Nel 2018 il mercato dei calciatori è stato capace di raggiungere un controvalore di 7,03 miliardi di dollari, cifra mai raggiunta in precedenza e superiore di oltre dieci punti percentuali a quella fatta segnare nel 2017. È aumentato invece del 5,6% il numero dei calciatori trasferiti: da gennaio a dicembre 2018 sono finiti negli schedari 16.533 trasferimenti internazionali, che hanno interessato 14.186 calciatori di 175 nazioni.
Calcio fenomeno globale, quindi, in continua crescita, ma nello stesso tempo gestito da pochi ricchi club. Dall’ultimo studio
pubblicato dalla FIfa balza all'occhio che soltanto 31 squadre abbiano speso nell'anno 2018 più di 50 milioni di dollari.
Gli stessi club che messi insieme hanno movimentato più della metà dei 7,03 miliardi di dollari spesi globalmente. Ovviamente
l'Europa è il cuore pulsante del sistema: il 78,2% della spesa globale (quindi cinque miliardi e mezzo di dollari) sono stati
movimentati tra club del vecchio continente.
La Francia ha registrato la migliore bilancia commerciale attiva (+467,2 milioni di dollari), mentre l'Inghilterra ha il deficit
peggiore tra spesa e incassi: meno 1,05 miliardi di dollari. Segno meno anche per l'Italia: i club del nostro Paese hanno
speso 848,9 milioni di dollari, mentre ne hanno incassato 525. Il deficit è stato quindi di 323,9 milioni di dollari, un dato
che posiziona l'Italia al terzultimo posto della classifica. Peggio di noi oltre agli inglesi solo gli spagnoli (-444,5).
Curioso il dato dell'Arabia Saudita, che è il settimo Paese per capacità di spesa, con i suoi club che hanno fatto girare
173,9 milioni di dollari nel 2018.
In un mondo che sottolinea sempre di più le pari opportunità, il rapporto della Fifa contiene per la prima volta anche una parte dedicata al calcio femminile: il 2018 è stato infatti l'anno inaugurale per la registrazione sui database della Fifa dei trasferimenti delle calciatrici professioniste. Il primo bilancio dell'International Transfer Matching System in rosa ha evidenziato 696 movimentazioni, che hanno coinvolto club di 74 Paesi e un totale di 614 calciatrici di 72 nazioni. La spesa totale è stata di soli 600mila dollari: un dato che testimonia come il mercato femminile sia ancora in una fase primordiale. Il contesto principale in questo caso è quello statunitense, con i club made in Usa interessati nel 20% delle negoziazioni.
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