Dopo la disponibilità di Giovanni Legnini a correre per il centrosinistra in Abruzzo si vanno sempre più definendo date, alleanze e nomi dei candidati governatori alle prossime elezioni regionali. L'anno prossimo, in tempi diversi, si andrà alle urne in Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna, Calabria e Emilia Romagna, tutte regioni attualmente governate dal centrosinistra. Il centrodestra si presenta unito, con la Lega che ha rinunciato a presentare suoi candidati in altre regioni per puntare tutte le sue carte sull'Emilia Romagna, dove schiererà un suo esponente.
In Abruzzo Legnini in campo per il centrosinistra
In Abruzzo si vota il 10 febbraio 2019. Nel centrodestra la scelta del candidato presidente della coalizione è andata a Fratelli
d’Italia, anche se in regione Forza Italia alle politiche dello scorso 4 marzo in controtendenza nazionale è stato il primo
partito della coalizione. L’indicazione, per ora non ancora ufficiale, è caduta sul senatore romano di origini abruzzesi
Marco Marsilio. Nel centrosinistra Giovanni Legnini ha rotto gli indugi e ha detto sì alla candidatura a governatore. L’ex
presidente del Csm, ha sciolto ufficialmente la riserva lunedì 10 dicembre dopo che 162 amministratori e sindaci locali avevano
sottoscritto la sua candidatura. Il M5s ha votato on line la candidatura di Sara Marcozzi.
In Basilicata centrosinistra in crisi
In Basilicata si voterà domenica 26 maggio insieme alle elezioni europee. In regione il Pd negli ultimi anni ha sempre dettato
legge, ma alle ultime politiche il M5S ha superato il 44%. Il centrosinistra resta in attesa delle decisioni della magistratura
sul presidente uscente Marcello Pittella (Pd), coinvolto nell'inchiesta sulla sanità lucana. In teoria Pittella non ha ritirato la sua candidatura, ma con ogni probabilità alla fine opterà per un passo indietro aprendo
così la strada per la strada delle primarie, con il centrosinistra che così cercherà di aprire il più possibile la coalizione.
ll centrodestra si presenterà unito con un candidato governatore che dovrebbe essere scelto da FI nella società civile. Per
ora tre le candidature ufficiali: Antonio Mattia (M5S), Maurizio Bolognetti (Radicale), Carmen Lasorella, alla guida di LuCi
(Lucani insieme).
Chiamparino disponibile al secondo mandato
Anche in Piemonte (dove si dovrebbe votare in concomitanza con le elezioni europee del 26 maggio) la sfida è a tre. Raggiunta
l’intesa per un candidato comune, il centrodestra prova a conquistare l'ultima regione del Nord ancora in mano al centrosinistra,
col M5s nei panni del terzo incomodo. Nel centrosinistra il governatore uscente Sergio Chiamparino ha dato la disponibilità
a correre per il secondo mandato. Ma tra i dem c'è chi spinge per le primarie, anche di coalizione, con Chiamparino che in
questo caso farebbe un passo indietro. Nel centrodestra, coi sondaggi che indicano la Lega oltre il 30%, la coalizione vuole
riprendersi la Regione, persa per la vicenda delle firme false che ha fatto decadere il leghista Roberto Cota. A correre però sarebbe un candidato di FI. In pole position l'eurodeputato azzurro cuneese Alberto Cirio.
In Sardegna asse Lega-Partito sardo d’azione e centrodestra unito
In Sardegna si vota il 24 febbraio 2019. Il centrodestra anche qui è compatto. Il candidato del centrodestra è il senatore
del Partito sardo d'azione-Lega Christian Solinas, indicato dal Carroccio in virtù di un accordo politico stretto da sardisti
e Carroccio in occasione delle politiche del 4 marzo. Il M5s è deciso a bissare l'exploit delle politiche (primo partito con
il 42,5%) e punta su Francesco Desogus. Per il movimento fondato da Beppe Grillo si tratta della prima volta alle regionali. Nel centrosinistra il governatore Francesco Pigliaru non si ricandiderà. Si punta
tutto su Massimo Zedda, il primo cittadino di Cagliari corteggiato da altri 130 sindaci che gli hanno chiesto di diventare
il “sindaco della Sardegna”. Ma anche dal Pd, seppure sotto traccia.
In Calabria il centrodestra punta su un candidato azzurro
In Calabria non è stata ancora decisa la data del voto che potrebbe anche slittare a dopo l’estate. Alla guida della regione
c'è Mario Oliverio del centrosinistra. Alle politiche del 4 marzo il Movimento 5 Stelle ha fatto il pieno di voti (primo partito
con il 43,4%) ma in una competizione elettorale come le regionali, dove conta molto il radicamento sul territorio, il centrodestra
sembrerebbe essere in vantaggio. La coalizione ha deciso che spetta a Forza Italia indicare il candidato, con gli azzurri
che hanno scelto di scommettere sull’attuale sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, mentre il centrosinistra punterà ancora sul
governatore Oliverio.
La Lega alla conquista dell’Emilia Romagna
Matteo Salvini ha ufficialmente lanciato l’assalto all'Emilia Romagna, regione “rossa” per eccellenza. Il ministro dell’Interno, infatti,
ha strappato agli alleati di poter indicare un candidato della Lega. Con il Movimento 5 Stelle in crescita, ma che non ha
mai sfondato in Emilia Romagna, il centrosinistra, guidato dal governatore Stefano Bonaccini (disponibile a ricandidarsi)
dovrà cercare di respingere l'assalto del centrodestra per non incorrere in una sconfitta che sarebbe storica. Ma chi potrebbe
essere l’uomo (o la donna) forte della Lega chiamato a interrompere una tradizione di governo di centrosinistra che dura dalla
nascita stessa della Regione? Sono tre i nomi forti su cui si ragiona. Il primo è quello del sottosegretario alla Cultura
Lucia Borgonzoni. Poi c'è l'avvocato forlivese Jacopo Morrone, che guida la Lega in Romagna. A chiudere il tris dei favoriti
c'è infine il reggiano Gianluca Vinci, fedelissimo di Matteo Salvini e segretario della Lega in Emilia.
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