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Rientro cervelli, stop alle cartelle per chi aveva la residenza…

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LA BOZZA DEL DECRETO CRESCITA

Rientro cervelli, stop alle cartelle per chi aveva la residenza all’estero

Una via d’uscita alle contestazioni del Fisco per i cervelli rientrati che avevano usufruito della detassazione ma senza essere prima iscritti all’Aire (Anagrafe italiana dei residenti all’estero). Dal 1° gennaio 2020 sarà ancora più favorevole lo sconto Irpef per gli impatriati, docenti e ricercatori che riportano la residenza. Il regime di vantaggio si estende anche ai lavoratori che tornano per avviare un’attività d’impresa. Al Sud, invece, in presenza di specifiche condizioni come numero dei figli, acquisto della casa con il trasferimento della residenza aumentano gli anni d’imposta in cui è possibile usufruire della detassazione. Sono le ultime novità contenute nelle bozze del decreto crescita atteso in Consiglio dei ministri la prossima settimana.

Le contestazioni del Fisco a mille ricercatori

Sono 960 i docenti e i ricercatori che rientrati in Italia si sono visti contestare dal Fisco le agevolazioni per i cosiddetti «impatriati», con un abbattimento dell’imponibile arrivato fino al 50% per gli anni passati. Oggetto di contestazione era la mancata iscrizione all’Aire, ossia l’anagrafe dei residenti all’estero. Le rettifiche del Fisco concentrate sugli anni d’imposta dal 2013 al 2016 valgono complessivamente poco più di 13 milioni e hanno raggiunto il 10% di quanti avevano sfruttato quel tipo di bonus (9.600 per tutti gli anni interessati).

Ora il decreto crescita potrebbe offrire loro una via d’uscita dagli accertamenti e dalle cartelle, ossia aver diritto alle agevoalzioni a condizione di aver risieduto in un Paese estero con cui l’Italia ha sottoscritto Convenzioni contro le doppie imposizioni. Niente rimborso, però, per chi ha già versato l’importo contestato.

Potenziati gli incentivi per chi vuole rientrare

La bozza del decreto crescita non guarda solo al passato. Per il futuro, infatti, si muove su due direttrici: per i lavoratori impatriati e per i «cervelli». L’obiettivo è di potenziare i rispettivi regimi fiscali di favore. Per gli impatriati il Governo punta ad aumentare dal 50% al 70% dell’abbattimento dell’imponibile Irpef .

Oltre a semplificare le procedure di accesso, dal 1° gennaio 2020 chi rientra e apre un’attività d’impresa in Italia potrà vedersi ridurre il carico fiscale. In presenza poi di figli minori, acquisto della casa e trasferimento della residenza in regioni del Sud, il periodo di durata dello sconto fiscale si allunga per altri 5 anni d’imposta.

Potenziato anche il regime del rientro dei cervelli la cui durata passa da 4 a 6 anni e potrà arrivare a crescere fino a 8, 11 o 13 anni sempre in relazione alla presenza di figli minori e all’acquisto di casa residenziale in Italia.

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