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Conferenza di Palermo sulla Libia, incognite sulla presenza di Haftar

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lunedì IL VERTICE IN SICILIA

Conferenza di Palermo sulla Libia, incognite sulla presenza di Haftar

Andrà o non andrà? Alla vigilia della Conferenza di Palermo resta ancora incerta la presenza di Khalifa Haftar. Per alcune fonti dell’Esercito nazionale libico (Lna) vicine al maresciallo, contattate dall’Ansa, il capo della fazione militare che controlla buona parte della Cirenaica non parteciperà a causa della «presenza di rappresentanti del Qatar e di un gruppo legato ad Al Qaida». Ma il governo italiano resta fiducioso che alla fine il maresciallo parteciperà al summit siciliano che, nelle intenzioni dell’Onu (alle quali si è alineata anche la Francia) possa produrre una nuova data per le elezioni in Libia.

Al giallo si somma poi un altro giallo. Alcuni siti libici segnalano una visita lampo del premier Giuseppe Conte a Bengasi, per incontrare Haftar. La notizia è smentita da Palazzo Chigi. Ma Al Ahram cita un alto responsabile dell’autoproclamato Esercito nazionale libico che afferma come il premier italiano sia volato oggi a Bengasi per discutere con Haftar «gli ultimi sviluppi sulla conferenza di Palermo». La città è blindata, con contestazioni annunciate.

Il vero ostacolo alla riuscita della conferenza di Palermo si conferma la frattura, apparentemente cronica, tra le varie anime della Libia: Tripoli, Tobruk, le milizie, le tribù. Ancora ieri si rincorrevano voci sui media locali di una possibile defezione di Haftar che oggi hanno trovato conferma in fonti vicine al maresciallo. Forse è solo un modo con cui il generale della Cirenaica vuole alzare la posta per incassare di più. Ma se alla fine boicottasse davvero il vertice, ogni accordo perderebbe di sostanza.

L’altro protagonista della partita libica, il Presidente del Consiglio Presidenziale del Governo di Accordo Nazionale della Libia, Fayez al Serraj, ci sarà. Il suo portavoce, Mohamed El-Sallak, ha messo in evidenza che è apprezzato «grandemente lo sforzo italiano di contribuire a migliorare il processo politico».

Per il ministro dell’Interno Matteo Salvini l’iniziativa italiana «è un’«occasione». «A differenza di quello che fanno i francesi, il governo italiano si pone come mediatore, non vuole imporre, non pretende nulla, non fissa date di elezioni, non vuole imporre le sue aziende».

La Francia sarà l’unico Paese occidentale a portare a Palermo un esponente di peso, il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian. Parigi, dopo aver perso la partita sulle elezioni a dicembre “convocate” al vertice di maggio all'Eliseo, prende coscienza che bisogna trovare un’altra soluzione. Così fonti diplomatiche francesi avvertono che «se i libici percepissero la disunione della comunità internazionale, sarebbe la cosa peggiore». Per questo motivo «quando uno stretto partner come l’Italia, che è in prima linea, prende un’iniziativa, bisogna aiutarlo».

Intanto il Consiglio Supremo dello Stato libico rende noto che la propria delegazione è arrivata a Palermo. In un testo pubblicato sulla pagina Facebook dell’Ufficio stampa di questo consesso senatoriale, detto anche “Alto Consiglio di Stato” (Hsc), che rappresenta un contrappeso politico di Tripoli al parlamento (Hor) insediato a Tobruk e in maggioranza a favore del generale Khalifa Haftar, si legge che: «In risposta all’invito rivolto dal governo italiano ad assistere a una conferenza internazionale per trovare una soluzione alla crisi libica, e convinti che il dialogo sia il solo mezzo per uscire dalla crisi che vive il nostro paese, ci siamo diretti oggi a Palermo sperando che i nostri incontri contribuiranno ad avvicinare i punti di vista e a trovare accordi sulle questioni nazionali importanti». Il documento è firmato dal presidente dell’Hsc, Khaled al Meshri.

Nel capoluogo siciliano è giunta nel tardo pomeriggio di domenica anche una delegazione della Camera dei rappresentanti libica (HoR), il parlamento insediato a Tobruk. Lo riferisce il sito Alwasat. La delegazione è guidata dal presidente del Parlamento, Aqila Saleh, ed è composta da altre «15 personalità, tra cui otto deputati», precisa il sito.

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