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Inter-Napoli, hanno sbagliato tutti: 10 errori che avvelenano il…

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Servizio |ultras e volontà d’impotenza

Inter-Napoli, hanno sbagliato tutti: 10 errori che avvelenano il calcio

Aveva capito tutto Fabrizio De André. Inter-Napoli spettacolo indegno, tra ultras nerazzurri che assaltano i tifosi napoletani nel prepartita e un supporter interista che perde la vita, poi gli ululati razzisti a Koulibaly, l’arbitro che non sospende il match, il giocatore che perde la testa e si fa espellere. E lo Stato che fa? «Si costerna, s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità». Perché siamo il Paese della volontà d’impotenza. Straparliamo ma quasi mai alle parole fan seguito i fatti. Quando facciamo, poi, sbagliamo. Ecco i dieci errori che hanno avvelenato il primo «boxing day» della storia del calcio italiano.

Ha sbagliato De Laurentiis
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, alla Vigilia di Natale, apprende che Mazzoleni arbitrerà Inter-Napoli. E polemizza: «Mi date una brutta notizia. Mazzoleni mi preoccupa, con noi è sempre stato cattivo e non imparziale. Mi raccomando, comportatevi da persone perbene». C’era bisogno di scaldare gli animi in un mondo che, abitualmente, ragiona sopra le righe?

Ha sbagliato Allegri
Nel pomeriggio del 26 dicembre la Juventus pareggia 2-2 a Bergamo con l’Atalanta e l’allenatore bianconero Allegri recrimina in diretta Tv. Non gli sono piaciute alcune decisioni arbitrali, ma non è con l’arbitro Banti che si lamenta: «Si parla tanto di comportamenti - dice - ma poi arrivano parole pesanti anche da parte di responsabili delle società, permettetemi di arrabbiarmi. Questo non va bene, noi sappiamo che bisogna lavorare duro per vincere questo campionato, sono amareggiato e più nervoso del solito perché mi rendo conto che in Italia non si migliorerà mai». Evidente il riferimento alle parole di De Laurentiis. Ma c’era proprio bisogno di aggiungere altra benzina al fuoco delle polemiche?

Ha sbagliato Mazzoleni
Chi era a San Siro la sera del 26 dicembre o ha assistito all’indegno spettacolo dei buuu razzisti contro Koulibaly oppure ha direttamente preso parte ai buuu razzisti contro Koulibaly. Tertium non datur. La panchina del Napoli per tre volte ha chiesto la sospensione del match, gli altoparlanti per tre volte hanno invitato i tifosi interisti a fermarsi, eppure l’arbitro Mazzoleni non ha riunito le squadre a centrocampo per sottolineare degnamente la gravità della situazione.

Hanno sbagliato i giocatori in campo
Tutti. Dovevano fare capannello intorno all’arbitro e dirgli: «Non riprendiamo a giocare se non si fermano gli insulti a Koulibaly».

Ha sbagliato Koulibaly
Sì, ha sbagliato anche Koulibaly. Può succedere che una vittima, quando non incontra giustizia, sfoghi la sua frustrazione provando a farsela da sé la giustizia. All’80’ si è visto ammonito, ha applaudito ironicamente il direttore di gara come a dire: «Adesso sei ligio ad applicare i regolamenti? Gli insulti che mi rivolgono, però, non li senti?» Gesto umano, troppo umano, che gli costa l’espulsione. Difficile giudicare chi subisce un trattamento del genere, ma - ragionando a mente fredda - avrebbe dovuto continuare a giocare.

Ha sbagliato la giustizia sportiva
Due giornate di squalifica a Koulibaly, due partite di squalifica a San Siro, più una partita con la curva chiusa. Scansatevi ché arriva re Salomone. Per carità: i regolamenti si applicano, casistiche e precedenti parlano, eccezioni non se ne devono fare. Ma non è forse un caso eccezionale la circostanza di un calciatore che fino a un istante prima era vittima di gravi gesti discriminatori non sufficientemente sanzionati dal giudice di gara e un istante dopo perde la fiducia verso il giudice di gara? Come minimo, meritava un’attenuante generica grande come una casa. L’Inter giocherà a porte chiuse la partita di campionato contro il Sassuolo e quella di Coppa Italia contro il Benevento. Erano questi i provvedimenti senza precedenti che si volevano intraprendere per dare un segnale forte dopo la folle notte del 26 dicembre?

Ha sbagliato la Figc
Dopo Inter-Napoli qualcuno invoca la sospensione del campionato come gesto inequivocabile perché stavolta si è superato il limite. Il presidente della Federazione italiana gioco calcio Gabriele Gravina, nel pomeriggio del 27 dicembre, dichiara: «Sabato si giocherà, il campionato non si ferma. Dobbiamo dare una risposta tangibile a chi pensa che attraverso alcuni comportamenti si possa alterare il nostro mondo. Questa è una risposta netta e forte». A noi piacerebbe avere un’altra risposta: com’è che Gavillucci, l’arbitro che sempre per cori razzisti sospese per tre minuti Sampdoria-Napoli del 13 maggio 2018, è finito ad arbitrare i Giovanissimi della provincia di Latina? Pare fosse ultimo nella classifica di rendimento degli arbitri di serie A. Sarà. Ma tutto gli si può dire tranne che avesse paura di prendersi le responsabilità che i regolamenti gli attribuivano.

Ha sbagliato l’Inter
Il club nerazzurro, il 27 dicembre, dirama questo comunicato: «In relazione ai fatti accaduti durante la partita Inter-Napoli e alla conseguente decisione assunta dal giudice sportivo della Lega Nazionale di Serie A, il Club ribadisce che dal 9 marzo del 1908 Inter significa integrazione, accoglienza e futuro». In sintesi, «chi non dovesse comprendere e accettare la nostra storia, questa storia, non è uno di noi». Romanticismo puro. Qualcosa di più concreto, però, ce lo saremmo aspettati. Tipo citare Koulibaly e chiedergli scusa. In compenso, sul sito dell’Inter, c’è una nota di cordoglio che «manifesta sgomento per la morte di Daniele Belardinelli ed esprime vicinanza ai suoi familiari». Sì, proprio il tifoso deceduto negli scontri pregara, già noto alle forze dell’ordine, protagonista del blitz con roncole e martelli al van dei supporter del Napoli.

Ha sbagliato Salvini
Ok, abbiamo capito: hanno tutti torto. Ma ci sarà un giudice a Berlino. O meglio: ci sarà un ministro degli Interni al Viminale. Al Viminale c’è Matteo Salvini che dichiara queste cose: «Chiudere gli stadi e vietare le trasferte condanna i tifosi veri, che vanno distinti dai delinquenti, ed è la risposta sbagliata. Certe partite di calcio non si giocheranno più in notturna, quelle più a rischio si devono giocare alla luce del sole e con elicotteri che possano controllare i delinquenti». Ma come? Il ministro non ricorda che, anche quando il calcio si giocava di domenica alle 14.30, ogni tanto ci scappava il morto? Probabilmente no. E il ministro va avanti: «I primi giorni dell’anno, con il sottosegretario Giorgetti, convocheremo al ministero dell’Interno le società sportive, le tifoserie - quelle organizzate, riconosciute, pulite e tranquille - e gli arbitri per ragionare tutti insieme su come portare pulizia, tranquillità e sorriso nei campi di calcio». Proviamo a tradurre: visto che non riusciamo a debellare il fenomeno degli ultras, tanto vale legittimarli invitandoli presso le sedi istituzionali.

Ha sbagliato il sistema calcio
Tutto, tutte le volte che ha considerato il tifo violento un fenomeno folkloristico o peggio un interlocutore. Sappiamo da anni chi sono questi signori, non si capisce il motivo per cui non si prendano provvedimenti efficaci nei loro confronti. Il Daspo non funziona, evidentemente. Tornelli e biglietti nominali non hanno fatto altro che spostare da dentro a fuori dallo stadio le violenze fisiche. Quelle verbali - come i buuu ai giocatori di colore e certi striscioni deliranti - sono ancora parte integrante dello spettacolo.

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