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Bankitalia taglia la stima del Pil 2018 dall'1,2% allo 0,9%

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Nota sulle Proiezioni macroeconomiche

Bankitalia taglia la stima del Pil 2018 dall'1,2% allo 0,9%

La Banca d'Italia taglia dall'1,2% all'1% la stima di crescita del Pil italiano per l’anno corrente, ma «considerando le informazioni di contabilità nazionale, diffuse il 30 novembre (sul III trimestre, ndr) dopo la chiusura dell'esercizio previsivo», la stima di crescita effettiva per il 2018 «è pari allo 0,9 per cento». È quanto si legge nella Nota sulle Proiezioni macroeconomiche per l'economia italiana nel quadriennio 2018-21 elaborate dagli esperti della Banca d'Italia nell'ambito dell'esercizio coordinato dell'Eurosistema.

Revisione al ribasso
«Rispetto alle nostre precedenti proiezioni, pubblicate nel Bollettino economico di luglio - si legge nel documento - la stima di crescita è più bassa per 2 decimi di punto nel 2018 ed è invariata nel prossimo biennio. La revisione per l'anno in corso riflette il rallentamento del prodotto finora osservato». Bankitalia precisa quindi che lo scenario di previsione «non tiene conto di informazioni successive al 27 novembre. Dopo la chiusura dell'esercizio previsivo, sono stati diffusi dall'Istat i conti nazionali trimestrali, con una revisione al ribasso della crescita del Pil nel terzo trimestre che - a parità di altre condizioni - implicherebbe una riduzione marginale delle proiezioni di crescita per l'anno in corso».

Pil all’1% nel 2019-21, crescita più alta se spread rientra
Confermate invece le previsioni del Pil per tutto il triennio 2019-2021 all'1,2 per cento. «Gli effetti sull'attività economica delle misure espansive contenute nella manovra di bilancio sarebbero contrastati dai più elevati tassi di interesse fin qui registrati e attesi, che conterrebbero l'espansione della domanda interna», spiega Via Nazionale. «Ritmi di crescita più elevati potrebbero essere conseguiti se gli spread sovrani tornassero verso i valori medi registrati nel secondo trimestre dell'anno».

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Futuro rosa per le esportazioni
Le misure di finanza pubblica incorporate nello scenario - prosegue la Banca d'Italia - sono quelle delineate nella manovra di bilancio per il triennio 2019-2021 nella sua versione originale presentata in Parlamento; non considerano, come di consueto, l'aumento delle imposte indirette previsto dalle clausole di salvaguardia per il biennio 2020-2021. Nel biennio 2019-2020 gli effetti negativi sull'attività economica derivanti dal profilo più elevato dei tassi di interesse osservati e attesi, oltre che da un'espansione più contenuta della domanda estera, compensano quelli di segno opposto riconducibili agli interventi contenuti nella manovra di bilancio e al calo delle quotazioni del greggio. Nello scenario resterebbe moderata l'espansione della domanda interna. I consumi aumenterebbero in linea con il prodotto. La spesa per investimenti rallenterebbe nel prossimo triennio, risentendo dell'aumento dei costi di finanziamento. Le esportazioni, dopo la battuta d'arresto registrata nella prima metà di quest'anno, tornerebbero a crescere a ritmi prossimi a quelli della domanda estera.

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