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I nodi sul tavolo del vertice di governo

Risparmiatori, pensioni d’oro, ecotassa, spiagge: ecco le 10 spine della manovra

Dalla calibratura del taglio sulle pensioni elevate, cosiddette d’oro, al destino dell'ecotassa sulle auto inquinanti e degli incentivi per gli autoveicoli “green” passando per il bonus-Sud per i pensionati stranieri, spiagge, risparmiatori danneggiati dai crack bancari e liberalizzazione Ncc in nuova versione. È una partita in 10 mosse quella che si sta giocando sulla manovra ai tavoli del governo e della maggioranza, guardando anche a Bruxelles. Cruciale il vertice di maggioranza a cui partecipano il premier Conte, il ministro Tria i due vice premier Salvini e Di Maio e anche i vice ministri Castelli e Garavaglia (Economia) e il ministro Fraccaro.

Un vertice decisivo
Una riunione decisiva, che dovrà dare anzitutto sciogliere il nodo dei circa 3,5 miliardi che ancora mancano per trovare la quadratura del cerchio del negoziato in corso con Bruxelles per evitare la procedura d’infrazione sui conti pubblici. Ma che dovrà anche decidere le dimensioni e i contenuti dell’ampio restyling della manovra, a cominciare dalla revisione dei saldi del disegno di legge di bilancio con la rimodulazione del fondo su pensioni e reddito di cittadinanza. «Daremo comunicazione ufficiale dell’esito dei lavori di Bruxelles nella seduta di domani mattina, perché dobbiamo aspettare la conclusione», ha spiegato il vice ministro Garavaglia. Il tutto mentre la commissione Bilancio continua a rimanere sostanzialmente in stand by con lavori fin qui ridotti al lumicino. Tanto che le votazioni vere e proprie inizieranno lunedì mattina e già si preannuncia lo slittamento dell’approdo in aula al Senato inizialmente previsto per martedì pomeriggio. E al di là dei 10 nodi da sciogliere maggioranza e opposizioni avrebbero trovato alcuni punti di intesa su possibili modifiche: dai fondi agli orfani per femminicidio, all’estensione della proroga dell’ecobonus e del sismabonus e anche su un pacchetto di misure a sostegno degli enti locali, degli investimenti pubblici, di Genova e delle aree terremotate.

Ecotassa e bonus auto elettriche
E' il diventato il vero punto di scontro sulla manovra tra i due alleati di Governo. Matteo Salvini ha ribadito la linea “no tax” della Lega e pubblicamente ha precisato che non ci sarà nessuna tassa, sulle auto anche perché non è prevista dal contratto di Governo. E per questo il Carroccio questa sera a Palazzo Chigi porterà il suo emendamento, firmato dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, con cui si chiede la cancellazione tanto dell’ecotassa quanto dell’ecobonus per chi acquista auto-green. I Cinquestelle, al contrario, restano fermi sulle loro idee di rinnovamento del parco auto circolante e del sostegno all'ambiente, rimodulando la tassa per le auto inquinanti, con l'esclusione delle utilitarie (panda compresa), e mantenendo il bonus per le auto elettriche (verrebbero escluse quelle a metano e le elettriche superiori ai 40mila euro). Inoltre il contributo di 3mila o 6mila euro verrebbe dimezzato e accompagnato da uno sconto sull'eventuale auto da rottamare.

Ristoro ai risparmiatori dei crack bancari
Il Movimento Cinque stelle tenta di forzare la mano e prova a fare a spallate con Bruxelles sulle modalità di accesso ai rimborsi per i risparmiatori rimasti coinvolti nelle recenti crisi bancarie. Secondo l’emendamento depositato in Commissione Bilancio, i risparmiatori potranno chiedere il rimborso delle somme perdute direttamente al nuovo Fondo Indennizzo Risparmiatori costituito presso il ministero dell'Economia. L’indennizzo sarà corrisposto nella misura del 30% a titolo di acconto se negli anni 2019, 2020 e 2021 si dovessero recuperare ulteriori risorse attingendo sempre dal fondo dei conti dormienti. L’indennizzo diretto e solo su base documentale senza più passare per l’arbitro finanziario della Consob, azionisti compresi, secondo la Lega mette a rischio l'intera operazione esponendo l'Italia a una più che certa procedura d'infrazione per violazioni delle regole comunitarie sui rimborsi ai risparmiatori.

Il taglio delle “pensioni d’oro”
Per il Movimento Cinque stelle la stretta sugli assegni pensionistici elevati è una misura imprescindibile. Che potrebbe avere un peso anche nella ricerca dei circa 3,5 miliardi che ancora mancano all'appello per suggellare l'intesa con Bruxelles. I Pentastellati con il loro capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli hanno già presentato un loro emendamento in commissione Bilancio in linea con quanto annunciato nei giorni scorsi dal vicepremier, Luigi Di Maio: un contributo di solidarietà quinquennale con cinque aliquote, da un minimo del 10% a un massimo del 40%, articolato su cinque scaglioni: il primo parte dalla parte eccedente i 90mila euro lordi annui (circa 4.500 euro mensili sempre al lordo), l'ultimo oltre i 500mila euro l'anno. Ad essere interessati sarebbero tutti i trattamenti, esclusi quelli interamente “contributivi” e gli assegni d'invalidità e per i superstiti. Un'impostazione che non piace affatto alla Lega, che ha già dichiarato di voler procedere con una riformulazione del correttivo. Secondo il Carroccio il giro di vite dovrebbe scattare solo sulla parte delle pensioni non legata a effettiva contribuzione (quindi quella più marcatamente retributiva) e dovrebbe essere rispettato il “contratto di governo” che prevede un taglio ai trattamenti superiori ai 5mila euro lordi mensili. Non solo, sempre secondo il Carroccio. si dovrebbe procedere con un intervento per bloccare parzialmente l'indicizzazione delle pensioni sopra i 4.500-5mila euro mensili. Una stretta che dovrebbe portare una riduzione delle cinque aliquote ipotizzate dai Cinquestelle per agire sui trattamenti elevati.

GUARDA IL VIDEO - Pensioni d'oro: ecco i tagli dal 10 al 40% sugli assegni a partire da 4.500 euro

L’indicizzazione dei trattamenti pensionistici
In assenza di un intervento dal 1° gennaio, decaduto il cosiddetto “meccanismo-Letta”, scatterebbe automaticamente il ritorno del vecchio schema all'inflazione su tre scaglioni (legge 388/2000). Ma la Lega punta a far scattare un adeguamento parziale di tutte le pensioni, non soltanto quelle alte. Un’ipotesi che sarebbe stata valutata in sede tecnica anche nell’ambito del lavoro di ricerca delle risorse necessarie per giungere a un accordo con Bruxelles. L’idea sarebbe quella di garantire l’indicizzazione completa solo agli assegni fino a tre volte il minimo (circa 1.500 euro al mese) e di ridurla progressivamente sulla base di altri 4 scaglioni per gli altri trattamenti (fino al 50% per quelli superiori a 3mila euro al mese).

Bonus Sud per attrarre i pensionati stranieri
Un fisco di vantaggio alla portoghese con un'aliquota al 7%. È quello previsto da un emendamento già depositato dalla Lega in commissione Bilancio per indurre i pensionati esteri a trasferire la loro residenza nelle regioni del Mezzogiorno: Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia. Un ritocco che Matteo Salvini inserirebbe tra quelli prioritari.

Mini-taglio del cuneo con riduzione delle tariffe Inail
Il mini-taglio del cuneo è uno dei pochi punti su cui la maggioranza sembra già sintonizzata sulla stessa lunghezza d'onda. L'emendamento sulla revisione delle tariffe Inail per il triennio 2019-2021, sostenuto dal Governo, è pronto. Le ultime limature sono state apportate ieri. Il correttivo fa scattare da gennaio 2019 le nuove tariffe basate sugli andamenti infortunistici 2013-2015 e prevede un abbattimento dei tassi medi per le imprese del 32,72%. La riduzione parte da 410 milioni nel 2019 per poi salire a 525 nel 2020 e a 600 milioni dal 2021. Considerando il taglio da 1,2 miliardi varato in via provvisoria dal 2014, che ora diventa strutturale e permanente, e sempre prorogato di anno in anno, pari a 1,2 miliardi, a regime il minor peso delle tariffe Inail diventa ora di 1,7 miliardi. A parziale compensazione il Mef prevede un maggior gettito Ires, derivante dalla minore deducibilità degli oneri contributivi Inail, che genera per le casse dell'Erario maggiori incassi Ires di poco superiore ai 173,8 milioni per il 2020 e 147,2 per il 2021 ma senza ricadute dirette sulle imprese.

Stabilimenti balneari in cerca di proroga
Sempre con un emendamento del Carroccio. primo firmatario il capogruppo Massimiliano Romeo, si punta a valorizzare e promuovere il bene demaniale delle coste italiane. In attesa della revisione dei diritti di gestione degli stabilimenti si prevede una proroga generalizzata delle concessioni balneari in vigore alla data di entrata in vigore della legge di bilancio (1° gennaio 2019) di 15 anni che salgono a 20 anni in caso di gestione diretta del titolare della concessione e a 25 se il reddito del concessionario è esclusivamente o prevalentemente prodotto dall'attività della struttura balneare. Il tutto accompagnato, in via straordinaria, da una sospensione di cinque anni dei canoni demaniali per sostenere le aree balneari devastate dal recente uragano che ha colpito le coste italiane, in via straordinaria, si prevede la sospensione per cinque anni dei canoni demaniali. Ma la proroga non sembra affascinare troppo il Movimento cinque stelle che punta a nuovi rating di qualità delle attività balneari e nuovi modelli di gestione anche con il partenariato pubblico-privato.

Ncc con l’incognita liberalizzazione
Il M5S spinge invece sulla possibilità di tagliare le catene che oggi vincolano l'esercizio degli Ncc, ovvero i Noleggiatori con conducente, alle loro rimesse. Con un emendamento presentato in commissione Bilancio al Senato si punta a rivedere le regole che oggi disciplinano gli Ncc e a eliminare alcuni vincoli come l'obbligo di rivolgersi alle rimesse, che devono essere situate esclusivamente nel territorio del comune che ha rilasciato l'autorizzazione, per chiedere una prestazione. La proposta di modifica prevede che è sufficiente avere almeno una sede nel territorio del comune che ha rilasciato l'autorizzazione, oltre alla sede del vettore e che sarà possibile contattare direttamente i conducenti delle auto, senza passare per la rimessa. Inoltre i Comuni potranno poi adibire specifiche aree di stazionamento su suolo pubblico per l'esercizio dell'attività. Una serie di misure su cui nella Lega ci sarebbe più di una perplessità.

Frequenze Tv e Sanità
Oltre alla stretta sull'editoria, su cui si gioca specifica partita, altri temi caldi sul tavolo riguardano le frequenze Tv con un emendamento dei 5 Stelle con ricadute tutte da valutare sulle televisioni commerciali. Impatto questo che non piace però alla Lega che starebbe riformulando il correttivo. Sul fronte sanità spicca soprattutto il tema delle prestazioni sanitarie private care alla Lega e che al contrario non sembrano piacere troppo alla ministra Grillo del M5S.

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