Stop non solo all’ecotassa sulle auto più inquinanti, ma anche agli incentivi per i veicoli ecologici. Con un emendamento alla manovra, che rientra nel faldone dei “segnalati” e che è firmato dal capogruppo in Senato Massimiliano Romeo, la Lega punta a cancellare l’intero pacchetto di norme voluto da M5S e approvato alla Camera. La proposta di modifica è stata presentata in commissione Bilancio a Palazzo Madama. «Come governo diciamo no a qualsiasi nuova tassa», «se gli amici del M5S trovano altre coperture per gli incentivi siamo ben contenti» ha detto il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia.
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Dell’Orco (M5S): bonus auto green deve restare
Ma il sottosegretario ai Trasporti Michele Dell'Orco (M5S), a margine dei lavori in commissione Bilancio al Senato, parlando
dello stop della Lega all'ecotassa, inisiste: «Il bonus per le auto elettriche è una misura imprescindibile, deve rimanere
e le risorse di copertura da qualche parte ci devono essere. Il malus non è una nuova tassa e comunque la nostra intenzione
è non toccare le
utilitarie. Stiamo cercando di rivedere il malus: arriverà una riformulazione del governo». E domani sera è previsto un vertice a palazzo Chigi tra Conte, Di Maio, Salvini, Fraccaro, Tria, Garavaglia, Castelli, anche per affrontare alcuni temi dirimenti. Fonti di palazzo Chigi spiegano che sull’ecotassa non c’è nessun braccio di
ferro. La questione «verrà affrontata, come sempre, con il dialogo e la mediazione».
Emendamento M5S: toghe in pensione a 72 anni
«Con effetto dal primo gennaio 2019, ai magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, agli avvocati e procuratori
dello Stato è data facoltà di
permanere in servizio, a domanda, per un periodo massimo di un biennio oltre i limiti di età per il collocamento a riposo
per essi previsto». È quanto prevede un altro emendamento alla manovra, primo firmatario il senatore Mattia Crucioli (M5s).
Il testo ha suscitato perplessità nell'Anm che oggi ne ha discusso nel comitato direttivo centrale.
Presentato anche un emendamento M5s sui tagli all’editoria con effetto dal 2019. L’emendamento alla Legge di Bilancio in discussione al Senato, primo firmatario il capogruppo del Movimento Cinque
Stelle Stefano Patuanelli prevede che siano «progressivamente ridotti fino alla loro abolizione» i contributi all'editoria.
Prevede poi che a valere sul fondo per il pluralismo vi siano delle forme di finanziamento per progetti di promozione della
«cultura della libera informazione plurale»
In attesa di notizie sull’esito della trattativa con la Ue, la commissione Bilancio del Senatoha sospeso nel pomeriggio i lavori: la seduta riprenderà domani alle 12 con le ammissibilità sulla maggior parte delle proposte di modifica per poi proseguire, a partire dalle 14 circa, con le votazioni . Al momento, il calendario prevede che le votazioni proseguano nelle sedute serali e notturne di domani per chiudersi lunedì mattina. La legge di bilancio è attesa in assemblea al Senato martedì pomeriggio, 18 dicembre, e il premier Conte non ha escluso il ricorso ad un maxiemendamento direttamente in Aula.
Secondo quanto si apprende da fonti europee, intanto, il dialogo tra la Commissione europea e Roma sulla Manovra prosegue, e il presidente
dell’esecutivo comunitario Jean Claude Juncker sostiene il lavoro che il vicepresidente Valdis Dombrovskis ed il commissario
Pierre Moscovici stanno conducendo. Le stesse fonti ricordano inoltre che ad un certo punto la questione sarà discussa al
livello di collegio dei commissari, per una decisione collegiale.
Quello sull’ecotassa non è l’unico fronte di tensione nella maggioranza: anche sul reddito di cittadinanza si è consumato un botta e risposta tra il sottosegretario leghista Giorgetti, secondo il quale gli assegni rischiano di «alimentare il lavoro nero», e Luigi Di Maio. Con Salvini che, però, torna a ribadire la tenuta dell’esecutivo giallo-verde. Intanto, a Bruxelles si continua a lavorare a un accordo, con una folta squadra di tecnici ministeriali rimasta a sostenere le ragioni del governo dopo che il ministro Tria è rientrato a Roma.
Salvini: vorrebbero mandarci a casa, si va avanti
«Leggo qualche giornale e sorrido: ma quanto dà fastidio alla vecchia politica e ai vecchi potenti che ci sia un governo nuovo,
che finalmente si interessa degli Italiani e non dei poteri forti? Ci vorrebbero mandare a casa domani mattina, ma rimarranno
delusi». Così il ministro degli Interni e vicepremier, Matteo Salvini, in un post su Facebook conferma l’impegno del governo
sulla manovra, in attesa dell’esito della trattativa con Bruxelles. «Noi andiamo avanti per difendere diritto al lavoro e
alla pensione, alla sicurezza e alla salute - scrive ancora Salvini - col sostegno del Popolo, nulla è impossibile».
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Lega-M5s ai ferri corti sul reddito di cittadinanza
Alle critiche del sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti - secondo il quale gli assegni di cittadinanza rischiano di
«alimentare il lavoro nero» e «quando non si potrà più realizzare il contratto, bisognerà tornare al voto» - risponde Luigi
Di Maio. Che puntualizza: «Io il contratto l’ho firmato con Salvini, e nel contratto c'è il reddito di cittadinanza, ci sono
le pensioni minime più alte, gli aiuti ai lavoratori, abbiamo limitato i contratti precari: noi dobbiamo andare avanti in
questa direzione». Di Maio risponde a Giorgetti anche quando dice che « il M5s al Sud ha vinto perché gli elettori vogliono
il reddito di cittadinanza». «La terza regione che prenderà il reddito di cittadinanza, per numeri, sarà la Lombardia - spiega
il leader M5S - qui c’è questo mito, che nel nord va tutto bene e nel sud va tutto bene», «in realtà le sofferenze sono ovunque»,
«la nostra vera sfida è aiutare chi è in difficoltà».
Niente Isee per bonus 18enni
Un altro emendamento presentato dalla Lega in Senato cancella il riferimento all'Isee tra i criteri per definire la platea
dei destinatari della card cultura per i 18enni. La novità è stata introdotta con una modifica approvata alla Camera che fra l'altro ha fatto scendere ulteriormente gli
stanziamenti a favore della “card cultura” per i maggiorenni da 270 a 230 milioni (dai 290 milioni precedenti).
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