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Palermo Calcio, ora si cercano nuovi investitori (e Zamparini valuta un’azione legale)

A Milano per salvare il salvabile. Rino Foschi, responsabile dell’area tecnica del Palermo (nonché “fedelissimo” di Maurizio Zamparini), si sta muovendo per scongiurare il peggio. Non tanto perché abbia ancora due giorni a disposizione prima della chiusura del mercato invernale, quanto perché è lui a cercare nuovi investitori per la società. Per conto di chi, ufficialmente, non si sa. Non lo sanno nemmeno i soggetti a cui è stato chiesto un aiuto quasi disperato, bloccati proprio da questa situazione di incertezza all’interno del club rosanero.

Formalmente la nuova proprietà fa riferimento a Sport Capital Group, dunque a tutto il gruppo che si è insediato nel management di viale del Fante, ma di fatto la controllante del Palermo risulta essere inattiva. Anche per questo motivo Zamparini ha convocato i suoi legali nella residenza di Aiello del Friuli, dove attualmente si trova agli arresti domiciliari. Il timore? Quello di aver subito un raggiro, visto che all’interno della società non è ancora entrato un euro e la scadenza del 16 febbraio incombe. Entro quella data il Palermo deve pagare gli stipendi di dicembre e gennaio, altrimenti scatta il deferimento alla Covisoc e a quel punto lo spettro di una penalizzazione diverrebbe più che concreto. Non solo: sono già arrivate le prime ingiunzioni di pagamento da parte dei procuratori, con un primo effetto immediato: il pignoramento di parte del ricavato dalla cessione di Struna agli Houston Dynamo.

Foschi, che ha curato in prima persona la vendita del difensore proprio per poter mettere soldi in cassa, ha avuto lì la prima avvisaglia negativa. Ecco dunque che ha ripreso i contatti con un gruppo di imprenditori locali, già avviati da Zamparini quando stava per chiudere con l’attuale management. Questa cordata è guidata da Alessandro Albanese, presidente di Sicindustria (che però non avrebbe un ruolo attivo nella vicenda), il quale a sua volta sembrava dovesse entrare nel consiglio di amministrazione del Palermo con la nuova gestione. Ha incontrato gli inglesi nel loro primo giorno in Sicilia e gli è stato prospettato l’ingresso nel board, con la possibilità di partecipare con una quota minoritaria.

La risposta non è stata negativa, ma ha voluto vederci chiaro e alla fine è rimasto fuori, senza mai sapere chi fosse a capo di tutta la struttura.
Albanese è entrato in contatto con alcuni dirigenti della vecchia guardia del Palermo, per così definirli, nel tentativo di riprendere un colloquio interrotto mesi fa. Il problema è però lo stesso di dicembre: non si sa chi sia il reale proprietario del club. Si sa solo che a muoversi è un dirigente reduce dalla gestione Zamparini e che lo stesso Zamparini stia valutando se adire le vie legali nei confronti del gruppo con cui lo scorso 30 novembre ha messo nero su bianco un accordo per un preliminare di cessione della società. L’avvenuto passaggio di proprietà è stato ufficializzato il 29 dicembre, un giorno prima della scadenza prevista. Da quel giorno, però, il Palermo non ha ancora visto un euro. E se non dovesse vederne entro due settimane, rischia grosso.

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