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Europa e Cina, direttorio notturno in hotel Merkel-Conte-Macron

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IL CONSIGLIO EUROPEO

Europa e Cina, direttorio notturno in hotel Merkel-Conte-Macron

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte partecipa a Bruxelles al Consiglio europeo (Ap)
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte partecipa a Bruxelles al Consiglio europeo (Ap)

DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES - Il fatto che quel posto, qualche secolo fa, fosse una prigione che aveva ospitato perfino un poeta come Paul Verlaine deve essere sfuggito ai tre leader europei Angela Merkel, Emmanuel Macron e Giuseppe Conte. Tra quelle quelle mura, ora albergo Amigo, di proprietà del gruppo Rocco Forte (una quota in mano anche a Cassa depositi e prestiti) trascorrono le notti a cavallo dei consigli europei i capi di Stato e di Governo delle tre principali economie europee, alla testa di tre Paesi fondatori della Ue. Nel bar del pian terreno, l’ultimo tavolo in fondo è da sempre riservato alla cancelliera tedesca che lì si ritrova anche fino a tarda ora con i suoi collaboratori più stretti rientrando dalla cena di lavoro che apre i vertici europei.

In tre al tavolo della Merkel all’Amigo
Ed è lì, a quel tavolo in fondo, che ieri sera, senza una regia coordinata ma in un clima improntato alla massima informalità, Merkel, Macron e Conte si sono ritrovati per un colloquio a ruota libera sui principali temi dell’attualità europea. Primi fra tutti il rapporto tra la Ue e la Cina, le strategie per la crescita economica e in generale il futuro dell’Europa dopo la Brexit. In altre parole, senza saperlo, all’una di notte si è ricreato, nell’ex carcere dell’Amigo, quel “direttorio” a tre Germania, Francia e Italia che negli ultimi tempi ci aveva visti quasi costantemente messi fuori dalla porta. Il colloquio è iniziato tra Merkel e Conte. Quest’ultimo ha subito chiesto l’aiuto del suo consigliere diplomatico Pietro Benassi, ex ambasciatore italiano a Berlino, che si trova a proprio agio con tutto lo staff della cancelliera e da qualche giorno è commendatore della Repubblica federale tedesca.

Come difendersi dagli investimenti predatori
La Germania non ha mai firmato (come farà domani l’Italia) un memorandum of understanding per dare una cornice giuridica ai progetti della BRI (Nuova Via della Seta) e con un business da 20 miliardi con Pechino e una quota di 5 miliardi di dollari nella Banca Aiib che finanzia la Via della Seta è di fatto il principale partner europeo della Cina. Merkel e Conte hanno discusso anche sui meccanismi europei di protezione (screening sugli investimenti, reciprocità su appalti e nuove regole su aiuti di Stato) che oggi verranno varati dal Consiglio europeo. Ai due si è aggiunto poi all’una di notte il presidente francese. Una sua dichiarazione sulla Tav («non ho tempo da perdere») poche ore prima era suonata come un nuovo schiaffo all’Italia. Ma nell’improvvisato caminetto dell’Amigo le pacche sulla spalle tra il premier italiano e il presidente francese si sono sprecate. Come del resto anche questa mattina dopo il bilateraleda cui è emersa una scelta comune sul metodo per la Tav e sulla necessità di superare la dottrina Mitterand per gli ex terroristi rossi (i responsabili della Giustizia si incontreranno a breve).

Conte: inviteremo Trump, in giugno arriva Putin
Che Conte fosse in vena di parlare ieri sera lo si era capito già prima del minivertice improvvisato. Ai giornalisti che lo attendono al varco sulla porta dell’albergo Conte spiega che «noi siamo arrivati per primi» ma «è sbagliato» pensare che l’incontro che si terrà martedì tra Macron, Merkel, Juncker e il presidente cinese, Xi Jinping, sia «una reazione» all’operato del governo. «Non lo è, si tratta di un seminario. E poi io sono orgoglioso del mio Paese» ma «non bisogna neanche esagerare» sul ruolo dell’Italia. Sui rapporti con gli Stati Uniti assicura che «abbiamo canali diretti» ma presto Trump verrà invitato in Italia. Nel frattempo, tra la fine di giugno e i primi di luglio, nel nostro Paese verrà il presidente russo Vladimir Putin.

Conte: il problema della corruzione c’è
Sulla situazione italiana, partendo da quanto accaduto prima al grillino De Vito e poi all’assessore capitolino Frongia, Conte osserva che il caso dovrebbe essere archiviato perché «mi sembra di poco conto». Il problema della corruzione però c’è, dice, precisando che il decreto anticorruzione è nato per questo motivo, «per dare un segnale». «Vi immaginate se non avessimo fatto il Dl? La tentazione umana c’è sempre e riguarda tutti». Poi la settimana prossima si scioglieranno gli ultimi nodi sul dl sblocca cantieri. «Non c’è bisogno di una lista di opere. Abbiamo inserito la figura dei commissari, saranno loro a sbloccare le opere», osserva il premier.

Bilaterale Conte-Macron su Tav
Una notte molto corta e stamattina bilaterale tra Conte e Macron. Nessuna intenzione di Macron di offendere l’Italia, precisa Conte ma dichiarazione «dettata dalla volontà di non farsi coinvolgere in un dibattito politico. Mi ha spiegato che siccome ha visto che in Italia le forze politiche sono molto coinvolte e hanno preso posizioni diametralmente opposte, voleva evitare di lasciarsi coinvolgere in un dibattito politico interno».

Accordo per superare la dottrina Mitterand
Con Macron sulla Tav si è «condiviso un metodo, riferiremo ai nostri rispettivi ministri competenti, Toninelli e Bourne che avranno il compito di analizzare i risultati dell’analisi costi-benefici e su quella base aprire una discussione, una discussione aperta». Con Macron si è parlato anche dei latinati italiani in Francia e «condiviso il fatto che i nostri ministri della Giustizia su questo si incontreranno. Io gli ho chiesto di superare la dottrina Mitterand. Lui ha detto che si incontreranno anche su questo i ministri e valuteranno dal punto di vista tecnico, anche su questo ha dimostrato apertura».

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