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Con quota 100 raddoppieranno i pensionamenti anticipati

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L'Analisi |LA RILEVAZIONE DELL’INPS

Con quota 100 raddoppieranno i pensionamenti anticipati

A pochi giorni dal debutto dei nuovi pensionamenti con “quota 100” le ultime “Statistiche in breve” diffuse oggi dall’Inps ci confermano che quest’anno, se il trend non cambierà, si andrà al raddoppio dei ritiri anticipati. Nel 2018 le nuove pensioni previdenziali liquidate con anticipo o con i soli requisiti di anzianità contributiva sono state 167.718 (il 29,6% del totale, un tasso di mascolinità del 72,9% e una nuova spesa annua di 4,3 miliardi, il 53% del totale). Quest’anno, secondo le stime del governo, si dovrebbe salire a 290mila con “quota 100” e le altre forme di anticipo riconosciute o prorogate: opzione donna, l’anzianità ridotta per i lavoratori impegnati in attività gravose, eccetera.

In attesa dei pionieri di «quota 100»
Il 1° aprile si dovrebbe debuttare con 32mila pionieri delle nuove pensioni, mentre le domande finora arrivate, considerando anche quelle del comparto scuola, sfiorano le 150mila unità. E siamo solo in marzo! Il “superamento della legge Fornero”, per usare il linguaggio governativo, invertirà una tendenza al calo dei pensionamenti che è in corso dal 2012. Negli ultimi sette anni, in virtù della riforma del 2011 e nonostante le salvaguardie per gli “esodati” e le altre flessibilità introdotte, la decrescita è stata dello 0,4% in media d’anno e del 4% in termini cumulati. Prima della riforma, tra il 2004 e il 2012, si viaggiava invece con un aumento medio dei pensionamenti dello 0,7% annuo (+6,1% nel complesso).

Quest’anno spesa oltre i 204 miliardi
Dalle serie storiche all’attualità, le nuove statistiche Inps ci dicono che il 2019 s’è aperto con 17.827.676 pensioni in pagamento (di cui 13,8 milioni di natura previdenziale, ovvero frutto di versamenti contributivi). Moltiplicando per 13 gli imposti mensili pagati a gennaio si stima una spesa di 204,3 miliardi (di cui 183 sostenuti dalle gestioni previdenziali). A questi dati vanno aggiunti quelli delle gestioni dipendenti pubblici e “sport spettacolo”, che ancora mancano all’appello statistico.

Il peso della recessione sul bilancio Inps
Le stime vanno prese con cautela perché l’attuale bilancio preventivo Inps è stato costruito sulla base delle ultime previsioni ufficiali di crescita del Pil 2019 dello 0,9%. Se il prodotto dovesse aumentare solo dello 0,5%, ultima stima di Bankitalia già da correggere al ribasso, o addirittura fermarsi a zero come negli scenari economici di Confindustria, si avrebbe un impatto immediato sulle entrate dell’Inps e, in prospettiva, sulle spese per le prestazioni a sostegno del reddito. Nell’ultima audizione in Parlamento l’ex presidente, Tito Boeri, aveva spiegato che lo scenario di crescita di mezzo punto percentuale determinerebbe minori entrate contributive per circa 2 miliardi, rispetto all’incremento di 3,09 miliardi (rispetto all’assestato 2018) che era stato preventivato l’anno scorso. In attesa della variazione di bilancio che dovrà affrontare la nuova amministrazione, vale ricordare che le nuove misure pensionistiche appena introdotte hanno già prenotato 22 miliardi di maggiore spesa da qui al 2021.

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