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lo studio di confcommercio

Consulenti, guide, informatici, formatori e wedding planner: è boom delle nuove professioni

La crisi ha colpito duro i liberi professionisti, ma se quelli “classici” hanno sofferto di più avanza la schiera delle “nuove professioni” che cresce di numero. Amministratori di condominio, guide turistiche, consulenti e formatori fino a nuove figure come i wedding planner sono ormai oltre 350mila, quasi un quarto del mondo delle libere professioni. Che - come ricorda Confcommercio che ne fotografa il fenomeno in una nuova indagine - chiedono più garanzie e certezze su fronti come la previdenza, le norme sull’equo compenso o gli incentivi di industria 4.0.

Sono quasi 1 milione e mezzo i liberi professionisti in Italia, il 6,1% di tutti gli occupati, con un reddito medio pro capite di oltre 32mila euro. Di questi, la maggioranza - poco più di un milione - è iscritta ad albi o ordini, con un reddito medio pro capite di poco superiore ai 40mila euro. Tutti gli altri professionisti , cioè le nuove professioni (free lance, professionisti indipendenti) non ordinistiche sono 352mila con un reddito medio pro capite di 16.169 euro. Tra il 2008 e il 2016 - rileva la nuova indagine realizzata dal centro studi di Confcommercio guidato da Mariano Bella - sono questi ad aver registrato la maggiore crescita: +54,9% contro il +19,7% dei liberi professionisti e il +11,1% di quelli iscritti agli ordini.

Nella categoria delle nuove professioni rientrano le figure regolamentate ma che non hanno ordini come, ad esempio, guide turistiche, amministratori di condominio, erboristi, consulenti tributari, informatici, wedding planner, designer, grafici, formatori. I nuovi professionisti si inquadrano per la quasi totalità nei servizi di mercato (98,1%), svolgono soprattutto attività professionali, scientifiche e tecniche (per il 51,2%) con un reddito medio pro capite di oltre 18mila euro. Guadagna di più chi opera nelle attività di consulenza gestionale (quasi 25mila euro) e nei servizi informatici (oltre 21mila euro). Tra il 2008 e il 2016, le attività che hanno registrato i maggiori tassi di crescita del numero di professionisti sono: istruzione e formazione (+147,4%), sanità e assistenza sociale (+98,1%), attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+64,2%), attività professionali, scientifiche e tecniche (+44,8%).

Per questi professionisti Confcommercio Professioni sottolinea la necessità di poter lavorare «senza ostacoli ideologici e normativi»: se alcune norme recenti sono state salutate positivamente come un segno di attenzione, come il jobs act per gli autonomi, restano da fare molti passi in avanti su fronti come quello previdenziale dove pesa la frammentarietà delle carriere o le norme sull’equo compenso per il quale non si possono applicare tout court i parametri delle professioni ordinistiche fino alla possibilità di poter sfruttare incentivi come quelli di industria 4.0 anche per queste nuove professioni. «Il nostro obiettivo - spiega la presidente di Confcommercio professioni, Anna Rita Fioroni - è di affermare un nuovo protagonismo per il lavoro autonomo professionale nell'economia della conoscenza e della rivoluzione digitale. Il lavoro autonomo professionale è, infatti, sempre più la risposta alla richiesta di servizi professionali avanzati ed ad alto contenuto cognitivo».

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