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Manovra, in arrivo la proroga di Tasi e bonus cultura

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COrsa contro il tempo alla camera

Manovra, in arrivo la proroga di Tasi e bonus cultura

Dopo una raffica di slittamenti e a meno di nuovi rinvii, parte oggi pomeriggio alla Camera la maratona “no stop” sulla manovra. Con la proroga al 2019 dello 0,8% della Tasi in scadenza quest’anno e del bonus cultura per gli studenti in rampa di lancio per ottenere l’ok della commissione Bilancio.

Un via libera, quello ai due correttivi della maggioranza destinati a confluire in altrettanti “mini” maxi-emendamenti, che appare scontato, così come quello ai ritocchi di M5S e Lega oltre che del Governo e dei relatori per irrobustire il capitolo imprese, con il prolungamento di due anni di “formazione 4.0” per le aziende, il mini-taglio del cuneo attraverso la riduzione delle tariffe Inail per 600 milioni e il rafforzamento della deducibilità Imu (probabilmente al 30%) sui capannoni industriali.

Con molte chances di ottenere l’ok della “Bilancio” anche la proroga di tre anni del sisma bonus e il pacchetto famiglia, con gli interventi per i “nidi” e i congedi parentali che fanno seguito al prolungamento del bonus bebé deciso correggendo il decreto fiscale.

Le proroghe
Quella riguardante il tributo sui servizi comunali indivisibili (Tasi) è solo una delle proroghe su cui sarà chiamata a esprimersi la commissione Bilancio. Molto probabile è considerato il via libera alla riedizione almeno per un anno del bonus cultura: a chi compirà 18 anni nel 2019, compresi i titolari di regolare permesso di soggiorno, potrebbe essere assegnata una card elettronica per andare al teatro, al cinema, per l’acquisto di libri o per entrare a musei, mostre, parchi e gallerie. La card potrebbe essere utilizzata anche per corsi di musica, teatro o di lingua straniera. Quasi scontato è anche il “sì” al prolungamento per tre anni (fino al 2021) del sisma bonus, l’agevolazione fiscale per la riqualificazione energetica di edifici nelle zone sismiche. In ballo ci sarebbero poi alcune proroghe riguardanti anche gli Lsu.

Il nodo pensioni
Nelle prossime ore sarà definitivamente sciolto il nodo della stretta sulle pensioni elevate (gli assegni cosiddetti “d’oro”). Il Governo, d’intesa con la maggioranza (M5S in primis) ha messo a punto un emendamento che introduce un taglio per i trattamenti superiori ai 90mila euro lordi l’anno (circa 4.500 euro al mese) che varia da un minimo del 10% fino a 130mila euro a un massimo del 20% oltre il mezzo milione annuo. Le risorse recuperate, secondo il modello del contributo di solidarietà, verrebbero almeno in parte utilizzate per coprire le future pensioni di cittadinanza. Resta da capire se questa misura otterrà l’ok già a Montecitorio o se occorrerà attendere il passaggio del disegno di legge di bilancio al Senato. Un’incognita che fino a ieri ha riguardato anche il pacchetto su “quota 100” per il quale veniva considerata più probabile la presentazione a Palazzo Madama.

I tempi
La partita, lenta almeno finora, che si gioca alla Camera sulla manovra s’incrocia con quella che il Governo sta giocando con Bruxelles per evitare la procedura d’infrazione sui nostri conti pubblici. Anche per questo motivo per le novità su pensioni e reddito di cittadinanza il Governo potrebbe decidere di rimanere in stand by con l’obiettivo di presentare le due misure soltanto quando la manovra arriverà al Senato. Che però rischia di avere poco tempo a disposizione per esaminare il disegno di legge di bilancio. Fino a a questo momento in Commissione a Montecitorio è stato approvato un solo emendamento, quello che destina gli 85 milioni dei risparmi gestionali della Camera ai terremotati del Centro-Italia. Il termine per l’approdo in Aula è slittato più volte ed è ora stato fissato a mercoledì. Ma un nuovo rinvio non è da escludere visto che il termine fissato alle ore 19 di ieri sera per la presentazione degli emendamenti del Governo non è stato rispettato anche a causa del perdurare delle verifiche sulle coperture di alcuni ritocchi.

Probabile che in Aula alla Camera il governo ricorrerà alla fiducia
A questo punto la commissione sarà costretta a una sorta di corsa contro il tempo per evitare di inviare il testo all’Assemblea di Montecitorio alla fine della settimana restringendo ancora di più gli spazi per la discussione a Palazzo Madama. In ogni caso è probabile che in Aula il Governo ricorrerà alla fiducia, l’unico modo per evitare pericolosi sforamenti visto che il testo dopo il passaggio al Senato dovrà necessariamente tornare a Montecitorio per il sigillo definitivo.

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