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Palermo sempre più nei guai: accuse tra i soci, casse vuote e penalizzazioni in arrivo

La Brexit è arrivata anche a Palermo. La parte inglese del gruppo acquirente ha annunciato l'uscita di scena dal club rosanero, a poco più di una settimana dalla scadenza Covisoc per gli stipendi del bimestre dicembre-gennaio. Se non arrivano soldi entro il 16 febbraio scatta il deferimento, con una penalizzazione automatica all’orizzonte. Una situazione sempre più tragica, senza un euro in cassa e con le continue accuse tra l'ex presidente Clive Richardson e l'ad Emanuele Facile. Il primo ha salutato la compagnia, ribadendo di non avere alcun compito sul fronte finanziario, cosa che invece afferma il secondo, rimasto l'unico membro del nuovo management in sella. Oltre a Richardson, infatti, si è dimesso il consigliere Treacy, che nel corso dell'ultimo consiglio di amministrazione aveva annunciato l'arrivo di un bonifico da tre milioni atteso entro questo fine settimana. Attesa che si preannuncia vana, stando a quanto dichiarato da Richardson subito dopo la sua uscita di scena ufficiale.

Il prospetto presentato ai consiglieri prevede inoltre che da qui a metà mese la società necessiti di almeno 5,4 milioni. È dunque corsa contro il tempo. Non tanto per trovare i soldi in dieci giorni, quanto per trovare un nuovo proprietario e convincere chi è rimasto a farsi da parte. Sono al lavoro, i legali di Zamparini, che dopo la messa in mora hanno deciso di passare ad una diffida formale nei confronti degli acquirenti, sperando di trovarne uno nuovo. Tutti con un problema comune: non sanno chi sia il reale proprietario. I due soggetti attualmente in corsa sono infatti in contatto con Treacy, che non sarà più nel board del Palermo, ma rimane un uomo di Eight Capital, la compagnia inglese facente riferimento a Dominic White che ha immesso poco meno di 150 mila euro nella Sport Capital Group, la società quotata nel listino NEX di Londra che controlla il club attraverso una ragnatela di scatole create ad hoc per l'operazione. Un intrecciarsi di fili che porta a White e a Corrado Coen, quello che Facile ha definito un “consulente” e che dalle accuse di Richardson sembrerebbe essere qualcosa in più: «Il progetto Palermo ci è stato presentato da White e Coen», scrive l'ex presidente in una lunga lettera pubblicata sul sito della sua Global Futures Sport. Lettera poi cancellata e sostituita da un comunicato relativo ai rapporti con Sport Capital Group.

Questa lettera è una risposta di Richardson alle repliche di Facile, che aveva ribattuto alle sue dichiarazioni post dimissioni con un comunicato nel quale precisa come l'inglese sia «sempre stato al corrente della situazione finanziaria della Società, come per altro evidenziano significative documentazioni risalenti al mese di ottobre». L'ex presidente, dal canto suo, smentisce e fa partire i contatti da novembre, quando allaccia i primi contatti con White e Coen. Gli stessi nomi che spuntano alla fine del reticolato di cui si compone la struttura che controlla il Palermo, dalla quale non è ancora transitato denaro liquido. Stando sempre alle accuse di Richardson, l'ultimo tentativo di Coen sarebbe stato quello di trovare soldi cedendo giocatori nel mercato di gennaio: «Coen e Facile ci hanno chiesto di vendere Nestorovski, in modo da generare fondi per il club». Sei milioni, quelli che sarebbero entrati in cassa se il macedone avesse accettato l'offerta dei messicani del Club America. Sarebbero bastati al massimo a superare le scadenze di febbraio, visto che oltre al pagamento degli stipendi, il Palermo ha dovuto saldare altre pendenze in Lega B.

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