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INIZIO SETTIMANA IN SALITA

Dal debito sotto la lente di Bruxelles al caso Siri in Cdm: per il Governo due sfide in 24 ore

Due sfide in nemmeno 24 ore che, se non faranno saltare il tavolo della maggioranza giallo verde, di certo metteranno a dura prova la tenuta dell’esecutivo Conte, già sottoposta a smottamenti e spallate che, con l’avvicinarsi delle elezioni Europee, si fanno sempre più all’ordine del giorno.

ELEZIONI EUROPEE DEL 26 MAGGIO - Vai al dossier

Si comincia con un esame economico dalle ripercussioni politiche, ovvero la pubblicazione nella tarda martedì mattina da parte della Commissione europea delle nuove previsioni macroeconomiche sull’Italia . Si chiude il giorno dopo, mercoledì mattina, con il consiglio dei ministri sul cui tavolo è atteso il dossier, politicamente scivoloso, del caso del sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per presunta corruzione. I Cinque Stelle chiedono un suo passo indietro, la Lega frena. C’è il rischio che nella riunione a Palazzo Chigi si vada alla conta dei voti.

Il debito pubblico sotto la lente di Bruxelles
Il primo appuntamento è, dunque, sul piano dei conti pubblici. L’ipotesi che Bruxelles accenda già da domani la procedura per debito eccessivo e squilibrio macroeconomico è, allo stato attuale, poco plausibile. Le elezioni europee sono alle porte, e la Commissione, in uscita, è orientata a mantenere un proflio “basso”, e a rinviare il fascicolo a dopo la tornata elettorale. Le nuove stime certificheranno il rallentamento dell’economia italiana. E Bruxelles potrebbe avanzare una richiesta di chiarimento sul debito pubblico, che continua a salire verso quota 133 per cento del Pil, perdipiù nel contesto di una crescita dell’economia italiana “al palo”.

La crescita al palo
L’aumento del Pil dello 0,2% registrato nel primo trimestre di quest’anno, che ha consentito di uscire dalla recessione tecnica in cui l’Italia era piombata negli ultimi trimestri del 2018, è la metà di quella registrata dall’Eurozona. Al di là dei numeri che la Commissione diffonderà e in attesa di vedere quali saranno gli equilibri politici europei che usciranno dalle elezioni del 26, la “resa dei conti” con Bruxelles non ci sarà: il rischio di incappare in una procedura d’infrazione per debito eccessivo potrebbe tornare in autunno, quando l’Italia dovrà uscire allo scoperto presentando la manovra per il 2020 e la soluzione che intende adottare rispetto all’aumento dell’Iva previsto dalle clausole di salvaguardia.

Il caso Siri sul tavolo del Consiglio dei ministri
Una volta superata, seppur in via temporanea, la prova sui conti pubblici, il governo giallo verde ne dovrà affrontare, nel volgere di nemmeno 24 ore, un’altra. È infatti in agenda per mercoledì mattina la riunione del Consiglio dei ministri. All’ordine del giorno il caso Siri. Il presidente del Consiglio Conte ha già annunciato che proporrà la revoca del sottosegretario. Nelle ultime ore, i toni tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono tornati a superare il livello di guardia. Il corto circuito è dietro l’angolo. Mentre il leader politico M5S confida che, a suo avviso, non si andrà a una conta in Cdm con la Lega, Salvini lancia un messaggio che ha i toni dell’ultimatum: «A chi mi attacca dico tappatevi la bocca, lavorate e smettete di minacciare il prossimo. È l’ultimo avviso».

Cosa può accadere nel Consiglio dei ministri
In ogni caso, se si dovesse procedere a un voto, il Movimento avrebbe la maggioranza con 8 voti su sei. Ma se i due tecnici «indipendenti» Tria e Moavero decidessero di votare contro la revoca, sarebbe parità. In questo scenario, a fare la differenza sarebbe la posizione del capo del Governo, che si è già detto a favore della revoca del sottosegretario. Formalmente, secondo quanto previsto dalla legge sull’attività del governo, la 400 del 1988, il premier deve accordarsi con il ministro competente (Danilo Toninelli) e “sentire” il Consiglio dei ministri prima di portare il decreto di revoca al presidente della Repubblica per la firma. Il voto può esserci ma la legge non lo considera obbligatorio, quindi il capo del Governo potrebbe procedere anche senza sottoporre la decisione all’approvazione dei ministri. In qualunque caso, anche in quello di un passo indietro di Siri prima della riunione del governo, il caso è destinato ad avere degli strascichi sulla coesione della maggioranza, soprattutto con le europee alle porte.

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