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Xi Jinping in Italia, perchè il porto di Trieste è così strategico per Pechino

L'arrivo oggi in Italia del presidente cinese Xi Jinping, che si prepara a firmare il memorandum of understanding (Mou)con lo Stato italiano, apre la strada a diversi, e più specifici, accordi tra i due Paesi, che comprendono anche le intese tra China communications construction company (Cccc), braccio operativo del Governo cinese sulle infrastrutture, e due dei principali porti italiani: Genova e Trieste.

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Per quanto riguarda il mou con lo scalo giuliano, si tratta di un accordo diviso in tre parti, che non vuole porre le banchine di Trieste sotto l'egida cinese ma, anzi, prevede un intervento di Cccc sul nodo ferroviario triestino consentendo, per contro, all'Autorità di sistema del Mar Adriatico orientale (anche attraverso la partecipata Interporto di Trieste) di partecipare a progetti logistici di Cccc in Slovacchia e in Cina.

A illustrare i contenuti dell'intesa è il presidente dell'Adsp di Trieste, Zeno D'Agostino, che peraltro legge in modo positivo anche la manifestazione d'interesse questa sì indirizzata alle banchine, presentata da China merchants ports alla società concessionaria della piattaforma logistica dello scalo, attualmente in fase di completamento.
Riguardo al mou, D'agostino spiega che l'Adsp punta su un progetto, «chiamato Trihub, che non riguarda solo il porto ma comprende una serie di investimenti sul sistema delle infrastrutture ferroviarie a Trieste, Villa Opicina, Monfalcone e Cervignano. Trihub è nella lista di progetti data due anni e mezzo fa dal Governo italiano alla Eu-China connectivity platform, nata proprio per favorire il dialogo tra Pechino e Bruxelles».

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La mediazione di Bruxelles
Tutto, quindi, precisa D'Agostino, «è mediato e gestito dalla Commissione Ue. Questo lo dico in merito alle polemiche sul fatto che ci si muova in maniera estemporanea e individuale. La piattaforma si riunisce una volta a Pechino e una a Bruxelles. L'ultima si è riunita Bruxelles a fine novembre e, in quell'occasione, i cinesi hanno detto che erano interessati ai progetti della diga foranea di Genova e al Trihub di Trieste; che sono stati quindi inseriti nella lista di progetti Ue di interesse cinese. Tutto è però governato e gestito da Bruxelles direttamente».

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D'Agostino spiega poi che l'Adsp «propone a Cccc di fare un accordo strategico sul progetto Trihub, che ha passato il vaglio nelle relazioni istituzionali tra Ue e Cina; tenendo presente che, siccome si parla di infrastrutture ferroviarie, nel 70% dei casi è Rfi il soggetto di riferimento del piano da portare avanti. Inoltre, dei 200 milioni che afferiscono al progetto, 160 sono già finanziati. Noi, dunque, chiediamo a Cccc di dire cosa eventualmente vuole fare, dove vuole investire e di presentate un project financing che segua tutte le indicazioni delle normative Ue».

Sinergie allo studio sulla Slovacchia
Questa è però solo la prima parte dell'accordo. «La seconda – afferma D'Agostino – guarda alla Slovacchia. Cccc, infatti, sta costruendo lì un mega impianto logistico-ferroviario. Ho chiesto quindi che l'Adsp di Trieste, attraverso, ad esempio, Interporto di Trieste, possa diventare partner di quell'operazione. Per noi la Slovacchia è un mercato importante di sviluppo, abbiamo treni che vanno tutti i giorni in quel Paese. E loro creeranno un mega impianto da milioni di metri quadrati a Kosice. Visto che stiamo acquisendo altri interporti in Italia con quella società, possiamo pensare anche di rivolgerci all'estero. Di sicuro con una quota di minoranza, perché un simile investimento può essere potenzialmente rischioso».

Possibili collaborazioni in Cina
La terza parte dell'intesa, conclude il presidente dell'Adsp di Trieste, «prevede di sviluppare con Cccc dei progetti in Cina. Questo è quanto scritto nell'accordo; avremo poi i 90 giorni successivi alla firma per definire in maniera più dettagliata ogni dettaglio. Nell'intesa comunque c'è un riferimento esplicito al rispetto di tutte le normative comunitarie».
Per esemplificare possibili i progetti comuni in Cina, D'Agostino fa l'esempio di «piattaforme logistiche in cui Cccc ha un ruolo di costruzione, di gestione o immobiliare. Se queste piattaforme possono essere utili, ad esempio, per l'esportazione dei nostri prodotti, avere un piede là dentro può essere interessante».

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