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Servizio |DECRETO FISCALE

La Guardia di finanza potrà accedere ai conti correnti e conservare i dati per 10 anni

La Superanagrafe dei conti correnti apre le porte anche alla Guardia di finanza. Le Fiamme gialle potranno accedere ai dati di sintesi dei conti (saldo a inizio anno, saldo a fine anno, importo totale di addebiti e accrediti, giacenza media annua) e degli altri rapporti finanziari già a disposizione dell’agenzia delle Entrate. Ma con un’importante novità: i dati potranno essere conservati per dieci anni. A prevederlo è la riformulazione dell’emendamento del relatore al decreto fiscale, Emiliano Fenu (M5S), al decreto fiscale ha ricevuto il via libera della commissione Finanze del Senato nella serata di giovedì 22 novembre.

La “riscrittura” del correttivo riguarda, infatti, il provvedimento attuativo sull’utilizzo delle informazioni a cui rimandava già la norma originaria prevista dal decreto salva-Italia (Dl 201/2011) del Governo Monti che aveva istituito la Superanagrafe per finalità di contrasto all’evasione.

Allungamento dei termini

Il nuovo testo approvato dalla commissione Finanze del Senato prevede dunque che i dati acquisiti dagli intermediari finanziari possano essere conservati per un periodo «che non può superare i dieci anni». Una novità non di poco conto, perché la norma attualmente in vigore consente la conservazione e di conseguenza l’utilizzo dei dati non oltre «i termini massimi di decadenza previsti in materia di accertamento delle imposte sui redditi». Termini che, per effetto delle modifiche introdotte dalla legge di Stabilità 2016, sono ora fissati in cinque anni dall’anno di presentazione della dichiarazione dei redditi (quindi il sesto anno rispetto al periodo d’imposta da accertare) e in sette anni dall’anno in cui la dichiarazione andava presentata se è stata omessa (quindi l’ottavo anno rispetto al periodo d’imposta da accertare).

La tutela della sicurezza e della privacy

In un periodo in cui la tutela della sicurezza e della privacy sono tornati prepotentemente alla ribalta, dopo i rilievi del Garante sulla fattura elettronica, anche la riformulazione dell’emendamento al decreto fiscale ribadisce che il provvedimento attuativo delle Entrate, sentiti le associazioni di categoria degli operatori finanziari e il Garante per la protezione dei dati personali, deve «prevedere adeguate misure di sicurezza, di natura tecnica e organizzativa, per la trasmissione dei dati e per la relativa conservazione».

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