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Dl Fisco, Corte Conti: rischio fuga dopo prima rata pace fiscale

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audizioni in senato

Dl Fisco, Corte Conti: rischio fuga dopo prima rata pace fiscale

Fare attenzione al rischio che i contribuenti paghino la sola prima rata per usufruire dei benefici delle varie modalità di “pace fiscale” e poi smettano di pagare, come già accaduto col condono tombale del 2002, quando si registrò «la mancata riscossione di ingenti importi dovuti a titolo di pagamento rateale». È l’avvertimento che arriva dalla Corte dei Conti nel corso dell'audizione sul decreto fiscale, a proposito delle misure che consentono «il perfezionamento della richiesta» di rottamazione al pagamento «della sola prima rata». Il problema si porrebbe anche per per processi verbali e atti di accertamento, così come per l’integrativa speciale.

Corte Conti: valutare profili costituzionalità 20% condono
Vanno poi «valutati i profili di costituzionalità» dell'aliquota del condono, fissata al 20%, considerando che si tratta di una «imposta ontologicamente inferiore a quella che il contribuente avrebbe pagato alle scadenze ordinarie» e si istituisce di fatto un pagamento «tardivo» delle tasse «senza aggravio alcuno». Così la Corte dei Conti in audizione. Questo potenzialmente potrebbe violare i «principi» indicati dalla Corte Costituzionale con sentenza (numero 175) del 1986 che sul condono del 1982.

Mef: da e-fattura atteso gettito di almeno 1,97 miliardi
L’effetto atteso dalla fatturazione elettronica obbligatoria «consiste in una drastica riduzione dell’evasione da omessa dichiarazione. Prudenzialmente si stima che l’introduzione della misura comporterà un recupero di gettito Iva pari al almeno 1,97 miliardi di euro». Lo ha detto Fabrizia Lapecorella, direttore generale delle Finanze, ascoltata in commissione Finanze del Senato sul decreto legge fiscale. Lapecorella, sottolineando l’importanza della e-fatturazione per l’amministrazione finanziaria, ha ricordato che nel provvedimento ci sono «misure di semplificazione che sono volte a favorire la transizione» alla sua obbligatorietà. Per quanto riguarda la “lotteria degli scontrini”, Lapecorella ha ricordato che introduce un “conflitto di interessi” tra compratore e venditore che dovrebbe stimolare la tax compliance.

Commercialisti: no sanzioni fattura digitale in 2019
Disapplicare per tutto il 2019, e non solo per i primi sei mesi del prossimo anno, le sanzioni previste per la tardiva emissione della fattura elettronica. Lo ha proposto oggi una delegazione dell’Ordine nazionale dei commercialisti nel corso dell'audizione presso la Commissione Finanze del Senato sul decreto legge fiscale. I commercialisti hanno proposto anche di ampliare a quindici giorni il termine di emissione della fattura, decorrente dall’effettuazione dell’operazione. «L’attuale termine di dieci giorni rischia - hanno spiegato - di essere insufficiente, in particolare in occasione del periodo feriale estivo».

La categoria ha inoltre ribadito la sua richiesta di introduzione graduale dell’obbligo. Una richiesta che tiene conto, hanno affermato i commercialisti, «delle notevoli difficoltà che ancora oggi stanno incontrando in particolar modo i soggetti di minori dimensioni per l'adeguamento al nuovo obbligo di fatturazione elettronica nelle operazioni tra privati delle procedure e delle strutture informatiche necessarie».

Commercialisti: pace fiscale pure per omessi versamenti
Per motivi di «equità e di coerenza» dell’impianto generale delle disposizioni sulla cosiddetta “pace fiscale” governativa, il Consiglio nazionale dei commercialisti suggerisce di «prevedere la possibilità di definire in modo agevolato anche le violazioni relative agli omessi versamenti delle imposte dichiarate, siano esse state già contestate, o non a mezzo dei cosiddetti avvisi bonari». A detta dei commercialisti «l’esclusione degli omessi versamenti dalla 'pace' tributaria sarebbe anche causa di ingiustificabili disparità di trattamento tra i contribuenti, penalizzando quelli più 'compliant', ossia coloro che hanno fedelmente dichiarato le imposte dovute, ma che, per carenza di liquidità causata, nella generalità delle circostanze, dalla perdurante crisi economico-finanziaria, non hanno provveduto nei termini ad onorare il proprio debito verso l’Erario».

Agenzia Entrate: pace fiscale può avere successo
La dichiarazione integrativa speciale «può anche avere successo, perché è un ravvedimento operoso più conveniente» ma «l’appeal della misura risente dei condizionamenti» della norma che non prevede «sanatoria penale» e ha «limitata base imponibile integrabile», e «esclude le disponibilità all’estero». Così il direttore dell’Agenzia delle Entrate Antonino Maggiore in audizione in commissione Finanze del Senato sul decreto fiscale, sottolineando che non si possono fare stime di gettito perché «manca l’elemento di confronto per fare una stima».

Bitonci: sanatoria per irregolarità formali
«Nella pace fiscale verrà inserita anche la sanatoria per le irregolarità formali nelle dichiarazioni dei redditi. Il decreto fiscale è in fase di conversione al Senato e la prossima settimana la Lega presenterà una proposta per inserire la sanatoria per tutti i contribuenti onesti che sono incorsi in qualche errore formale nella dichiarazione dei redditi. Errori che oggi si pagano troppo a caro prezzo». Lo ha dichiarato in una nota il sottosegretario al Mef Massimo Bitonci.

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