La scelta del nuovo presidente Consob sarebbe ormai imminente. Il condizionale è d’obbligo perché più volte negli ultimi mesi, dopo le dimissioni del predecessore Mario Nava avvenute a settembre, la nomina sembrava cosa fatta per poi tornare in alto mare. Il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato l’accordo tra M5S e Lega sul nome di Marcello Minenna, oggi funzionario Consob, candidatura sulla quale nelle scorse settimane c’era stata però una fumata nera.
La svolta delle ultime ore sulla presidenza dell’autorità che vigila sui mercati non sarebbe però da attribuire a una mancanza di accordo tra i due partiti al governo. L’intesa politica sul nome di Minenna era già stata raggiunta a novembre, tra l’altro in un incontro tra i due vicepremier Luigi di Maio e Matteo Salvini al quale aveva preso parte anche il premier, Giuseppe Conte. Le resistenze, in realtà, nelle ultime settimane sarebbero arrivate proprio da quest’ultimo, al quale spetta la proposta in consiglio dei ministri del nome per il presidente della Consob. Il premier avrebbe cercato di vagliare altre candidature, tendendo in stand by il dossier.
L’accelerazione sarebbe arrivata negli ultimi giorni anche sulla scia di quanto avvenuto con il commissariamento di banca Carige e poi dell’adozione del decreto del governo per mettere in sicurezza la banca. La questione Carige negli ultimi mesi era stata al centro di numerose riunioni della Consob, seppure senza darne pubblicità, perché già da qualche settimana si ragionava sulla opportunità di sospendere il titolo in Borsa. Poi è esplosa la polemica sul conflitto di interessi che il premier avrebbe avuto nella vicenda, vista la sua vicinanza con l’avvocato Guido Alpa (consigliere della banca genovesee legale del socio di minoranza, Raffaele Mincione): questo avrebbe contribuito a far sfumare le riserve di palazzo Chigi sul nome di Minenna. Una riunione di esponenti politici di M5s e Lega, nel pomeriggio di martedì, che tra gli argomenti all’ordine del giorno aveva proprio la nomina del presidente Consob, avrebbe sancito l’epilogo della vicenda. La nomina dovrebbe essere proposta al consiglio dei ministri di domani. Poi dovrà passare all’esame del Quirinale, per la ratifica del decreto di nomina. Ma a quel punto è difficile che il presidente della Repubblica opponga veti.
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