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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2011 alle ore 10:05.
Brinda l'Italia delle energie rinnovabili: 10mila megawatt installati con oltre 270 mila impianti collegati alla rete elettrica nazionale rappresentano un traguardo da molti preannunciato ma per nulla scontato, visto il tiraemolla degli incentivi e le minacce di smobilitazione di molti imprenditori dell'energia verde.
Brinda doppiamente la Puglia, che proprio ieri alla Fiera del Levante ha esibito il record nazionale assoluto: con 1.685 megawatt distribuiti in 17.812 impianti è di gran lunga la regione più ricca di pannelli e di elettricità solare prodotta, anche se il record per il numero degli impianti va alla Lombardia (38.810 per 993 megawatt). E proprio la Puglia, insieme alla Calabria e la Sicilia, è in ottima compagnia nella corsa verso il traguardo epocale: la cosiddetta grid parity, ovvero la competitività del kilowatt solare generato senza bisogno di alcun incentivo.
La svolta nella competitività (che però sconta anche la maggiore onerosità della nostra generazione tradizionale rispetto alla media europea) arriverà nel nostro Sud, in anteprima europea e al pari delle aree del globo più baciate dal sole, in un paio di anni, tra il 2013 e il 2014. Ce lo dice il report appena diffuso da Epia, l'associazione europea delle industrie di settore, in collaborazione con i consulenti di AT Kearney. Report che assegna comunque ai paesi meno assolati un robusto premio di consolazione: entro sei anni la grid parity dovrebbe diffondersi in tutta Europa.
Può forse gioire l'industria degli apparati, che qui da noi vorrebbe guadagnare spazio rispetto alla dipendenza che ancora tributiamo alle forniture estere (dalla Cina ma anche dalla Germania). Potrebbe gioire lo Stato, che ha nuovi motivi per attenuare gli incentivi, anche se dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza per l'altalena e l'inaffidabilità delle politiche di settore che intanto rischiano di allontanare gli investitori internazionali.
Possiamo gioire, ma con qualche cautela, tutti noi: è vero che la nostra energia solare si irrobustisce, ma è anche vero che l'energia così prodotta è, come ben si sa, una frazione di quella garantita dalla stessa potenza installata con impianti tradizionali (gas o carbone, ad esempio). Tant'è che il nostro solare vale, ancora oggi, appena il 3% dell'elettricità che consumiamo.
Lo scenario tratteggiato dagli ultimi rapporti ci sprona comunque in positivo. Solo quest'anno – riferisce il Gme (Gestore dei servizi energetici), l'operatore istituzionale che coordina e gestisce gli incentivi verdi – entreranno in servizio circa 6.500 megawatt solari. E «alla fine del 2011 la potenza complessiva in esercizio in Italia potrebbe raggiungere i 12mila megawatt, per un numero d'impianti intorno ai 350mila».
Ed ecco che «l'andamento delle installazioni per l'anno in corso proiettano di fatto l'Italia al primo posto nella graduatoria mondiale per potenza entrata in esercizio nel 2011» con la prospettiva di chiudere l'anno in corso con un volume triplo di nuove installazioni fotovoltaiche rispetto alla Germania, il paese «da un decennio leader del mercato fotovoltaico mondiale» sottolinea il Gse.
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