Impresentabili. E non solo per reati spia come la corruzione. Il nuovo Codice di autoregolamentazione sulle liste delle candidature - relatrice la deputata M5s Dalila Nesci - allarga il suo raggio d’azione, introducendo aggiornamenti in base agli ultimi provvedimenti che hanno cambiato il codice penale, tra cui il cosiddetto Spazzacorrotti. Le novità sono contenute nel nuovo testo del Codice degli impresentabili, approvato in commissione parlamentare Antimafia. L'intenzione del presidente della commissione Nicola Morra è farlo approvare in tempi stretti da Camera e Senato per renderlo operativo già dalla tornata elettorale delle europee del 26 maggio. Si tratta di una serie di modifiche introdotte nel Codice varato da Rosy Bindi nel 2014. Entrano nuovi reati per i quali i partiti alle elezioni dovrebbero escludere i candidati che se ne siano macchiati. Il codice si applica anche alle nomine dei presidenti delle regioni e delle province, ai sindaci delle città metropolitane e dei comuni.
Aggiornamento periodico
«È mia intenzione - spiega il presidente Morra - fare un lavoro periodico di aggiornamento del Codice ogni 9-12 mesi, inserendo
le novità penali introdotte dal Parlamento, come è avvenuto per lo Sparracorrotti». Un lavoro, dunque, che d’ora in poi sarà
svolto periodicamente, e non più ogni 5 anni, come è avvenuto finora.
Il cumulo delle condanne
Introdotto anche il “cumulo” delle condanne: «Lo stop alla candidatura - spiega Morra - arriva con una soglia massima di
4 anni di condanne a carico di un candidato, che è il limite temporale entro il quale il condannato può ottenere l’affidamento
in prova ai servizi sociali». Da questo calcolo sono escluse le condanne per reati di opinione, come quello previsto dalla
legge Scelba. E in relazione alle polemiche che ci sono state Morra ricorda che «nulla impedisce che con la prossima revisione
del Codice alcuni reati particolarmente gravi possano essere presi in considerazione». Il presidente dell’Antimafia ha anche
ricordato che alle regionali in Basilicata in Sardegna c'erano alcuni candidati impresentabili. E alcuni soggetti che per
la legge Severino non potevano essere candidati e che invece hanno superato le maglie delle Corti d'Appello riuscendo a correre
per le elezioni.
Entrano delitti contro l’ambiente
Fra gli elementi di impresentabilità dei candidati entrano reati come caporalato, autoriciclaggio e delitti contro l’ambiente.
Nel dettaglio fra i reati che portano all’incandidabilità sono stati aggiunti il disastro ambientale e il traffico e l’abbandono
di materiali ad alta radioattività, grazie all’approvazione di un emendamento dell’opposizione, prima firmataria Wanda Ferro (Fdi). «Anche le condanne per disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività incidono sulla moralità
dei potenziali candidati. Era giusto allargare il raggio d’azione perché si tratta di un settore intorno al quale ruotano
ambienti legati alla criminalità organizzata», spiega la parlamentare calabrese. Ferro auspicava anche l’accoglimento di una
modifica sullo scioglimento dei comuni nel punto che commina l’incandidabilità «anche quando il decreto non sia definitivo.
Sul punto andrebbe fatto un discorso più ampio, perché il comune viene sciolto, ma la burocrazia, sempre stantia e ferma,
resta al suo posto ». Altro punto che avrebbe cancellato dal testo è quello che dispone l’incandibilità anche con la sola
emissione del decreto di citazione a giudizio. «Si tratta di reati che non prevedono l'udienza preliminare - spiega Ferro
- e quindi manca il vaglio della terzietà del giudice, dal momento che il decreto di citazione diretta dipende esclusivamente
dalla volontà di un pubblico ministero. Inoltre i reati che non prevedono l'udienza preliminare sono di non particolare gravità
per i quali le pene nel massimo non possono superare i 4 anni di reclusione».
Le posizioni di Fi e Pd
In commissione sul nuovo Codice si sono astenuti Pd, Fdi e Fi. Gli azzurri di Silvio Berlusconi hanno suggerito di rendere
“impresentabile” solo chi ha sentenze in giudicato o doppia conforme mentre già attualmente il Codice prevede l'impresentabilità
- in merito ai reati previsti - con il solo rinvio a giudizio a carico di un soggetto. Il Pd ha invece contestato l'introduzione
del “principio del cumulo”, per l’esclusione delle condanne per reati di opinione, come quelli previsti dalla legge Mancino.
Sul punto Morra è categorico: «Noi abbiamo aggiunto nel codice, non tolto. Chi fa questi appunti dovrebbe rivolgersi a chi
mi ha preceduto. Il testo si potrà sempre migliorare - conclude Morra - ma non si può essere in dissenso con la volontà di impedire l'accesso
alla candidatura ai condannati per reati di mafia. E non solo alle elezioni politiche».
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