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Protesta di Casal Bruciato, il Papa: «questa non è…

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IL NODO INTEGRAZIONE

Protesta di Casal Bruciato, il Papa: «questa non è civiltà»

Papa Bergoglio in mezzo ai fedeli (foto Agf)
Papa Bergoglio in mezzo ai fedeli (foto Agf)

«Quando leggo sui giornali qualcosa brutta vi dico la verità: soffro. Oggi ho letto qualcosa brutta e soffro perché questa non è civiltà: non è civiltà. L’amore è la civiltà, si va avanti con l’amore». Papa Francesco questa mattina ha ricevuto un gruppo di persone rom e sinti nella Sala Regia del Palazzo Apostolico e ha fatto un chiarissimo riferimento alla vicenda della famiglia rom, assegnataria regolare di una casa popolare nel quartiere periferico romano di Casal Bruciato e minacciata da militanti di estrema destra.

L’occasione era un incontro di preghiera, presente il presidente della Cei cardinale Gualtiero Bassetti. Francesco ha esortato i suoi ospiti a non covare il rancore e la vendetta, sottolineando che le organizzazioni che in Italia sono «maestre di vendetta» e di «omertà» sono delinquenti, non coloro che vivono e lavorano con dignità. I cittadini di seconda classe «ci sono, è vero, ma sono coloro che scartano la gente», quelli che «con la scopa in mano buttano fuori gli altri».

Tra l’altro Il vescovo ausiliare di Roma Giampiero Palmieri, che ieri ha visitato la famiglia Omerovic insieme al direttore della Caritas romana, don Benoni Ambarus, e con la sindaca di Roma Virginia Raggi, ha invitato la famiglia a partecipare questa sera all’incontro diocesano che Papa Francesco presiederà a San Giovanni in Laterano.

«I cittadini di seconda classe sono quelli che scartano la gente»
«Una cosa che a me mi fa arrabbiare è che ci siamo abituati a parlare della gente con gli aggettivi», ha detto ancora il Papa, «non diciamo “questa è una persona”, “una mamma”, “un giovane prete”, ma mettiamo l’aggettivo, e questo distrugge perché non lascia che questa sia una persona. L’aggettivo è una delle cose che crea distanza tra mente e cuore. Questo è il problema di oggi: se voi mi dite che è un problema politico, sociale, culturale, di lingua, sono cose secondarie, il problema è di distanza tra mente e cuore. “Sì tu sei gente, ma lontano da me, dal mio cuore”, “i diritti sociali, i servizi sanitari sì, ma faccia la coda, prima questo poi quello”…». E aggiunge: «È vero – ha detto Papa Bergoglio – ci sono cittadini di seconda classe, è vero: sono coloro che scartano la gente, questi sono di seconda perché non sanno abbracciare, sempre con l’aggettivo, scartano e vivono scartando, con la scopa in mano buttando fuori gli altri, con il chiacchiericcio o in altro modo. Invece la bella strada è la fratellanza: vieni, la porta è aperta, e tutti dobbiamo collaborare».

Rivolto ai rom e sinti: «Non abbiate rancore»
«Voi – ha detto ancora il Pontefice – avrete un pericolo, una debolezza, la debolezza forse di far crescere il rancore: si capisce, è umano, ma vi chiedo per favore il cuore più largo ancora. Niente rancore e andare avanti con la dignità della famiglia, del lavoro, di guadagnarsi il pane ogni giorni, della preghiera, sempre guardando avanti. E quando viene il rancore lascia perdere. Poi la storia ci farà giustizia perché il rancore ammala tutto, ammala il cuore la testa la famiglia, non fa bene, il rancore ti porta alla vendetta e la vendetta… credo che non l'avete inventata voi eh?, in Italia ci sono organizzazioni che sono maestre di vendetta, voi mi capite bene no? Un gruppo di gente capace di creare la vendetta di vivere nell'omertà questa è gente delinquente, non gente che vuole lavorare. Voi andate avanti con la dignità e il lavoro, e quando si vedono le difficoltà, guardate su e troverete che lì ci stanno guardando: c'è uno che ti guarda prima, ti vuole bene uno che è dovuto vivere a margine da bambino per salvare la vita, nascosto, profugo, uno che ha dato la vita per la croce, e uno che va cercando te per consolarti e animarti e andare avanti. Per questo vi dico: niente distanza a voi e a tutti, con mente e cuore, niente aggettivi, no tutta gente ognuno meriterà il proprio aggettivo ma no aggettivi generali».

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