Il conto alla rovescia per la missione Eunavfor Med Sophia avviata nel 2015 contro i trafficanti di migranti è iniziato e il governo giallo verde, attraverso due dei suoi principali dicasteri, è in campo per trovare “in zona Cesarini” un compromesso che consenta di evitare la chisusura di un’operazione di cui l’Italia ospita il comando e il quartier generale, e che copre un’area del Mediterraneo che per il paese ha un’importanza strategica.
La Farnesina, con il sostegno del Colle, e il ministero della Difesa hanno avviato contatti con i partner europei per portare a casa, nel caso in cui i partner europei non fossero disposti a cambiare le regole di ingaggio dell’operazione, almeno un nuovo rinvio tecnico, dopo quello di dicembre che ha fatto guadagnare a Sophia tre mesi di vita. Secondo alcune fonti il ministro degli Affari esteri Moavero Milanesi ha affrontato il dossier al Consiglio Affari Esteri dell’UE, che si è svolto lunedì a Bruxelles. Il vertice aveva all’ordine del giorno altri temi: Corno d’Africa, Ucraina, Siria e Venezuela. Alla fine il compromesso tra i ministri degli Esteri dei 27 e quello italiano non è arrivato. Per i primi l’ultima parola spetta all’Italia. Nessuna intesa è stata raggiunta nemmeno nell’ambito del Cops, il Comitato politico e di sicurezza composto dagli ambasciatori dell’Unione europea.
La scadenza del 31 marzo
Nella riunione del Consiglio europeo che si apre oggi il tema non è all’ordine del giorno: sul tavolo il processo di recesso
del Regno Unito dall’Unione europea. I tempi per trovare un’intesa con i partner europei, e salvare la missione, sono stretti.
Il 31 marzo, ovvero tra una dozzina di giorni, scadrà il cosiddetto “rollover tecnico”: si tratta delle soluzione che i 28
hanno trovato a dicembre per evitare che, dopo il fallimento della trattativa per trovare un punto d’incontro sul nodo della
ripartizione dei migranti soccorsi, l’operazione chiudesse i battenti. Entro quella data, quindi tra una manciata di giorni,
andrà deciso il destino di Sophia.
Tre opzioni sul tavolo
Le opzioni sul tavolo sono, al momento, tre. La prima: un nuovo rinvio tecnico. Sarebbe una mossa interlocutoria, per guadagnare
tempo in vista di un’intesa più sostanziale. La seconda: una modifica delle regole d’ingaggio, nel senso di una maggiore condivisione
degli sforzi da parte di tutti parner europei, a cominciare dai porti di sbarco delle persone soccorse in mare dalle navi
della missione europea. La terza: il cosiddetto “phasing out” dell’operazione. Il governo lavora sui primi due scenari.
GUARDA IL VIDEO - Operazione Sophia, Salvini: da 6 mesi chiediamo cambio regole
L’ultimatum di Salvini
Negli ultimi mesi Roma, con il ministro dell’Interno Matteo Salvini in prima fila, ha chiesto di cambiare la regola, ad oggi
in vigore, in base alla quale tutti i migranti salvati dalle navi che operano sotto l’ombrello della missione europea vanno
sbarcati esclusivamente nei porti italiani. Il governo M5s-Lega ha chiesto che, al contrario, si adotti il principio dela
rotazione dei porti di sbarco. Per sostenere questa richiesta, il leader leghista ha minacciato la chiusura dell’operazione
nel caso in cui l’istanza italiana non fosse stata accolta. Nella sostanza, il messaggio è stato letto dalle altre cancellerie
come una sorta di ultimatum. Fino ad oggi, a una manciata di giorni dal termine ultimo, la richiesta non è stata recepita
dagli altri paesi.
Lo stop della Germania
Di fronte al pressing dell’Italia, la Germania ha chiarito che non avrebbe inviato più navi fino a quando il mandato dell’operazione
non fosse stato chiarito, pur mantenendo la sua partecipazione e il suo sostegno a trovare una soluzione sul principio di
una ripartizione solidale. Nella riunione dei ministri della Difesa europei, a Bucarest, il 31 gennaio, i partner europei
non hanno raggiunto un accordo.
Mogherini: senza novità positive Sophia finirà
Il mese scorso, in occasione del vertice Nato che si è svolto a Bruxelles, il ministro della Difesa Trenta ha avuto un colloquio
sul dossier sia con l’Alto rappresentante dell’Ue Federica Mogherini sia con il Ministro della Difesa tedesco Ursula von der
Leyen. Il punto sullo stato di avanzamento della trattativa lo ha fatto, però, Mogherini. «In assenza di un accordo - ha
sottolineato al termine del Consiglio Esteri Ue, all’inizio della settimana - l’operazione Sophia dovrà essere chiusa, spero
che un’intesa sia trovata - ha poi aggiunto - ma non vedo movimenti in questa direzione. Se non ci sono sviluppi positivi,
l'operazione a fine mese purtroppo sarà chiusa, con tutte le conseguenze che questo comporterà».
Moavero: rollover tecnico è un’opzione
Il comandante dell’operazione Sophia Enrico Credendino ha messo in evidenza «l’interesse strategico soprattutto per l’Italia»
a mantenere l’operazione, così come ha fatto anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani: «Va conservata - ha affermato - ma serve più
solidarietà da parte degli altri Paesi». Il ministro degli Affari esteri Moavero Milanesi ha spiegato che l’Italia sta valutando
in «che misura l’equilibrio generale dell’operazione Sophia possa essere salvaguardato». Il responsabile della Farnesina ha
sottolineato che «c’è ancora tempo» e che «il governo prenderà posizione prima» della scadenza ultima e che «un altro rollover
è una delle possibilità».
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