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Basket: in Serie A girone d’andata positivo per media spettatori (3.964) e incasso totale (6,2 milioni)

Giro di boa positivo per il campionato di basket di massima serie, che conferma il miglioramento della passata stagione e vede aumentare il seguito dal vivo nei palazzetti. Il girone d’andata si chiude con una media di poco inferiore ai 4000 spettatori a partita (3964, per l'esattezza) e un incasso pari a 6,2 milioni di euro dal botteghino. Lo scorso anno, a metà stagione, la vendita di biglietti e la quota abbonamenti relativa al girone d'andata portò nelle casse dei club meno di sei milioni, mentre l'incasso complessivo (play-off inclusi) è stato di 13,9 milioni.

Dato in aumento rispetto al 2016/17 e che, seguendo questo trend, può essere ulteriormente migliorato. Intanto il nuovo record d'incassi certifica la risposta degli appassionati, che hanno riempito il 72,4% degli spalti in questa metà di campionato. “Si tratta di un risultato importante - afferma il presidente della Lega Basket A Egidio Bianchi - che conferma la crescita di interesse attorno al movimento di vertice. Merito del lavoro congiunto dei club e della LBA che intendiamo confermare e rafforzare migliorando la fruibilità degli impianti della Serie A non tanto e non solo in termini di capienza ma anche di accoglienza e servizi nei confronti del pubblico”.

Milano si conferma per distacco la squadra più seguita, con una media di 7929 spettatori a partita (quasi 400 spettatori di media in più rispetto al girone d'andata 2017/18), ma non è la prima per incassi dal botteghino. L'Armani, nonostante i quasi ottomila spettatori per gara casalinga, ha ricavato 554.165 euro dalla biglietteria ed è terza alle spalle di Reggio Emilia e Virtus Bologna. I reggiani, a dispetto dei soli 3474 spettatori di media (noni in graduatoria) hanno incassato 556.868 euro, mentre la Virtus è insieme a Venezia l'unica ad avere una percentuale di riempimento del palazzetto superiore al 90% e questo si riflette sui ricavi dalla biglietteria: incassi per 699.924 euro e 5356 spettatori di media. Determinante, per le V nere, anche lo spostamento alla Unipol Arena per le sfide contro Reggio Emilia e Brescia. Il derby è stato seguito da 7111 spettatori, la prima sfida del 2019 è stata invece accolta da una cornice di 6913 paganti, cifre che non potrebbero essere raggiunte al Paladozza (capienza massima 5570 spettatori).

Un ruolo importante in questo passo in avanti lo ha svolto il ritorno di una piazza storica come Trieste. Ha preso il posto della retrocessa Capo d'Orlando, che nella passata stagione ha portato meno pubblico di chiunque e basta sostituire i due dati per capirne l'incidenza: se al posto dei 5720 dell'Allianz Dome ci fossero i 1808 del PalaSikeliArchivi della passata stagione, la media del girone d'andata sarebbe di 3739 spettatori a partita. Un anno fa, a metà campionato, era di 3740 presenti. Trieste ha ritrovato la massima serie e si è assicurata un investimento da 1,5 milioni annui per cinque anni grazie alla cessione dei naming rights del palasport, che ha una capienza di poco inferiore ai settemila posti ed è uno di quelli già pronti per essere a norma in vista della riforma voluta dalla Fip, con impianti da cinquemila posti a sedere per ogni società di A.

Un vincolo che entrerà in vigore solo a partire dal 2020, ma già diverse società si sono già portate avanti per adeguarsi alle future normative: La Blm Group Arena di Trento ha già raggiunto i 4000 posti e si conta di portarla alla capienza minima richiesta nel giro di un anno, Reggio Emilia deve solo apportare piccole modifiche al proprio impianto e Venezia è al lavoro per un nuovo palazzetto in area Pili, caldeggiato dal sindaco (nonché proprietario della società) Brugnaro. Rimangono solo Cremona e Brindisi, a rischio spostamento.

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