Ddl sull’acqua pubblica al palo. Proposta sulle nomine di asl e ospedali ancora da esaminare e sul conflitto di interessi ancora da presentare. Legge sul salario minino a portata di mano ma senza un accordo con l’alleato leghista. Riforma sul taglio dei parlamentari al secondo via libera ma ne servono altri due. È questa la fotografia dello stato dell’arte delle cinque misure rilanciate da Luigi Di Maio dal Blog delle stelle. A parte l’ultima, tuttavia, tutte le altre proposte hanno bisogno di un sì leghista per andare in porto.
Le nomine in sanità
Il M5s sta lavorando addirittura a due diversi progetti di legge che puntano a sottrarre potere alle Regioni per concentrare
sotto il cappello del ministero della Salute, ovvero del governo, il diritto di nomina dei manager delle strutture sanitarie.
I due ddl di M5s in estrema sintesi puntano a indebolire il potere di gestione delle Regioni che però difficilmente daranno
parere favorevole tenendo conto che la sanità rappresenta circa l’80 per cento dei bilanci degli enti locali. Il più rigido
è quello di Danila Nesci depositato alla Camera: in sostanza limita la libertà di movimento delle Regioni nella scelta dei
direttori generali mentre quello a prima firma della senatrice Maria Domenica Castellone, prevede un Albo nazionale dei commissari
per la valutazione del management. Ma i due Ddl non sono ancora neppure stati assegnati alla commissione competente. Quindi
il loro esame non è iniziato. E gli alleati leghisti nicchiano perché non vedono di buon grado questa sottrazione di poteri
alle regioni.
La Legge sull’acqua pubblica
Il Ddl Daga sulla gestione pubblica del ciclo delle acque, cavallo di battaglia di M5S, è all’esame della commissione Ambiente
e Lavori pubblici della Camera, dove sono stati presentati circa 240 emendamenti. Il Ddl è al palo da mesi perché il 6 marzo
è stata chiesta una relazione tecnica al governo che non è ancora arrivata. Il suo arrivo in aula era già stato fissato per
il 25 marzo ma è stato rinviato. Le perplessità leghiste sono evidenti. In vari comuni del Nord gli amministratori leghisti
sono in prima fila nella lotta contro quelli che chiamano “carrozzoni”, ossia società pubbliche che gestiscono l’acqua e che
suscitano interrogativi sui costi necessari a mantenerli, sul numero dei loro amministratori e sui loro requisiti.
La legge sul conflitto d’interessi
Il Movimento Cinque stelle intende portare presto in Parlamento una proposta di legge sul conflitto d’interessi. Ad annunciarlo
più volte è stato il vicepremier Luigi Di Maio, ma in questa legislatura un testo non è stato ancora presentato. Questo
è quindi il dossier meno avanti sul fronte della realizzazione. Anche su di esso pende la spada di Damocle del giudizio leghista.
Il Carroccio infatti non si è mai speso troppo per questa causa.
La legge sul salario minimo
Il Ddl Catalfo sul salario minimo orario è all’esame della commissione Lavoro del Senato e il 6 maggio scade il termine per
la presentazione degli emendamenti. Teoricamente, il Ddl doveva essere già stato esaminato dall’aula in aprile ma i tempi
della discussione in commissione non lo hanno consentito. Adesso, se ci fosse la volontà politica, il Ddl potrebbe andare
presto in aula. Ma la Lega ci starà?
La legge sul taglio degli stipendi dei parlamentari
Il Ddl costituzionale per ridurre a 600 i parlamentari (dagli attuali 945) è in questi giorni al suo secondo passaggio parlamentare.
Dopo aver ricevuto il sì del Senato, si appresta a ottenere il sì della Camera. Ma, trattandosi di una riforma costituzionale,
avrà bisogno di una nuova deliberazione sia da parte della Camera che del Senato. E se il sì non avrà una maggioranza dei
due terzi, la riforma potrà essere sottoposta a referendum.
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