione odierna l’opzione più importante, delicata e controversa per evitare che la fine del QE si trasformi in una nuova crisi del debito per i paesi più deboli dell’eurozona. Ma che cos’è il Progetto Twist?

In poche parole, è quanto ha fatto la la Federal Reserve americana nel 1961 sotto il governo di John Fitzgerald Kennedy per contenere i tassi a lungo termine in modo da agevolare sia i mutui delle famiglie, sia i prestiti alle aziende. Per arrivare all’obiettivo, la banca centrale americana cominciò a vendere i titoli a breve termine che avevain pancia per acquistare nello stesso momento titoli a lungo termine. La FED ha riproposto questo schema anche nel 2011, avendo come finalità la stabilizzazione del mercato dei bond. Per l'Europa sarebbe quindi la prima volta.

L’argomento è stato finora tabu’ per i vertici della Bce, preoccupati dal moral hazard sulla disciplina di bilancio che una tale operazione straordinaria potrebbe provocare. Una preoccupazione che riguardava principalmente l’Italia. Ma dopo quanto è accaduto nelle ultime settimane tra Roma e Bruxelles, lo scenario è cambiato radicalmente: quando il QE terminerà a fine dicembre, contenere i rendimenti di lungo termine diventa quasi un'operazione di difesa della crescita economica europea, soprattutto in una fase di incertezze come questa. La BCE ha già in pancia circa 2 mila miliardi di titoli di Stato che fanno capo a tutti i Paesi dell'Eurozona, Italia compresa, e in proporzione al peso della loro economia. Draghi ha detto più volte che la BCE intende ricomprare i titoli giunti in scadenza, senza aumentare quindi gli asset, ma semplicemente sostituendo le emissioni scadute con nuove emissioni.

In questo modo, la BCE potrebbe aiutare non solo i Paesi più indebitati, Italia compresa, a superare lo shock della perdita del QE, ma anche il sistema finanziario e in particolare le banche che hanno miliardi di euro di debito pubblico nel loro patrimonio. SEnza contare l’effetto calmierante che potrebbe generare nelle complesse trattative sul contenimento del deficit dell’Italia. La garanzia di avere un nuovo paracadute sui BTP a partire da gennaio potrebbe ammorbidire l’intransigenza del governo italiano sulla legge di bilancio e dare una via d’uscita onorevole anche a BRuxelles.

Difficile prevedere se oggi sarà solo l’avvio della discussione sul progetto Twist o il passo decisivo. Fatto sta che il tempo stringe e le opzioni della Bce per evitare il rischio di un’altra crisi rischiano di sparire se la tensione dovesse peggiorare. Ma soprattutto, la BCE dovrà affrontare la modifica della Capital Key, la chiave di capitale, cioè l'ammontare del capitale versato da ogni stato membro, all'inizio del 2019 per riflettere i cambiamenti delle dimensioni delle loro economie.

Draghi ha detto che la BCE seguirà la sua chiave di capitale al momento di decidere come distribuire i reinvestimenti, quindi qualsiasi modifica è ora potenzialmente fondamentale.

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