«Non dimentichiamo le vittime dell'Olocausto, la loro indicibile sofferenza continua a gridare all'umanità: siamo tutti fratelli!».
È quanto si legge in un tweet di Papa Francesco in occasione della #GiornatadellaMemoria. Il Pontefice, dal Campo San Juan
Pablo II, il Metro Park di Panama, in occasione della messa a
conclusione della XXXIV Giornata Mondiale della gioventù, ha ricordato la Giornata della Memoria anche all'Angelus. «Dobbiamo
mantenere vivo il ricordo del passato e imparare dalle pagine nere della storia in modo da non farlo non fare mai più gli
stessi errori. Continuiamo a sforzarci, instancabilmente, a coltivare giustizia, aumentare la concordia e sostenere l'integrazione,
essere strumenti di pace e costruttori di a mondo migliore». E ha invitato i 700mila giovani presenti «a lavorare e a sporcarci
le mani insieme a Lui nel suo Regno
in modo così semplice ma incisivo».
L’indifferenza uccide
Visitando la Casa Hogar del Buen Samaritano, che accoglie giovani malati di Aids il Papa ha detto che «il prossimo è una persona,
un volto che incontriamo nel cammino, e dal quale ci lasciamo muovere e commuovere: muovere dai nostri schemi e priorità e
commuovere intimamente da ciò che vive quella persona, per farle posto e spazio nel nostro andare». Dopo l’Angelus ha ricordato
che «l’indifferenza ferisce e uccide», perché «il prossimo è prima di tutto una persona, qualcuno con un volto concreto, reale
e non qualcosa da oltrepassare e ignorare, qualunque sia la sua situazione. È un volto che rivela la nostra umanità tante
volte sofferente e ignorata».
Rispetto dei diritti umani in Venezuela
In questi giorni a Panama, ha detto Papa Francesco, «ho pensato molto al popolo venezuelano, mi sento vicino a loro e chiedo
al Signore che, in questo momento di difficoltà, si possa cercare una soluzione per superare la crisi rispettando i diritti
umani e cercando il benessere di tutti i cittadini del Paese» e ha affidato il popolo venezuelano alle preghiere alla Vergine
di Coromoto, patrona del
Venezuela.
Essere giovani non è sinonimo di sala d’attesa
«Essere giovani», ha sottolineato Papa Francesco, non è «sinonimo di sala d'attesa per chi aspetta il turno della propria
ora. E nel “frattanto” di quell'ora, inventiamo per voi o voi stessi inventate un futuro igienicamente ben impacchettato e
senza conseguenze, ben costruito e garantito con tutto ben assicurato». «Uun futuro da laboratorio», «è la finzione della
gioia». «Cari giovani - ha detto ancora - non siete il futuro, ma il presente, non siete il futuro di Dio ma l'adesso di
Dio».
Quando si chiede ai giovani di aspettare i sogni perdono quota
Quando si chiede ai giovani di aspettare e preparare il futuro «vi tranquillizziamo e vi addormentiamo perché non facciate
rumore, perché non facciate domande a voi stessi e agli altri, perché non mettiate in discussione voi stessi e gli altri;
e in questo “frattanto” i vostri sogni perdono quota, cominciano ad addormentarsi e diventano illusioni rasoterra, piccole
e tristi», ha detto al
Papa ai giovani.
Filippine: la preghiera per le vittime dell’attentato
Il Papa all'Angelus ha pregato per le vittime dell'attentato terroristico nelle Filippine nel duomo, mentre si celebrava messa.
«Condanniamo questa violenza che colpisce questa comunità cristiana. Prego il Signore, principe della pace, affinché converta
i cuori dei violenti e garantisca agli abitanti di quella popolazione una pacifica convivenza».
In Portogallo la prossima GmG
La prossima Giornata Mondiale della Gioventù si terrà in Portogallo, a Lisbona, ha annunciato il cardinale Kevin Farrell,
prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita alla presenza di Papa Francesco, alla fine della messa a Panama.
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